La Rivoluzione Analogica – Sarà un poster a salvarvi
Se le edicole chiudono e i quotidiani soffrono è tutta colpa di “pod”
In realtà pod, questo simpatico acronimo di cui quasi tutti sconoscono la declinazione, ha comportato una rivoluzione copernicana nel mercato della comunicazione così come lo conoscevamo fino a qualche tempo fa. POD è l’Acronimo di Personal On Demand.
Se non sei un Millennial vivi il pod in modo parziale, ma i nati dopo il 1995 lo vivono in modo totalizzante. Tu eri abituato ad ascoltare alla radio la musica che ti passava il dj quando voleva lui, a guardare il tg nell’ora del tg e a vedere i film quando venivano programmati. La nuova generazione è già pod e tu che sei nato prima degli anni ‘90 hai cambiato abitudini: guardi i film e i tg quando ne hai voglia, ascolti la musica che ti piace pescandola dove vuoi e quando vuoi in rete senza necessariamente ricorrere alle tue risorse personali (vinili, cd, file mp3).
Sono abitudini di fruizione che ormai ha assimilato anche un ottuagenario. Abitudini e stili di fruizione che hanno penalizzato la vendita dei quotidiani, dei settimanali, della televisione digitale terrestre penalizzando il loro cash flow (non mi riferisco alle vendite, ma alla pubblicità). Fin qui ti ho detto solo banalità, ma adesso ti dico l’assurdità: gli unici che sembrano non essersene resi conto sembrano proprio gli operatori del settore che assistono alla loro morte come un processo incontrovertibile.
Non solo si sono lanciati nel mondo del digitale senza un minimo di razionalizzazione sulla differenza di contenuti dedicati ai media tradizionali/digitali, ma comunicando sui loro stessi media quindi a quello che è già il loro pubblico.
In questo gioco sopravvivono quelli che hanno differenziato offrendo un mix di media, così come fa da sempre il mondo delle pianificazioni pubblicitarie. Però lo stesso mondo dell’advertising e del media planning aspira al suicidio puntando tutto sul digitale. Perché? In primis perché costa poco, anzi costa per quello che vale. Perché il tempo di fruizione è poco e l’affollamento è tanto. Poi, certo, c’è da dire che tutti i media sono nati per altri scopi che non fossero la pubblicità.
Ad esempio: la radio e la televisione per veicolare intrattenimento, informazione e musica, i quotidiani, i settimanali e i mensili per veicolare informazione e approfondimento. L’informazione ormai viene battuta sul tempo dal web, l’intrattenimento viene battuto per il suo anacronismo dai podcast.
Insomma, svegliatevi bambine, l’era del broadcasting è finita. È l’era del podcasting e non vi siete attrezzate, non vi state attrezzando e state decretando una morte ingiustificata per carenza di analisi e comunicazione. Un media, un solo media sopravvive, resiste, conquista e non lo sfruttate abbastanza o lo sfruttate male. Il poster, l’affissione.
Nasce come elemento pubblicitario puro, anzi purissimo. Nasce proprio esclusivamente per veicolare la pubblicità. Non veicola informazione, intrattenimento, cultura. Anzi sì, cultura pop. Gratis, sempreverde, sempre efficace. È un media gratuito per i suoi fruitori… e i suoi fruitori sono tantissimi (tutta la popolazione deambulante).
Mi piacerebbe vedere la comunicazione del mio settimanale preferito che urla i suoi approfondimenti, della mia televisione (gratuita) che mi propone i suoi anchor men e le sue anchor women. Le città americane, ad esempio, sono piene dei loro volti che pubblicizzano i programmi e le testate che pubblicano le loro colonne.
Insomma, cosa facciamo? Vogliamo rilanciare? C’è un mondo di agenzie e bravi art e copy che possono dare più di un buon motivo per investire qualche euro su di voi, media obsoleti che hanno tanto di più da dire delle quattro righe di un post.