La Event Industry rivendica il suo ruolo per l’economia e per la ripresa
Le associazioni che rappresentano le imprese e i professionisti del settore dei congressi, dei convegni e degli eventi aziendali e privati, ADMEI – Alleanza Delle Cooperative Italiane (Cultura, Turismo, Comunicazione) – AIIC Italia- ANBC – Club degli Eventi e della Live Communication – Convention Bureau Italia Federcongressi & Eventi – FERPI – FEU – ICCA – Mpi Italia Chapter – Site Italy – UNA, riunite sotto l’egida di #Italialive, a tutela di un settore in ginocchio, duramente colpito dallo stop a ogni tipologia di evento dagli ultimi Dpcm, consapevoli di questa fase politica così delicata e importante per l’Italia, hanno presentato per l’ennesima volta alle Autorità richieste di sostegno, non di assistenza, per un settore ormai ridotto sul lastrico, con una lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
In particolare il documento chiede non sussidi, ma ristori e norme che permettano di dare continuità alle imprese, di non licenziare i dipendenti e non disperdere così competenze e creatività invidiate nel mondo. «È passato ormai quasi un anno dall’inizio della pandemia – riporta la lettera -. È cambiata la nostra vita, è cambiato il Governo ma non è cambiata la Event Industry, ferma dal primo giorno e con lei le sue aziende e i suoi collaboratori. Un intero comparto, e parliamo soprattutto di PMI, sta affrontando una crisi senza precedenti che si traduce in un drammatico calo fino a oltre l’80% del fatturato a causa della pandemia e che rischia di chiudere definitivamente i battenti dopo gli ultimi provvedimenti governativi e la pressoché totale indifferenza sulla drammatica situazione, che impone lo stop a convegni, congressi ed eventi aziendali. Un’industria, quella dei congressi e degli eventi che è volano di produttività ed esportazioni, che traina il turismo generando un indotto di circa 65 miliardi di euro con un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi di euro/anno (l’Italia rappresenta la sesta nazione al mondo per impatto economico generato dal settore degli eventi e dei congressi), e che impiega 569 mila addetti: ora lotta per la sopravvivenza. Una buona notizia è la ricostituzione del ministero del Turismo, con portafoglio, assegnato a Massimo Garavaglia. Un segnale positivo che attesta la consapevolezza del nuovo Governo dei danni subiti da tutta la filiera ad esso collegata, compresi cultura, eventi, spettacolo e congressi. Numeri alla mano, una battuta d’arresto letale per un’industria che negli ultimi 5 anni aveva conosciuto un positivo e costante percorso di crescita, con un tasso di incremento medio del numero di eventi del 4,1% annuo».
Fondamentale sottolineare e da non sottovalutare che, grazie alla responsabilità di tutti, il settore dei congressi e degli eventi è estremamente professionalizzato, sicuro e pronto anche per dare un contributo concreto mettendo a disposizione competenze e strutture per la campagna di vaccinazione Covid19: i centri congressi, gli alberghi e tutta la filiera connessa all’organizzazione degli eventi hanno investito ingenti risorse in sistemi di sanificazione, si sono dotati e applicano protocolli di sicurezza stabiliti nelle “Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative” elaborati da Federcongressi&eventi e approvati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome al pari del comparto Museale che sta riaprendo e nondimeno continuiamo ad essere esclusi tra l’indifferenza generale.
«Ormai siamo allo stremo – ribadiscono i rappresentanti del comparto – così si condanna a morte certa il settore, e con essa il “diritto al lavoro” compromettendo anche tutto il 2021-2022, considerata la lunga gestazione di cui necessitano gli eventi congressuali e non solo».