Digital transformation: i nuovi territori di una rivoluzione permanente
Qual è lo stato della digital transformation nelle aziende aziende italiane? Come stanno portando avanti la sfida del digitale? Abbiamo affrontato l’argomento con Andrea Boscaro, Founder and Partner di The Vortex, società di formazione che nasce proprio per aiutare le imprese italiane a colmare i gap di conoscenza dei media digitali.
Qual è lo stato della digital transformation nelle aziende aziende italiane? Come stanno portando avanti la sfida del digitale? Abbiamo affrontato l’argomento con Andrea Boscaro, Founder and Partner di The Vortex, società di formazione che nasce proprio per aiutare le imprese italiane a colmare i gap di conoscenza dei media digitali.
Alla luce della vostra esperienza, come si stanno muovendo le nostre imprese su questo fronte?
Da quando The Vortex è nata, 8 anni fa, il digitale è entrato nella vita degli italiani in modo pervasivo e ha inciso profondamente non solo nel tessuto economico e nei comportamenti delle famiglie e delle imprese, ma è diventato il “sistema operativo” di buona parte dei processi sociali e politici al punto che, come si deve, è al centro del dibattito pubblico stesso, non solo a livello nazionale. Dal nostro osservatorio, oggi non è più necessario formare sul “perché” (in qualche caso abbiamo dovuto persino argomentare il “perché no”), ma sul “come”, sulle migliori modalità per avvalersi delle piattaforme digitali e sulle tecniche per trarne beneficio. L’estrazione dei formatori di The Vortex – che non provengono dal mondo dell’università, ma delle imprese – aiuta pertanto a rispondere a domande sempre più pratiche, frutto del fatto che le persone che si avvicinano alla nostra proposta hanno già “messo le mani in pasta” e richiedono idee nuove e modelli interpretativi della realtà digitale, ma anche consigli pratici.
Dal 2011 cos’è cambiato in concreto?
Come detto, ciò che è cambiato è il protagonismo del digitale all’interno dei processi che portano le imprese a passare dalla consapevolezza dello scenario in cui si muovono al definire obiettivi e risorse necessarie ad avvalersene. Le aziende che abbiamo di fronte nel 2019, diversamente da quelle che avevamo nel 2011, sono organizzazioni che hanno già compiuto molti passi – nel definire il proprio modello di business online, nello sperimentare attività social, nel maturare nuove competenze interne e relazioni più strette con l’ecosistema delle agenzie – ma debbono in modo più strutturato fare un passo avanti. Questo passo avanti è dato tanto dalle sfide poste dalle nuove piattaforme (Instagram, Amazon) quanto da un approccio meno epidermico e più legato all’uso dei dati e dell’analytics, in un contesto sempre più omnicanale e flessibile nella relazione con il cliente, sia esso consumatore finale o buyer.
Quali sono, se ci sono, le realtà o i settori che hanno più fame di formazione digitale?
All’inizio del nostro percorso i settori che in misura maggiore erano presenti nella nostra attività formativa erano quelli più toccati dalla digital transformation – l’editoria e il turismo soprattutto – ed avevamo per lo più a che fare con persone che intendevano abbracciare le professioni digitali. Oggi la formazione al digitale affronta territori nuovi che sono stati aperti dall’evoluzione della proposizione delle piattaforme digitali: il web marketing internazionale e il digital export rappresentano una parte rilevante dei percorsi formativi in cui siamo coinvolti. Allo stesso modo qualunque professionista deve comprenderne opportunità e cautele: dai professionisti della vendita e del risparmio alle figure imprenditoriali e consulenziali del tessuto della PMI italiana, sono tutti oggi partecipanti ai nostri corsi con una crescente partecipazione da parte dei settori manifatturieri ed industriali.
Quali sono le competenze digitali più richieste attualmente dalle imprese?
Le figure del digital manager e del social media manager si verticalizzano oggi in professionalità specifiche tanto dal lato della comunicazione (online content manager, digital Pr manager) quanto dal lato del business (online store ed e-commerce manager, data analyst): è invece ormai piuttosto evidente che un marketing manager debba padroneggiare oggi le dinamiche ed il linguaggio del digitale allo stesso modo in cui le figure più tecniche ed informatiche hanno aggiornato le proprie competenze in uno scenario nuovo.
In questa “rivoluzione” permanente come si immagina il mercato da qui ai prossimi 5 anni?
Cinque anni in questo mondo sono davvero tantissimi ed è corretto infatti parlare di “rivoluzione permanente” perché molte solo le variabili che influenzeranno lo sviluppo del contesto in cui ci muoviamo. Uno dei settori che più stanno cambiando e che guideranno tali cambiamenti è certamente quello dei pagamenti: al di là di come nascerà Libra – la moneta di Facebook – è certo che gli strumenti mobile e digital incentiveranno modelli di business nuovi e forme di acquisto online (es. su Instagram) più facili e pervasive. Come sempre accade, alcuni settori ne trarranno beneficio, altri ne soffriranno. Il retail è da anni infatti l’anello debole di questa catena del valore ed indubbiamente da qui al 2024 esso dovrà ulteriormente reinventare se stesso per fare fronte ad una clientela con maggiore consuetudine con il commercio elettronico e, più in generale, con l’uso della Rete per informarsi e valutare: non a caso, le catene commerciali stanno modificando il proprio ruolo, sempre più improntate ad una dimensione di esperienza e di assistenza al cliente. Questi cambiamenti non potranno che influenzare la domanda di formazione al digitale e, in un contesto dove l’auspicio è che essa venga soddisfatta fin dalle scuole e dalle università, il ruolo di società come The Vortex è affrontarla in modo ancora più specialistico per gli operatori del settore e, nel contempo, ancora più strategico per le figure decisionali delle imprese e delle organizzazioni e trasversale per tutte le altre professioni.
La formazione è una chiave imprescindibile di competitività. Esistono ancora delle resistenze all’interno delle aziende?
Sempre meno. La maggiore disponibilità di forme di finanziamento e la percezione del digitale come una competenza necessaria non solo sul piano professionale, ma anche personale rendono iniziative formative come le nostre per lo più bene accolte all’interno delle imprese a patto che sia stato disegnato con cura il percorso didattico grazie ad un corretto brief da parte del responsabile della formazione o delle risorse umane.