Rai Radio, Roberto Sergio annuncia un nuovo progetto sull’ascolto digitale
Al via prima dell’estate. Il commento del manager sul World Radio Day di sabato 13 febbraio
Il 13 febbraio si è celebrato il World Radio Day e il giorno prima, il Direttore di Rai Radio Roberto Sergio è intervenuto all’interno della trasmissione Radio anch’io di Rai Radio 1, facendo un quadro del panorama della radio oggi e dando alcune anticipazioni della radio che verrà.
«La radio oggi è totalmente cambiata rispetto a quello che era solo 10 o 5 anni fa – ha commentato -. Mai come in questi ultimi anni si è assistito a una vera e propria rivoluzione che ha minato le fondamenta stesse delle radio. Se non è chiaro, basta provare a rispondere a questa domanda: che cosa è la radio oggi? Fino a pochi anni fa la risposta era certa: una scatola, un hardware che emetteva musica e parole trasmesse via etere. Oggi la radio non è più un hardware. La trasmissione non avviene più solo via etere. D’altro canto, le playlist di Spotify, in cui non c’è parlato, vengono definite dalla stessa Spotify “radio”. E così fanno gli altri provider di servizi di musica online».
Al microfono di Giorgio Zanchini, Sergio ha scorso poi il lavoro fatto in Rai Radio per portarla allo standard di eccellenza attuale: «Quando sono arrivato alla Direzione nel 2017, Rai Radio era ancora in gran parte analogica. Non bastava un semplice restyling: abbiamo rivoluzionato fin dalle basi il nostro modo di lavorare. Oggi, dopo questi tre anni, Rai Radio rappresenta un modello produttivo all’avanguardia, interamente digitalizzato: tutti gli studi più importanti sono stati rifatti in pochi anni, i sistemi informatici sono stati ammodernati, tutto il flusso fino alla messa in onda è stato rinnovato. E nel percorso di ammodernamento ci siamo concessi il lusso di pensare non solo in termini audio ma anche video. È così che è nata la visual radio, con una missione specifica: contattare le generazioni più giovani, che hanno un approccio ai mezzi fortemente visivo. Poi, la convergenza digitale ha fatto sì che il nostro canale di visual radio fosse fruibile anche sui televisori connessi, dove portiamo di fatto un canale nuovo, di intrattenimento h24, che mancava nel bouquet Rai. A un costo irrisorio rispetto all’occupazione di banda televisiva».
I numeri stanno dando ragione alla virata visual, se si pensa che Radio 2 in video viaggia sulle 50 mila ore di visione a settimana: un numero che inserisce di diritto il canale radio nelle prime posizioni fra i canali Rai più visti online. Altissimo il tempo di permanenza: quasi 40 minuti in media per ogni sessione di visione. L’altro effetto positivo della digitalizzazione di Rai Radio è stata la nascita di un nuovo polo produttivo multimediale. Oggi la radio ha in via Asiago e nelle altre sedi principali, un asset importantissimo: un hub produttivo all’avanguardia che può essere utilizzato da tutta Rai per le proprie produzioni.
Sergio ha poi anticipato una novità in arrivo. «Siamo in un momento cruciale per il sistema radio in Italia. Un momento che ha coinciso anche con un anno faticosissimo per l’emergenza sanitaria che stiamo ancora vivendo e che però ci dà moltissimi stimoli per il futuro. Per questo, non ci fermiamo qui, e stiamo anzi lavorando a un nuovo progetto che interesserà l’area dell’ascolto digitale. Sarà una novità per noi molto importante, che verrà presentata a breve e prenderà il via prima della prossima estate. Un nuovo tassello alla nostra rivoluzione digitale».
E, a proposito del World Radio Day, Sergio ha espresso un augurio «di buon lavoro a tutte le donne e gli uomini delle nostre 12 radio e a tutti i colleghi delle radio competitor. In particolare, mando un virtuale in bocca al lupo agli amici di Radiospeaker che hanno organizzato una intera giornata dedicata al mondo delle radio. Credo che iniziative come queste facciano molto bene alla radio e al sistema dei media in generale».