Conversion E3: integrazione, “missione” compiuta. Nel 2021 corre il new business
Intervista al CEO Alberto Rossi
Con l’acquisizione di Conversion e la fusione con E3, il Gruppo DigiTouch ha dato vita a un’agenzia leader nell’omnichannel marketing. Strategia, creatività e tecnologia sono gli ingredienti essenziali di questa nuova “ricetta” nata per rispondere alle esigenze di aziende che sempre di più chiedono ai propri partner velocità, concretezza e competenza sui diversi touchpoint, oltre che la capacità di leggere un mondo della comunicazione che cambia molto rapidamente, trainato dall’evoluzione della tecnologia. Oggi, dopo poco più di un anno, Conversion E3 è un punto di riferimento sul mercato e un esempio di integrazione ben riuscita. Di questo abbiamo parlato con il CEO Alberto Rossi, che con il CCO Sergio Spaccavento, è uno degli artefici di questo successo.
Nel maggio 2020 veniva annunciata la fusione fra Conversion ed E3, è passato poco più di un anno: può tracciare un bilancio dell’operazione? Quali frutti ha portato questa integrazione?
In questo ristretto arco temporale abbiamo portato a compimento la fusione a livello organizzativo. Credo che l’aspetto più rilevante sia rappresentato dal fatto che questa “nuova” realtà eredita il DNA dalle due agenzie che l’hanno generato. Un incontro che dà vita a qualcosa di ancora più idoneo ad affrontare le complessità del mercato. Possiamo dire che il posizionamento omnicanale di Conversion si è rinforzato e ha tratto beneficio dallo sguardo digitale e tecnologico di E3. Abbiamo davvero trovato un equilibrio “terzo”. A questo si aggiunge il fatto che abbiamo trattenuto sostanzialmente tutti i nostri talenti, creando i presupposti per uno spirito di squadra che fa funzionare l’agenzia e porta i suoi frutti. Non è un caso che i clienti ci abbiamo rinnovato la fiducia, coinvolgendoci su progetti molto importanti. In più, e non è un aspetto secondario, l’appartenenza a un gruppo come DigiTouch, tutto orientato all’innovazione, ci avvantaggia e ci apre nuove opportunità. Oggi in Conversion E3 siamo 70, tutti orientanti sul nostro core business, all’interno di un gruppo che conta 300 professionisti. Ci sono tutti i presupposti per sviluppare questo progetto di crescita in un contesto molto ricettivo.
Sul fronte del new business che anno è stato questo 2021?
Molto positivo, siamo molto soddisfatti. Hanno iniziato a lavorare con noi realtà come N26 e Haier, il numero 1 al mondo nel settore degli elettrodomestici: tutti clienti che ti fanno crescere. In più in questo nuovo percorso ci hanno seguito i clienti che già collaboravano con noi. Parlo di realtà come Sony, Disney e un importante operatore del mondo bancario solo per citarne alcuni. Credo che il new business più importante, anche se non sempre lo si sottolinea, sia quello che si fa quando si riconquista la fiducia di chi ti ha già scelto. Abbiamo avuto un forte tasso di customer retention, intorno al 90%, segno che l’operazione di fusione è stata compresa e apprezzata. Le aziende si muovono in uno scenario sempre più articolato e complesso. Questa complessità finisce sul nostro tavolo e con questo nuovo assetto siamo in grado di rispondere ancora meglio ai bisogni che i clienti ci manifestano nel quotidiano. Strutturalmente le aziende non riescono a muoversi così veloci, a sostenere quel ritmo evolutivo così spinto che la omnicanalità richiede.
Quali dei progetti che avete recentemente realizzato raccontano meglio questo nuovo corso?
Credo che in tal senso il progetto che lo racconta meglio sia quello che stiamo seguendo per un’importante azienda italiana e che ci vede attivi su diversi fronti: dal content alla creatività, dalla strategia ai social fino ad arrivare alla pianificazione. In questo caso l’omnicanalità non riguarda solo il contenuto, ma anche il media. Un altro progetto particolarmente rilevante riguarda un’altra importante azienda italiana. In questo caso stiamo gestendo il front-end del portale business, un impegno che richiede un’ottimizzazione continua. Questo incarico è emblematico della nostra capacità di gestire progetti complessi per aziende molto importanti da un punto di vista dimensionale.
Il mercato oggi chiede alle agenzie creatività, ma anche la capacità di portare innovazione nei processi di comunicazione. Quanto la tecnologia è in grado di arricchire la proposta di Conversion E3?
Fondamentale. Noi vogliamo essere sempre un passo avanti proprio sul fronte dell’evoluzione tecnologica. Il contenuto è importante, ma la tecnologia è essenziale. La tecnologia è un asset fondamentale e abilitante in generale, ma quando si parla di interfacce rappresenta il focus.
Quali sono le prospettive per il 2022?
Il 2022 sarà un anno dove veramente si vedranno i risultati del nostro lavoro di integrazione in uno scenario segnato da una crescita trainante. Guardando in particolare al nostro settore ritengo che ci sarà una spinta ulteriore verso una concentrazione dei player, proprio per rispondere a quella complessità a cui facevo cenno prima. È un tema di competenze che spinge all’aggregazione. Il mercato così si consolida. I segnali ci dicono tutti che questo trend subirà un’accelerazione. Noi ci siamo già mossi in questa direzione, ma siamo aperti ad altre opportunità che ci possano rendere ancora più competitivi.