Aziende e Influencer Marketing: una ricerca di Buzzoole ne descrive gli approcci
La ricerca è stata realizzata insieme a Koniqa, società di consulenza per l’innovazione di offerta e il go to market, le stratificazioni del mercato e i diversi approcci all’Influencer Marketing da parte delle aziende
“La Customer Journey dell’Influencer Marketing in Italia” è al centro di una ricerca realizzata da Buzzoole, influencer marketing solution provider insieme a Koniqa, società di consulenza per l’innovazione di offerta e il go to market, le stratificazioni del mercato e i diversi approcci all’Influencer Marketing da parte delle aziende.
L’indagine ha consentito di identificare tre stadi del percorso evolutivo alla base delle aziende che si rapportano all’Influencer Marketing: Young (53%), Mature (24%) e Sophisticated (23%). I primi non partecipano attivamente alla gestione di tutte le fasi del processo di IM, ma preferiscono delegarle all’agenzia partner; i secondi hanno un ruolo attivo di supervisione e coordinamento dei fornitori (centro media, agenzie…), infine i Sophisticated presiedono tutte le fasi dell’Influencer Marketing, al massimo coadiuvati da un advisor.
Ma con quali caratteristiche vengono scelti gli influencer? Al primo posto tra i driver di scelta si inserisce “la capacità del creator di saper valorizzare in modo creativo i messaggi del brand” (69%). Segue “la necessità di un avere influencer con una competenza nel settore in cui opera l’azienda” (64%). A strettissima distanza, “l’importanza della personalizzazione dei messaggi” (63%) e “l’esigenza che il creator una abbia una base di follower reali e di qualità” (62%). Soltanto al quinto posto compare il criterio di scelta basato sul numero di follower, fattore ancora importante per le aziende, ma non più prioritario come in passato.
Diverse le aspettative tecnologiche in relazione alle attività di Influencer Marketing. Per tutti i decision maker intervistati il primo requisito è garantire la corrispondenza tra influencer e brand ossia la “brand affinity”. In più è emersa la necessità di ottenere dati puntuali estratti direttamente dai profili social degli influencer, dunque non bastano più le informazioni pubbliche (follower ed engagement), ma si attribuisce grande utilità ai dati di insight, tipicamente privati, come la reach e le impression.
Infine, a una tecnologia di Influencer Marketing si chiede non solo la capacità di fornire un aiuto nell’individuazione dei creator, ma anche un supporto nella gestione dell’intero workflow di campagna, fino ad arrivare al monitoraggio dei risultati finali ottenuti.
Per capire la propensione all’utilizzo futuro dell’Influencer Marketing, l’85% degli intervistati pensa di pianificare un’attività nei prossimi 12 mesi. Riguardo al numero delle campagne in programma, il 39% ha dichiarato che intende procedere con due o più campagne nel prossimo anno, mentre il 30% sta pensando di pianificare progetti strategici che coprono un arco di 6-12 mesi.
Gianluca Perrelli, General Manager di Buzzoole Italia, a margine dell’incontro ha anticipato una novità per i prossimi mesi: «La nostra attività procede lungo due percorsi: tecnologia e consulenza. Nel prossimo semestre lanceremo una nuova tecnologia dedicata al mondo Enterprise». Buzzoole ha chiuso il 2018 con 8 milioni di fatturato. «Anche quest’anno la crescita continua, sia a perimetro omogeneo sia con il contributo della sedi in UK e Usa, dove il mercato è più maturo ma anche molto competitivo».