Il Ritorno del Pubblivoro – Merendine, fra trascurabili momenti di felicità e complottismo
In un momento storico in cui si cucina sempre di più, a scapito dell’acquisto di prodotti industriali, il mondo delle merendine è costretto a trovare idee particolarmente creative per promuovere i propri prodotti confezionati. Non potendo competere con l’artigianalità del prodotto casalingo diventa necessario lavorare su elementi di valore più sottili e meno legati alla funzione d’uso del prodotto. Oggi analizziamo due comunicazioni molto diverse tra loro.
Partiamo da Buondì Motta che prosegue il filone del surrealismo partito con la riuscitissima pubblicità del meteorite che colpisce i genitori della giovane ragazzina che, tra le altre cose, parla come se fosse posseduta dal demonio. L’idea parte dal fenomeno attualissimo dei cospirazionisti. Ecco che durante la colazione familiare appare il personaggio con l’ipotesi assurda delle 5G o del “buondìpiattismo”. Molto bello il cambio di luci sull’ipotesi strampalata e la scelta di continuare sull’onda del surrealismo con la comparsa, appunto surreale, del complottista che viene liquidato senza sorpresa e con sufficienza dalla famiglia. Una creatività rinnovata e che supera di gran lunga lo spot passato sulla deficienza artificiale che partiva, sì, da un’idea forte, ma che in qualche modo risultava non abbastanza surreale confronto ai precedenti, zombie compresi naturalmente.
Mulino Bianco continua il filone dei “Trascurabili momenti di felicità” che già in precedenza ho commentato in questa rubrica. La scelta è giusta. La costanza e la coerenza oggi sono la chiave per legare i valori al brand. Gli ultimi tre vedono protagonisti Alberto e il Pan Bauletto, Sofia e il PlumCake ed Elisa e i Baiocchi. Tutti molto ben scritti e con una fotografia che mantiene il family feeling visivo, al pari di una bella serie Netflix.
La scrittura è intrigante e i piccoli momenti di felicità sono ben scelti, tanto da far rispecchiare almeno una volta lo spettatore. Il più riuscito è sicuramente il momento di Elisa che si pappa la farcitura del baiocco prima che il compagno si impossessi della frolla. La complicità della coppia ci riporta nel fantastico mondo degli affetti familiari perfettamente raccontati negli anni 80 dalla Barilla. Il concept è molto attuale e vicino a questo periodo in cui, viste le difficoltà, apprezzare quelle “cose” piccole ma importanti, che in altri momenti ci sfuggivano perché scontate o perché non avevamo il tempo di soffermarci, diventa una medicina omeopatica alla crisi.