La radiovisione: una formula vincente diventata fenomeno di massa
Quotidianamente 34 milioni di italiani premiano la radio con gli ascolti, mentre oltre 4 milioni seguono la radiovisione sugli schermi Tv. Un fenomeno, quest’ultimo, che ha avuto un’accelerazione durante la pandemia.
Nel primo semestre del 2021 le persone che seguono la radiovisione sono aumentate del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Se allarghiamo l’orizzonte, gli italiani che guardano anche saltuariamente la radio in tv superano gli 11 milioni e questa modalità di fruizione è stata “scoperta” da ben 5 milioni di persone nell’ultimo anno e mezzo. È quanto emerso ieri nel corso della presentazione a Roma del 2° Rapporto del Censis “La transizione verso la radiovisione”.
Lo studio è stato illustrato da Anna Italia del Censis e discusso da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, Luca Bernabei, Amministratore Delegato di Lux Vide, Igor De Biasio, Amministratore Delegato di Arexpo e Consigliere di Amministrazione della Rai, Massimo Giletti, giornalista e presentatore radiofonico e televisivo, e Massimiliano Panarari, saggista e sociologo della comunicazione presso l’Università Mercatorum. Grazie alla sua “flessibilità” la radio si dimostra uno dei media più in sintonia con le nuove abitudini degli italiani.
Quelli che seguono i programmi radiofonici da device diversi da quelli tradizionali sono complessivamente più di 19 milioni. L’81,4% degli italiani è convinto che la radiovisione sia un nuovo media che combina i contenuti di qualità della radio con le infinite possibilità di ascolto e di visione in diretta su una molteplicità di schermi: il televisore, il pc, il tablet e lo smartphone.
Cosa convince il pubblico? La programmazione in sintonia con gli stili di vita degli ascoltatori, il palinsesto di informazione e intrattenimento con contenuti credibili, affidabili e garantiti da team di professionisti che gli utenti conoscono e con i quali possono stabilire una relazione durante le trasmissioni in diretta. Superata la prova della pandemia: i programmi radiofonici sono usciti bene dall’infodemia scatenata dall’emergenza sanitaria.
Per l’82,6% degli italiani la fiducia nella radio è rimasta invariata nell’ultimo anno, per il 6,1% è aumentata. La radio batte tutti gli altri media. Perché la fiducia nella tv è aumentata per il 5,8%, quella nella stampa per il 2,7%, quella nel web solo per il 2,5%. L’81,7% degli italiani ritiene che il successo dei programmi radiofonici dipenda dalla credibilità e affidabilità dei loro contenuti. Le notizie di politica nazionale sono quelle che interessano di più gli utenti: il 40,1%.
Al secondo posto, in forte crescita nell’anno della pandemia, le notizie riguardanti scienza, medicina e tecnologia: catturano l’attenzione del 34,9%. Seguono: stili di vita, viaggi e cucina (28,8%), cronaca nera (27,9%), sport (26,7%), cultura e spettacoli (25,8%). I gusti degli utenti della radio cambiano in base al sesso. Gli uomini preferiscono la politica nazionale (il 45,5% contro il 34,4% delle donne), lo sport (il 45,4% contro il 7,2%) e l’economia (il 23,2% contro il 9,9%). Le donne sono attratte di più dalle notizie riguardanti stili di vita, viaggi e cucina (il 40,5% contro il 17,5% degli uomini), cultura e spettacolo (il 33,8% contro il 18,1%), gossip e cronaca rosa (il 28,8% contro il 6,2%).
La radio si dimostra anche fra i mezzi tradizionali quello che si sposa meglio con il digitale. Il 63,1% degli italiani è convinto che il futuro dei contenuti audio non saranno le piattaforme online di musica a pagamento, che offrono lo streaming on demand di brani selezionati in base ai gusti personali dell’utente (la pensa così anche il 51,7% dei più giovani).
Per il pubblico due fattori conferiscono un valore aggiunto alla programmazione radiofonica rispetto alle piattaforme digitali: i contenuti realizzati da una redazione di professionisti e la programmazione in diretta. Il 90,1% sottolinea la differenza tra i programmi offerti all’interno di un palinsesto realizzato da redazioni professionali, ricco di musica e di contenuti informativi, e le piattaforme on demand, che offrono esclusivamente musica selezionata in modo personalizzato. L’85,2% sottolinea che la peculiarità della radio è di essere live e di riuscire così a mantenere un contatto diretto con il proprio pubblico.
RTL 102.5: i pionieri della radiovisione in Italia
I dati del Censis diffusi oggi all’interno del rapporto “La transizione verso la radiovisione” confermano l’indiscusso successo della radiovisione: credibile, professionale, sempre in diretta e fruibile su qualunque schermo in tv o in streaming. È un mezzo perfetto che integra tecnologia e tradizione ed è seguito saltuariamente da ben 19 milioni di italiani.
«Lo studio del Censis sulla radiovisione dimostra quanto il lavoro di RTL 102.5 abbia anticipato i tempi inventando di fatto la radiovisione con scelte all’avanguardia che hanno potenziato l’efficacia della trasmissione e la valorizzazione degli inserzionisti pubblicitari», ha commentato Lorenzo Suraci, Presidente di RTL 102.5 subito dopo la presentazione del Rapporto Censis a Roma.
«La radiovisione non è solo un’immagine aggiunta alla voce – ha aggiunto Suraci – ma è un prodotto completamente nuovo, capace di portare i contenuti contemporaneamente su tutte le piattaforme di trasmissione e di garantire così massima libertà di fruizione agli ascoltatori. La ricerca del Censis conferma dunque l’altissimo gradimento della radiovisione e l’importanza dell’offerta di contenuti credibili, affidabili e in diretta, che RTL 102.5 ha potenziato a 360 gradi».