Il Giusto Mezzo lancia l’iniziativa #restituiscoilpacco
Il lavoro perso. Il lavoro fermo a causa delle restrizioni. Il lavoro reso impossibile dalla didattica a distanza. Il Giusto Mezzo, movimento spontaneo della società civile per la parità tra donne e uomini in Italia, lo mette tutto in una scatola e, sotto l’hashtag #restituiscoilpacco, lo consegna al premier Mario Draghi per reclamare il diritto sancito dall’articolo 4 della Costituzione. Giovedì 18 marzo, alle 14.00, le attiviste del Giusto Mezzo saranno a Roma, davanti a Palazzo Chigi, per affidare al capo del Governo i loro strumenti e abiti professionali: toghe, maschere teatrali, tesserini, camici, pennelli, calcolatrici, laptop, macchine fotografiche e ogni strumento di lavoro di fatto inutilizzabile. Nel 2020 a perdere la propria occupazione sono state 99 mila donne, il 98% dei nuovi disoccupati. A causa delle restrizioni, altrettante non possono esercitare la propria professione.
A tutto questo si aggiunge la didattica a distanza: con i ragazzi e bambini a casa, dalle superiori ai nidi, infatti, la cura e la formazione dei più piccoli è lasciata interamente ai genitori. E, come dimostrano i dati dei permessi presi durante l’emergenza sanitaria, quasi sempre alle madri. Il Giusto Mezzo ritiene che i congedi e le misure di supporto, il lavoro agile, i nidi chiusi e la mancanza di certezze sulle riaperture siano un invito ad abbandonare la propria professione.
Ecco perché le attiviste, dopo averlo fatto simbolicamente sui social da ogni parte di Italia, consegneranno al premier Draghi una scatola contenente tutti gli strumenti e gli abiti da lavoro che oggi non possono usare perché hanno perso il lavoro, perché la loro attività è chiusa o perché, a discapito di quanto ritiene il governo, non è possibile gestire la propria professione prendendosi cura dei figli solamente perché si è in smart working. Le attiviste si riuniranno in Piazza del Parlamento. Poi, una piccolissima delegazione si recherà a Palazzo Chigi per la consegna della scatola.