OBE, obiettivo 2020 incrementare le aziende associate
Il presidente Laura Corbetta: «Il Tax Credit è una storia ancora tutta da scrivere»
Si è riaperto con “Tax Credit per il Branded Entertainment” il ciclo di incontri formativi “Le regole del gioco”, promossi da OBE Academy e dedicati ai manager della Comunicazione e del Marketing.
Inizialmente a beneficio esclusivo del mondo cinematografico, successivamente estesa all’intero settore audiovisivo, la Tax Credit prevede la possibilità di compensare debiti fiscali con il credito maturato a seguito di un investimento nel settore cineaudiovisivo. Nonostante il vantaggio che lo strumento propone, nel settore branded content, e non solo, è ancora molto poco conosciuto e utilizzato.
Cristiana Massaro, Avvocato dello Studio Legale Massaro, e Gian Marco Committeri, Dottore commercialista dello studio Alonzo Committeri & Partners, hanno introdotto l’appuntamento dando alcune indicazioni precise sulle caratteristiche che un prodotto audiovisivo deve avere per poter usufruire del Tax Credit. Ad esempio, è necessario che non si tratti di una produzione a esclusivo fine promo-pubblicitario.
Questa e altre regole, tra cui la durata dei prodotti (per un minimo di dieci minuti), rendono non così semplice l’accesso al tax credit per chi realizza Branded Entertainment, ma è importante che le potenzialità siano comprese dagli operatori del settore. In primis le case di produzione, che ne sono le prime beneficiarie. Ma anche brand ed emittenti, che possono godere di una riduzione dei costi.
A illustrare come nel settore dell’audiovisivo il Tax Credit abbia aperto nuove possibilità, sono intervenuti Giorgia De Paolis, Head of Legal & Business Affairs di Wildside, Francesco Agostini, Executive Producer, e Simone D’Amelio Bonelli, Content and Creative Director di A&E Networks Italia. Chiara Sbarigia, Direttore Generale di APA, ha poi ribadito l’importanza di aprire un tavolo di discussione, proprio perché per il Branded Entertainment si tratta di una possibilità ancora poco sfruttata.
«È una storia ancora tutta da scrivere – conferma Laura Corbetta, Presidente OBE -. È importante insieme alle altre associazioni fare una riflessione seria per aiutare i nostri associati a capire come sfruttare questa opportunità».
Il comparto del Branded Entertainment nel 2019 varrà 506 milioni di euro secondo le stime dell’Osservatorio. Nel frattempo sono diverse le attività che OBE sta mettendo in atto per i propri associati e per reclutarne di nuovi. «Entro l’autunno uscirà una pubblicazione, una sorta di white paper al quale stiamo lavorando con Ce.RTA dell’Università Cattolica – continua Corbetta – dove cercheremo di dirimere la questione linguistica della distinzione tra Branded Entertainment e Branded Content e realizzeremo un focus qualitativo sugli operatori del settore».
Dal punto di vista associativo sono in arrivo invece alcune novità: «A breve comunicheremo due nuovi ingressi – anticipa Anna Gavazzi, Direttore Generale OBE – ma tra la fine del 2019 e il 2020 il nostro focus sarà quello di portare sempre più brand e aziende all’interno dell’associazione». «A questo proposito – prosegue Corbetta – daremo la possibilità ai nostri associati di regalare un anno di associazione a un’azienda inserzionista loro cliente».
A quel punto sarà fondamentale premere l’acceleratore sui punti di forza di OBE, formazione e divulgazione in primo luogo. E sempre per coinvolgere in misura maggiore i brand, l’associazione ha avuto contatti con UPA e c’è da entrambe le parti la disponibilità a collaborare per creare cultura del BE nel mercato italiano.