TikTok, una porta sulla contemporaneità
TikTok ha superato i 500.000.000 di utenti mensili attivi, quasi un miliardo di iscritti e nel mese di settembre è stata l’applicazione più scaricata al mondo. Si chiama TikTok e, personalmente, mi richiama il rumore delle lancette dell’orologio che mi ricordano che sto invecchiando.
Infatti, il primo impatto con questo nuovo social mi ha stordito per poi catturarmi in un secondo tempo. Appena si riesce a entrare in questo nuovo linguaggio è facile venire rapiti e poi travolti. Ricorda un po’ il meccanismo de La casa di carta, il modo di girare spagnolo è molto diverso da quello americano al quale siamo abituati e ci vogliono almeno un paio di puntate per riuscire a entrare bene nella storia. Qui è lo stesso.
Il linguaggio è l’estremizzazione della storia di Instagram. Video veloci in loop, accompagnati da musica. La durata massima è di un minuto, ma la media è intorno ai 15 secondi. La comprensione di questo linguaggio è inversamente proporzionale all’età. Più si è giovani, più è breve il tempo necessario a entrare in sintonia. Viene infatti considerato il social dei preadolescenti, ma secondo me è molto di più.
I preadolescenti rappresentano gli early adopters della legge di Rogers sulla diffusione dell’innovazione. Stanno spingendo poi i genitori che, per controllare i propri figli, si avvicinano al social e tra brevissimo l’età media si alzerà, così come prevede appunto la legge (e come è già successo per Facebook, dove oggi più del 50% degli utenti ha più di 35 anni, e come sta succedendo anche su Instagram).
Presto diventerà una minaccia per Instagram, che rischia di vedere le proprie storie migrare su TikTok. Anche perché Instagram con l’eliminazione dei like ha perso un po’ di appeal riducendo la metrica dell’interazione. Interazione che invece Tik Tok spinge attraverso i commenti in diretta, il botta e risposta a suon di video e il gioco delle gemme dove puoi monetizzare la diffusione della piattaforma.
Per quanto riguarda i contenuti più visti, tra gli hashtag più cliccati c’è #backtoschool con 45 milioni di referenze, mentre i topic più visti sono animali, beauty, famiglia, sport e food. I classici, insomma. La differenza sta sì nel linguaggio veloce ma soprattutto nell’effetto wow. La sfida consiste nel riuscire a stupire utilizzando un video cortissimo.
In questo l’app aiuta moltissimo con la possibilità di editing. Gli utenti sono chiamati a girare mini video in maniera semi professionale, con grande attenzione all’illuminazione e al montaggio. Interessante l’avvicinamento da parte dei Vip al social. Molto ben fatti e in pieno spirito TikTok sono, ad esempio, i post di Will Smith e di Bruno Barbieri, molto meno quelli di altri che utilizzano la piattaforma postando video come se si fosse su FB o Instagram, diventando clamorosamente fané.
TikTok, il tempo passa e ci vuole uno sforzo per continuare a vivere nella contemporaneità.