Questione di etichetta – L’abito fa il ministro
Lo avete visto come i nostri leader politici si sono abbigliati per il cambiamento? Una metamorfosi che racconta lo stato d’animo e la necessità di adeguarsi a un nuovo momento.
Una lezione che dobbiamo imparare perché l’abito fa il ministro ma fa anche parte della nostra personalità e quotidianità. L’abbigliamento che scegliamo per una determinata situazione contribuisce a formare l’opinione che gli altri si fanno di noi.
Osservando il mondo politico italiano, di solito in Parlamento si vede un po’ di tutto ma nel rispetto delle regole ferree dettate nelle due Camere. Vestiti o cravatte colorate, tacchi vertiginosi, barbe e acconciature più o meno curate.
Il tutto condito da ornamenti e feticci che ricordano allo spettatore l’appartenenza a un determinato partito. Poi un abuso di simboli d’autorità che esprimono potere, inducono fiducia e dovrebbero comunicare serietà se non portati in eccesso.
C’è chi sceglie come ornamento nelle occasioni importanti la cravatta o la pochette verde, c’è chi porta una spilla del proprio partito e chi non abbandona mai il doppiopetto. In generale negli ultimi anni i rappresentati politici hanno indossato un po’ di tutto, con tendenza verso l’informale e ogni tanto verso il bizzarro. Nelle ultime due settimane qualcosa è cambiato.
Il mutamento di alcuni politici, verbalmente espresso durante i colloqui con il presidente Mario Draghi, è stato anticipato e sottolineato con il modo di vestirsi. Abiti scuri come i visi, abbinati a camicie abbottonate come le bocche. Cravatte di colori neutri come le idee e scarpe di pelle lucide come il viso. Poi c’è stato chi ha invece voluto sottolineare la propria discordanza con un’entrata costruita in modo originale e ha scelto come ornamento una stampella. Mimica e linguaggio del corpo in perfetta sintonia con il mal di gamba e il malumore politico.
Auguri di pronta guarigione, a proposito.
Guardando le foto del giuramento tutti nell’abito d’ordinanza, abito e tailleur rigorosamente scuri abbinati a camicia bianca e per i Signori una cravatta di tonalità azzurra, bottone centrale della giacca chiuso per la foto e barba curata. Solo una delle Signore ha osato una giacca a fiori che si abbina bene alla sua carica di Ministra per le politiche giovanili.
I politici hanno così dimostrato di conoscere bene le dinamiche istintive che scattano nelle persone fin dal primo incontro. Dinamiche che possiamo imparare a gestire per suggerire subito a chi incontriamo cosa deve pensare di noi. Scegliendo tutti un abbigliamento formale, hanno sottolineare la propria volontà di sembrare competenti, seri e autorevoli.