Touchpoint Days\\Strategy: mirare al futuro con i piedi ben piantati nel presente
Bruno Bertelli, Angelo Mazzi e Andrea Mastropaolo, Riccardo Falcinelli e Francesco Riganti, Elena Grinta e Maurizio Nichetti sono stati gli ospiti della giornata di chiusura di questa prima edizione dei Touchpoint Days\\Strategy, l’evento di Oltre La Media Group dedicato al tema della strategia di marca, raccontata attraverso una pluralità di punti di vista. L’appuntamento, trasmesso questo pomeriggio dagli studi di Fabbrica di Lampadine a Milano, è stato condotto dal Direttore di Touchpoint Andrea Crocioni e dall’editore Giampaolo Rossi. “Punti di vista, futuro o presente?” è stato questo l’interrogativo che ha fatto da fil rouge all’incontro. In un’era digitale che ha prodotto una società tutta orientata verso il presente, ostaggio del “qui e ora”, gli ospiti della tre giorni hanno puntato in maggioranza su una strategia orientata al futuro, sottolineando l’importanza di proiettarsi in avanti anche in uno scenario come quello attuale, caratterizzato da una scarsa visibilità. Con questa giornata si conclude il ciclo dei Touchpoint Days 2020, l’appuntamento con la prossima edizione del format di Oltre La Media è per la primavera del 2021.
Bruno Bertelli, Global CCO Publicis WW & CCO Publicis Groupe
Oggi la comunicazione è diventata molto più legata all’ora, a quello che sta accadendo adesso. È molto più reattiva e meno proiettiva. Succede qualcosa nel mondo e la comunicazione reagisce, soprattutto quella di successo. Questo ha delle implicazioni molto positive in termini di rilevanza per il consumatore, sicuramente ha un impatto un pochino più negativo in termini di proiezione. La pubblicità classica quando è nata è stata sempre proiettiva: io ti do un’immagine aspirazionale, in modo che tu cerchi di migliorare il tuo stato. Questo è quello che muove il mondo fondamentalmente. In questo momento la comunicazione è più “guarda ti sono vicino, la penso come te, so cosa stai sentendo”. Un gap da colmare sicuramente è quello di aiutare le persone a proiettarsi nel futuro e ad avere una visione positiva rispetto al futuro.
Angelo Mazzi, Founding Partner di Digital Yummies & Mai Tai
Fare strategia è mettere insieme più cose e giocare sul fattore temporale. Quello che noi spesso confondiamo è la tattica con la strategia: riuscire a intervenire con delle azioni estemporanee legate a delle contingenze del momento, che va benissimo, ma è tattica, rispetto invece all’analisi e allo studio di una serie di fattori, molto più ampia e variegata, che ti permette di mettere in campo una buona o una cattiva strategia.
Andrea Mastropaolo, Founding Partner di Mai Tai
Normalmente la strategia è fondamentale per arrivare a un risultato pensato nel corso del tempo. Sicuramente quello che sta succedendo adesso, nonostante la situazione, ha creato un momento in cui è stato possibile impostare una strategia a lungo termine, proprio per il tempo che abbiamo avuto a disposizione. Ci siamo fermati a pensare e abbiamo unito le forze per cercare di vedere quello che possiamo immaginare per il futuro. Questo è stato importante. La prontezza di un imprenditore è cercare di vedere al di là, di vedere quello che sarà il mondo futuro, specialmente dopo un momento come quello che stiamo vivendo.
Francesco Riganti, Direttore Marketing di Mondadori Retail
La cultura che passi da un libro o da altra forma di espressione artistica ha un ruolo chiave nel rendere il presente di per sé sfuggente, il grande connettore tra il passato e il futuro. Allora se è vero che la promozione del libro come ogni prodotto oggi può beneficiare di nuovi strumenti e canali di comunicazione, pensiamo ai social, alle community, al digital a nuovi linguaggi dove i testi sono fortemente arricchiti dalle immagini, dall’altro il libro è già di per sé uno strumento di promozione di se stesso. Oggi ancora uno dei driver promozionali principali per la scelta di un libro è “ne è ho sentito parlare, me lo hanno consigliato”.
Riccardo Falcinelli, scrittore e graphic designer
Nel caso dei mestieri creativi credo che quello che ti fa trovare pronto al futuro, quale che sia, è sempre la qualità. Se tu fai una cosa fatta davvero bene tu il futuro già lo stai inventando. Troppo spesso negli ultimi vent’anni io mi sono trovato con dei committenti, magari non particolarmente illuminati, che per la smania di futuro volevano cavalcare le novità ultime. Ma una novità non è necessariamente il futuro. Una novità si può bruciare in tre mesi e diventare subito il passato. Per me il futuro è qualcosa che dura e ci garantisce di fare le cose su un tempo lungo. Il libro è una merce che funziona su tempi lunghissimi.
Elena Grinta, Founder EG Media SB Editrice di BeIntelligent
Consiglierei alle aziende di calarsi al 100% nel presente, un po’ per risolvere almeno uno degli errori che abbiamo portato avanti fino adesso che è quello di guardare al futuro partendo da basi che non sono radicate nel presente ci portano dove siamo oggi. Se le aziende non guardano esattamente dove siamo oggi difficilmente riusciranno a creare il loro futuro. E il loro futuro non significa quello della loro azienda. Il futuro verso il quale ci stiamo proiettando è quello della società tutta, di cui loro fanno parte. Io credo moltissimo nel ruolo sociale che possono avere le aziende. Quindi per guardare veramente al futuro le aziende devono guardare molto bene al presente. Al loro presente, chi sono e cosa stanno veramente facendo, e al contesto in cui oggi siamo. Solo così riusciranno a proiettarsi nel futuro in maniera vincente.
Maurizio Nichetti, attore e regista
La strategia non può prescindere dai linguaggi. Mentre una volta si lavorava per promuovere un prodotto in Tv, la televisione era il massimo per una campagna pubblicitaria, gradualmente ha perso questa centralità. Con l’avvento delle Tv private e delle telepromozioni le cose hanno cominciato a cambiare, poi sono arrivati Internet e i social… Così oggi quando parli con un cliente non si chiede più quanti passaggi fai in televisione, o quante uscite fai sul giornale. Piuttosto si parla storytelling, di trasversalità dei media, di un rincorrersi di curiosità, da un’apparizione in TikTok a un rimando sul sito per poi rimbalzare su un altro social. è chiaro che tutti questi percorsi oltre a essere uno storytelling un po’ avventuroso sono forieri di tante professioni nuove.