Il Ritorno del Pubblivoro – I brand tra il dire e il fare
Quando un’azienda profit promuove delle iniziative socialmente utili è fondamentale che, prima di tutto, ci creda e poi che intraprenda delle azioni concrete. Come dicono Elio e Le Storie Tese, tra il dire e il fare c’è di mezzo “e il” e questo “e il” è immensamente grande, forse più del mare.
Oggi analizziamo due esempi di comunicazione sociale riusciti proprio perché concreti.
Il primo è L’Oréal che, con “Un domani per tutti”, sostiene una campagna di microcredito per le piccole attività in difficoltà. Infatti, l’azienda mette a disposizione un euro per ogni prodotto L’Oréal e Garnier acquistato. Lo spot è girato molto bene e nella prima parte mette in risalto le difficoltà degli esercenti. In modo particolare è molto efficace il passaggio del bambino che attacca il cartello sulla saracinesca del negozio del padre. La seconda parte mostra come si può contribuire ad aiutare gli esercenti mostrando l’acquisto dei prodotti e spiegando l’iniziativa. La terza e ultima parte invece fa vedere il risultato dell’operazione, con le persone che lavorano nelle proprie attività. Tutte e tre le parti sono collegate in maniera armonica. Non è un caso che lo spot nell’ultima parte sia totalmente al femminile quasi a indicare una solidarietà di genere: donne che aiutano le donne. La bellezza forse non salverà il mondo, ma potrà dare un contributo alle piccole attività italiane.
Molto diversa l’iniziativa di Fastweb che, in occasione della giornata contro il bullismo, esce con una comunicazione molto interessante con #connessicontroilbullismo. Su questo tema è facile cadere nella retorica o nell’approccio didattico che difficilmente può incidere sulla sensibilità o sull’atteggiamento dei ragazzi.
La strada è quella di affrontare il tema in tutta la sua crudezza con una raffica di insulti ed esclamazioni che, ascoltate tutte insieme, mettono un po’ a disagio. Ed è proprio questo disagio che si prova che innesca una riflessione su quanto sia grave utilizzare questi epiteti con i coetanei.
In un mondo in cui il politicamente corretto costringe la comunicazione pubblica a giri di parole e sinonimi edulcorati, questa campagna esce a gran voce e si fa notare.
La concretezza sta nel mostrare direttamente e nel far calare l’ascoltatore nella situazione.
Se non è concretezza questa!