Il Ritorno del Pubblivoro – Creatività ai fornelli
La pasta al pomodoro è il primo piatto per antonomasia per noi italiani, tanto da essere sempre presente nei menù bambini dei ristoranti. E se va incontro al gusto dei bambini vuol dire che mette d’accordo tutti. Tutti, infatti, in un passato più o meno recente siamo stati bambini.
Oggi partiamo con Rummo, che fa il suo esordio nella la pubblicità televisiva con uno spot che mette al centro il tema del tempo e la necessità di prendersi il tempo per fare le cose bene. La scrittura del testo è eccellente e ottimamente interpretata dalla voce del grandissimo Luca Ward. Ma l’elemento dominante è l’esperienza visiva che, anche se didascalica e quindi al servizio del testo, ha la capacità di vivere di vita propria e di coinvolgere lo spettatore nella sua sfera più emotiva. All’inizio il parallelismo tra parola e immagine è immediato: nonno e foto del nonno, tempo e immagine dell’orologio, tempo che vola e gabbiani che volteggiano nel cielo. A un certo punto questo parallelismo sembra più sfumato e l’accompagnamento narrativo appare meno stringente, lasciando lo spazio a una fruizione più interessante. Il linguaggio è quello cinematografico, che risulta di grande impatto. La scelta di utilizzare come attori le persone vere che interpretano se stesse non solo non danneggia la professionalità del film ma dona un tocco di verità che qualifica ulteriormente il brand. Una nota leggermente distonica è il claim finale “Eccezionale tenuta alla cottura”. In uno spot così poetico e centrato sulla filosofia dell’importanza del tempo, concludere con una caratteristica così pragmatica, che comunica tra l’altro che la pasta resiste a quel tempo così importante, è una piccola incongruenza che sveglia lo spettatore da quella poesia nella quale era stato immerso così sapientemente.
Su un registro completamente diverso è invece Mutti, che gioca molto bene la carta dell’ironia. Il tema è modernissimo, si moltiplicano le cuoche e i cuochi casalinghi che ambiscono a realizzare le ricette dei grandi chef. Il concept è quello di rendere nota una verità che non viene mostrata dalle innumerevoli trasmissioni televisive né sui siti web a tema culinario: esiste una differenza tra le ricette mostrate dai professionisti e quelle poi realizzate dai “casalinghi”. Opinione comune di tutte le persone che si cimentano in cucina è infatti che il “facile” della ricetta significa “media difficoltà e il “difficile” è da leggere come “impossibile”. Lo spot è divertente e illustra con un tono giustamente leggero i piccoli imprevisti che possono capitare durante il cucinare. L’aspetto che fa diventare questo bello spot un grande spot è la scelta musicale che non sfrutta in maniera ruffiana l’effetto nostalgia andando su un pezzo anni ’80 o ’90 che riverbera nella memoria collettiva. Qui si rispolvera un pezzo di Renato Ranucci, in arte Rascel, del 1953 di cui si era persa memoria. La parodia del pezzo è scritta molto bene e utilizza la stessa costruzione sintattica del pezzo originale.