Havas Media, come il COVID-19 sta cambiando le nostre abitudini mediatiche
Il 46% del campione ha aumentato la visione di serie tv/film on demand dall’inizio della quarantena. Il 25% dichiara di aver aumentato la durata dell’ascolto della radio. Per il 33% aumenterà la propensione all’acquisto di magazine, abbonamenti e libri online
Da quando il COVID-19 ha iniziato a diffondersi nel nostro Paese, gli italiani hanno dovuto fare fronte a importanti cambiamenti nella loro quotidianità per affrontare questo periodo di crisi. Ciò ha avuto dei risvolti anche nelle loro abitudini come consumatori: per capire come le abitudini al consumo stiano evolvendo, Havas Media ha realizzato un’indagine quantitativa ad hoc.
I risultati sono pubblicati nella seconda pillola che Havas Media rilascia sul tema del Covid-19: la prima era stata lanciata subito dopo l’annuncio dell’emergenza e analizzava l’effetto della infodemia sui media.
Lo studio si basa su una ricerca condotta su 800 casi 18+ rappresentativi della popolazione italiana ed è stato effettuato nel periodo 13-16 marzo 2020, il primo week-end in cui tutta l’Italia è stata considerata “zona rossa” dal governo, e in cui tutti i cittadini hanno necessariamente dovuto limitare le uscite fuori casa.
Dall’inizio dell’emergenza l’85,6% degli intervistati ha dichiarato di avere cambiato le proprie abitudini. In particolare, è interessante notare come il modo di relazionarsi con le altre persone risulti essere uno degli impatti maggiori sui comportamenti, prima ancora che la gestione del tempo libero.
Nell’ambito professionale, il 42% del campione ha affermato che la nuova modalità di lavoro è diventata lo smart working: si aprono così le occasioni per dedicarsi a lavori domestici in precedenza trascurati, si dedica più tempo ai famigliari e alla cucina. Attività che aprono, se non a tutti almeno a diversi brand, la possibilità di interagire col proprio consumatore in maniera differente, creando delle vere e proprie Media Experience at home.
Dal punto di vista della dieta mediatica, se la tv sta vivendo degli ascolti straordinari, la tv on demand rappresenta un’alternativa più ludica/entertainment alla programmazione lineare: il 46% degli intervistati ha aumentato la visione di serie tv/film on demand dall’inizio della quarantena. Oltre che ai player consolidati come Prime Video e Netflix, questa spinta può andare a beneficio anche del nuovo entrante Disney+.
Il 25% del campione dichiara inoltre di aver aumentato la durata dell’ascolto della radio, che si distribuisce durante l’intera giornata con una diversa modalità di fruizione: non più il drive time, con i picchi di audience nelle fasce orarie in cui si va o si torna dal lavoro, ma una presenza costante durante tutto il giorno, preferibilmente attraverso lo streaming digitale. Ciò che è interessante è che sembrano essere aumentati gli ascoltatori che interagiscono attivamente con le trasmissioni. Anche qui, dunque, nuove opportunità per i brand di coinvolgere le persone ad interagire con i propri contenuti.
Emerge anche un punto interessante sulla stampa: per il 33% aumenterà la propensione all’acquisto di magazine, abbonamenti e libri online. La situazione contingente infatti fa sì che meno persone si rechino in edicola ad acquistare quotidiani e riviste, ma come conseguenza aumenta molto l’interesse verso le copie digitali, in particolare dei quotidiani. E questo, in prospettiva, potrebbe dare una bella spinta a un settore da anni in sofferenza. Le principali testate stampa infatti stanno intercettando questa tendenza proponendo offerte promozionali particolarmente aggressive, in grado di attrarre nuovi utenti.
Gli intervistati, infine, dichiarano che il tempo speso per ricerche su prodotti e servizi di proprio interesse, aumenterà del 44,6%. La ricerca di informazioni sulle diverse categorie aumenta proporzionalmente con l’interesse all’acquisto online: nuove opportunità di crescita soprattutto per generi alimentari, farmaci, libri e stampa.
Mentre Havas Media continua le analisi per tenere monitorati i cambiamenti degli stili di vita e dei comportamenti al consumo, è già in programma una seconda wave della ricerca per capire come cambieranno le abitudini nel momento in cui le persone inizieranno ad abituarsi a questa nuova normalità.