Ristorazione: il marketing della relazione. Otto regole per ripartire
Consigli per non farsi trovare impreparati nella Fase Due
Tutti noi che operiamo nel settore del marketing, dello studio e della pratica di attività di ristorazione e nell’enogastronomia, siamo finalmente, se Dio vuole, in attesa della riapertura, della ripartenza. Siamo stati fermi, a casa, con le mani in mano e i pensieri in testa, abbiamo fatto dirette più o meno inutili, riempito video di parole, di ricette, di scambi di opinioni.
Ci siamo trovati a raccontare on-line sentimenti, paure, affetti, scoramenti. Bene. Adesso è venuto il momento delle regole. Adesso ci diranno un metro, due metri, mascherine, guanti… Ma prima… Facciamo noi un elenco di consigli per affrontare nel modo giusto queste regole (che sono solo tecniche) che ci verranno imposte. Scriviamo le regole del marketing della riapertura.
1. La riapertura non è solo della serranda del locale: la riapertura è dei cuori e dei sentimenti. Il cliente, quando tornerà, non cercherà solo questo o quel piatto, questa o quella pizza: cercherà quel calore, quella vicinanza, quell’amicizia e affetto che per tre mesi gli sono stati negati.
2. Se quanto sopra è vero, ricordiamocelo quando arriveranno, e non inondiamolo di lamentele di noi, sul nostro lavoro e sui nostri mancati ricavi: cerchiamo, per quanto possibile, di far sentire “lui” come prima, al centro dell’attenzione e circondiamolo di quell’affetto e attenzioni che è venuto a cercare.
3. Quante volte abbiamo sentito i nostri migliori clienti in questa fase di chiusura, per quanto possibile? Quanto gli abbiamo fatto sentire le nostra vicinanza? Se non l’abbiamo fatto, siamo ancora in tempo cerchiamoli, contattiamoli: i primi a tornare saranno loro, certo non i nuovi clienti: tanto vale tenerceli cari.
4. Non perdiamo tempo in inutili elucubrazioni su come attrezzare il locale alla riapertura, prima che le regole vengano scritte. Uniche regole sicure: distanza, mascherina, guanti e pulizia. Inutile fare altri castelli in aria prima che i decreti siano effettivamente approvati.
5. Pensiamo invece a come rendere queste regole meno opprimenti: mascherine colorate (ma efficaci), decorazioni del locale, se necessario, per rendere meno “vuoto” il posto, con piante, invenzioni architettoniche e altro.
6. Facciamo nostre queste regole e comunichiamole chiaramente alla nostra clientela, come pure le regole di sanificazioni e pulizia. Realizziamo dei depliant, se necessario, scriviamole su un cartello o una lavagna a muro, mettiamole in una sezione del sito: le persone verranno sicuramente più volentieri in un locale che dimostra di essere sicuro che in un altro.
7. Riscriviamo il menù, diminuiamo il numero di piatti e per quanto possibile la loro complessità: i clienti (e il vostro staff, sia in cucina che in sala) saranno purtroppo meno numerosi, il tempo di permanenza molto più breve, il servizio e la preparazione necessariamente più veloci.
8. Non diminuite i prezzi. Il vostro lavoro e gli ingredienti che usate hanno lo stesso valore di prima, ricordatevelo. Un cliente lo capirà e non si aspetterà sconti. Ogni ristorante e pizzeria ha il suo tipo di clientela, che si può permettere un certo tipo di spesa. Quella era e quella sarà.
Otto regole.
Regole di marketing, più che di enogastronomia. Seguitele: il rientro, la ripartenza sarà più lieve.