Il Ritorno del Pubblivoro – Molto più che una tazzina
Quello del caffè è uno di quei settori di cui si potrebbe pensare che si sia già detto tutto. Da Carmencita a Clooney, passando per il Paradiso. Oggi esaminiamo due pubblicità che ci raccontano qualcosa di nuovo.
Iniziamo con Altromercato che si presenta con “Esiste un caffè che non è amaro per chi lavora?”. Il claim è il manifesto della pubblicità che pone al centro i Nicaraguensi che lavorano nella filiera del caffè. Lo spot è girato molto bene e la scelta di lasciare la narrazione alla voce degli abitanti è particolarmente riuscita. Questa, insieme all’idea di registrare i rumori in presa diretta, regalano un senso di verità al messaggio. Ma l’aspetto che ho apprezzato di più è stata la scelta di non porre l’accento sullo stato di bisogno o sulla carità e di presentare invece i protagonisti nel pieno della loro dignità, mentre raccontano con naturalezza quanto il caffè sia importante nella loro vita. Acquistare il caffè Altromercato diventa un gesto che sostiene quella normalità, senza sfruttamento, senza che il dolce del caffè consumato nel primo mondo renda amaro quello del terzo.
Molto interessante anche la scelta di Lavazza che, in occasione dei suoi cinquant’anni, ha un’idea particolarmente creativa. Invece di raccontare i propri cinquant’anni vuole raccontare l’Italia. Al centro della narrazione non c’è più il prodotto ma il Belpaese, quasi a significare (o forse senza “quasi”) che la storia dell’Italia e quella di Lavazza si sovrappongono e si fondono senza soluzione di continuità. Concept stupendo. Ma non finisce qui. L’idea è di raccontare come il Paese sia cambiato attraverso cinque protagonisti scelti molto bene, in omaggio alla diversity e alla pluralità. In un momento in cui la scelta del testimonial è molto tradizionale con volti televisivi mainstream oppure molto social con l’influencer del momento, qui la scelta è pensata proprio per rappresentare il divenire dell’Italia in modo da mettere in risalto la sua diversità e straordinarietà. Il video lancia il “viaggio” in cinque tappe da fruire sul sito di Lavazza. Se il passaggio sul web è a livello del lancio, sono molto curioso di vedere le cinque puntate come se assistessi a una miniserie. Tutto sommato siamo nell’epoca dell’on demand targata Netflix.