Lorenzo Marini, la performance “Tell Me Your Name” in Metropolitana a Milano e la mostra “Out of Words”
In attesa della riapertura al pubblico, oggi, da Gaggenau Hub della sua mostra personale “Out of Word” fino al 19 giugno, Lorenzo Marini ha arricchito il progetto di arte pubblica “Dynamictype” con la performance “Tell me Your Name” (Dimmi il tuo nome) realizzata venerdì 22 maggio all’interno della metropolitana di Milano, fermata Duomo. La performance è stata organizzata grazie alla collaborazione con IGPDecaux, al curatore Sabino Maria Frassà e al progetto Cramum della Fondazione Cure Onlus.
L’opera sarà visibile solo per due settimane (prima di essere coperta da un nuovo manifesto) alla fermata Duomo della metropolitana linea rossa di Milano (direzione Rho Fiera).
L’artista spiega così la sua performance: “Mi sono chiesto in un momento in cui siamo tutti così precari: quanto tempo può durare un’opera d’arte? Senz’altro non secoli e non decenni. Solo pochi giorni. Così ho progettato un’opera non vendibile, che sapevo sarebbe durata solo 15 giorni. Questo è infatti il tempo predefinito della durata di questo tipo di manifesti, solitamente utilizzati per fini commerciali”.
«Complice anche una diretta lunghissima e molto partecipata sui canali instagram di Cramum, il risultato di “Tell Me Your Name” non è stato solo l’essere un’opera transitoria e non commerciale, ma soprattutto il riuscire a creare empatia anche a distanza di sicurezza. Questa performance è quindi un’opera corale che ha cercato di colmare la distanza di sicurezza che dobbiamo mantenere con senso di appartenenza», afferma il curatore Sabino Maria Frassà.
Scrivendo con i pastelli a olio e pastelli a cera su uno dei 250 poster cartacei della metropolitana, Marini ha celebrato i singoli nomi delle persone che stanno facendo rivivere le nostre città. Nel rispetto delle distanza di sicurezza e con le mascherine i nomi sono stati indicati all’artista dai passeggeri della metropolitana, dai passanti e dalle persone che hanno assistito da tutto il mondo alla performance attraverso la diretta sui canali social di Cramum. Dando così un’identità precisa ai suoi type e conferendo un’interpretazione per la prima volta associata alle persone (e non alle cose), Marini ha invitato a usare l’opera d’arte come una bacheca dove ognuno possa scrivere il suo nome.
«L’idea di evidenziare ciò che una lettera suggerisce è l’esatto contrario di lavori di altri noti artisti che hanno voluto cancellare ciò che era scritto. Penso al contrario che l’arte contemporanea debba essere un dare qualcosa in più, condivisione ed empatia», conclude Marini.