Dietro la leggenda di Babbo Natale
È una bella frase da dire a una cena, soprattutto se la cena si svolge durante le festività natalizie: «Certo, Babbo Natale non si è mai vestito di rosso fino a quando una pubblicità della Coca-Cola non ha cambiato il colore del suo vestito».
Questa affermazione è sorprendente e in qualche modo scioccante – non ditelo ancora ai vostri figli – perché sembra che l’amata figura di Babbo Natale sia stata deviata da un marchio di bevande gassate. La verità non è proprio così.
Andiamo sulla nostra slitta che viaggia nel tempo e torniamo in America nel mezzo della Depressione.
È il 1931 e la disoccupazione ha raggiunto otto milioni di persone, essendo raddoppiata in un anno. L’allegria è una merce rara. Coca-Cola pubblica annunci di Natale dagli anni ‘20. Babbo Natale si presentava in molte forme a quei tempi, con alcune immagini che lo raffiguravano magro e avvolto in un mantello verde, anche se la sua barba bianca era spesso lunga fino al ginocchio.
L’agenzia pubblicitaria di Coca-Cola era D’Arcy (fondata da Bill D’Arcy) e il suo “Don Draper” era un ragazzo di nome Archie Lee. Archie era un genio creativo, che era riuscito per la prima volta a posizionare la Coca Cola come bevanda invernale nel 1922 con lo slogan “La sete non conosce stagione”. Credeva così tanto nella Coca-Cola che aveva persino investito nell’azienda. Era un visionario, ma non è lui l’eroe di questa storia.
Lo è invece un certo Haddon “Sunny” Sundblom, un illustratore di origini scandinave nato nel Michigan. Archie chiese a Sundblom di rappresentare un Babbo Natale iconico, ma pur sempre una persona “reale”. L’artista prese spunto dalla poesia di Clement Clark Moore “A Visit From St Nick” (che ovviamente inizia con “Era la notte prima di Natale…”).
Il Babbo Natale della poesia è un tipo tenero e allegro. Haddon Sundblom diede al suo Babbo Natale sembianze grassocce e occhi scintillanti. Era vestito con un abito rosso vivo, ma non era la prima volta che il personaggio veniva raffigurato così: nelle cartoline di Natale che la famiglia di Sundblom riceveva dai parenti in Svezia e Finlandia, l’equivalente di Babbo Natale tradizionalmente indossava un completo rosso e bianco.
Il Babbo Natale di Sundblom fu subito un successo e l’artista continuò a dipingerlo fino al 1964, quando altri artisti subentrarono ma mantennero lo stesso modello. La visione del 1931 del personaggio, un simbolo di gioia nato durante la Depressione, si è radicata nella cultura popolare ed è diventata l’immagine che i bambini hanno di Babbo Natale quando non riescono a dormire alla Vigilia.
Per quanto riguarda Haddon Sundblom, la sua ultima illustrazione è stata una copertina di Natale per Playboy nel 1972. Sembra che fosse destinato a rimanere per sempre legato a questo periodo dell’anno – e sicuramente ha dato alla stagione uno dei suoi più grandi doni.
Fonti: “For God Country and Coca-Cola”, di Mark Pendergrast; “Adland: A Global History of Advertising”, di Mark Tungate; “Five Things You Never Knew About Santa Claus and Coca-Cola”
www.coca-colacompany.com