GBR, una famiglia formato YouTube
Davide Nonino è il papà della famiglia GBR: se siete genitori di bambini che amano YouTube più che i media tradizionali sicuramente ne avrete sentito parlare. Insieme alla moglie e ai due figli, Nonino realizza filmati accattivanti con recensioni di giocattoli di ogni tipo. Con grande semplicità e allegria, la famiglia GBR cattura l’attenzione di un target difficile e preziosissimo per i comunicatori.
Innanzitutto, quando è nato il canale e come avete avuto quest’idea?
Il canale è nato nell’estate 2012 con l’idea di creare dei tutorial per spiegare i giochi che mi inventavo o che facevo assieme ai bambini di cui ero educatore, agli scout o in casa-famiglia. Dopo aver scritto anni addietro un manuale di scrittura creativa per bambini, mi piaceva l’idea di scrivere un manuale giocoso in cui raccogliere l’esperienza fatta fornendo idee di gioco: di gruppo, di movimento, creative etc. Poi è nato Nicolò e sono arrivati i giocattoli in casa e mi si è aperto un mondo: quali giocattoli scegliere per lui, su che basi, come giocarci al meglio? Così ho pubblicato dei tutorial per spiegare come funzionavano i giocattoli che usavamo in casa e da lì si è generato un interesse che ha portato poi il canale a mettere al centro il giocattolo e a diventare un canale di Toy Reviewing.
Quando avete cominciato a essere contattati dai produttori di giocattoli per promuovere i prodotti?
Dopo due/tre anni dalla partenza del canale, quando credo si intravedeva che il mondo dei tutorial poteva essere valido e utile non solo per il make-up o gli smarpthone ma anche per i giocattoli.
Nel tempo come si è evoluta questa attività?
Man mano che è cresciuta la famiglia il canale ha coinvolto tutti fino ad arrivare, come ci scrivono i bimbi che ci seguono, alla Famiglia GBR. Al centro di quello che facciamo c’è sempre il gioco, la voglia di divertirsi insieme e la passione per un mondo che purtroppo gli adulti in generale frequentano poco. Non facciamo videogiochi nonostante le richieste, perché crediamo nella forza sociale di un gioco/giocattolo e cerchiamo di portare avanti questo messaggio, con l’esempio. Per questo abbiamo pensato e realizzato l’applicazione gratuita GBR, un’app in cui i bambini, oltre a vedere i nostri video, possono utilizzare lo smartphone non come strumento passivo di intrattenimento, ma di gioco attivo (funzione dadi, chi comincia, la ruota della fortuna e così via…).
Con quale criterio scegliete i prodotti da presentare? Avete mai detto dei no?
Scegliamo i giochi in base alle opportunità giocose che questi possono scatenare, perché siano uno strumento del divertirsi e stare insieme. Cerchiamo poi sempre di rispettare i bambini e le famiglie che ci seguono, i nostri gusti e quelli dei nostri figli, che non forziamo a parlare di giochi che non utilizzano per età o per inclinazione. Sono un po’ il nostro modo di esprimersi, per cui li scegliamo mettendo in gioco la nostra persona. I no li abbiamo detti per diversi motivi: la sicurezza del gioco, la qualità discutibile e non certificata, l’originalità – non una copia di -, i valori con cui ci viene proposto dalle aziende e come le aziende lo presentano oltre al nostro singolo caso.
Vi piacerebbe ampliare la vostra attività promuovendo altri prodotti o il vostro pubblico potrebbe viverlo come un tradimento?
Ci piace l’idea di portare il mondo ludico in contesti diversi ma affini che possono aiutare le famiglie a condividere dei momenti insieme. Ad esempio lo stiamo facendo da qualche mese con la nostra nuova rubrica di ricette, in cui realizziamo assieme ai bimbi ricette semplici e con un occhio alla cura dell’alimentazione, ma le abbiniamo anche a un percorso giocoso se non proprio a un gioco affine. Se ci saranno dei prodotti compatibili e in linea con questo tipo di attività, da valorizzare, potrebbe essere interessante.
Come pensate che si evolverà il canale man mano che i vostri figli cresceranno?
Secondo le loro età/inclinazioni, quindi si evolverà come si evolve la vita in famiglia. Ad esempio 3 anni fa non era possibile fare un gioco da tavolo tutti insieme, ora invece riusciamo a giocare in quattro ed è super divertente.
Tua moglie è insegnante e tu sei ingegnere e scrittore: pensi che in futuro continuerete a dedicarvi ad altre attività?
Sì, senz’altro, da un lato l’attività sui social è per definizione incerta, dall’altro ci permette di mantenere un equilibrio anche personale.
Se i tuoi figli crescendo volessero “mettersi in proprio” con un loro canale, cosa diresti loro?
Di farlo solo per una vera passione e voglia di raccontare/condividere. E di rispettare la privacy, loro e degli altri, e le regole di YouTube, dove ad esempio un minore di 13 anni non può avere un canale gestito in autonomia.