L’e-commerce B2C crescerà in Italia oltre i 45 miliardi di euro nel 2022 (+14%)
Il Presidente Roberto Liscia alla plenaria di ieri mattina: «Sfruttare il PNRR in chiave di creazione di valore sistemico e competitivo per tutto l’ecosistema digitale»
Nel 2022 gli acquisti online degli italiani cresceranno del +14% e raggiungeranno 45,9 miliardi di euro. I prodotti segnano un +10% rispetto al 2021 e arrivano a 40 miliardi, mentre i servizi valgono 11,9 miliardi (+28% rispetto al 2021) grazie ai segnali di ripresa già evidenziati lo scorso anno.
Questi alcuni dei dati aggiornati sul mercato e-commerce in Italia, secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano (realizzato con Accenture Interactive, Adobe, Akeneo, Alpenite, Banca Sella, BRT, DHL Express Italy, Drop | e-business & love!, eBay, Fiege Logistics, GLS Corriere Espresso, GS1 Italy, Intesa Sanpaolo, LexisNexis Risk Solutions, LIFEdata, Mirakl, Nexi, PayPal Italia, Portaltech Reply, Qapla’, San Marino Mail Italia, SAP, Spring GDS Italia, Transcom, UNGUESS, Webhelp, CD Group, Channable, Energo Logistic, Omnicom Media Group, PAYBACK, Retail REPLY, STEF, TESISQUARE, TYP, Wordline), in occasione della plenaria di apertura della 17a edizione di Netcomm Forum, l’evento di riferimento per il mondo digitale sui temi dell’evoluzione dell’e-commerce, del digital retail e della business innovation a livello nazionale e globale, tornato ieri e oggi in presenza dopo due edizioni interamente digitali, a causa della pandemia.
Nei prodotti, le diverse categorie merceologiche presentano andamenti diversi: i settori più maturi rallentano il proprio percorso di crescita (Abbigliamento con +10% rispetto al 2021 e Informatica & Elettronica di consumo con +7%), mentre il Food&Grocery si conferma il comparto più dinamico anche nel 2022, con una crescita del +17% anno su anno. Nei servizi, dopo il crollo legato alle misure di limitazione alla mobilità degli ultimi due anni, si torna a crescere grazie soprattutto alla ripresa dei viaggi turistici (+33%) e al ritorno in presenza degli eventi (gli acquisti online nell’Altro servizi crescono del +35%). La penetrazione dell’online sul totale acquisti Retail è pari all’11% come nel 2021. Lo smartphone si conferma come il device preferito per fare acquisti online con il 55% nel 2022 (in linea con l’anno passato).
Secondo la ricerca NetRetail (realizzata da Netcomm in collaborazione con Adform, FiloBlu, Oney, QVC Italia e TeamSystem.) sono 33,3 milioni gli italiani che hanno comprato online un bene o un servizio negli ultimi tre mesi e hanno compiuto in media 1,3 acquisti al mese nel primo trimestre 2022. L’e-commerce è guidato dal segmento degli acquirenti abituali che nell’ultimo trimestre sono 17,4 milioni, con tre o più acquisti nel trimestre ed effettuano l’89% delle transazioni, generando il 91% del valore totale degli acquisti online con uno scontrino dell’11% superiore alla media.
Gli acquirenti sporadici sono 9,6 milioni, con uno o due acquisti online nel trimestre, in grado di effettuare l’11% delle transazioni e uno scontrino medio del 29% inferiore alla media. Diminuisce, però, la tendenza al riacquisto, che oggi incide per il 54,9%. Oltre la metà degli italiani online (51,8%), inoltre, conosce il fenomeno del Live Streaming Commerce: uno su tre conosce il fenomeno ma non ha mai assistito a una diretta; il 6,9% ha partecipato a un evento senza acquistare; l’11% ha anche acquistato. Un fenomeno che varia significativamente con l’età e il sesso: i più giovani e le donne hanno maggiore confidenza.
«Continuiamo a chiamiamo e-commerce ma è già andato oltre. Questo è un momento storico decisivo per la trasformazione dei modelli di business delle aziende, che devono rispondere con prontezza alle esigenze dei consumatori italiani digitali che chiedono un’esperienza di acquisto sempre più su misura. Occorre ragionare in termini di sistema e di filiera, dove al centro deve essere messo l’individuo», ha commentato nel suo intervento introduttivo Roberto Liscia, Presidente di Netcomm.
Come si sta trasformando di conseguenza il new retail? «Si continua a ridurre progressivamente lo spazio del retail “solo fisico” così come di quello “solo online” a vantaggio di modelli omnicanale che sappiano coniugare i punti di forza dei diversi canali. Gli acquisti e-commerce degli italiani registrano un trend di crescita anche nel 2022. Da una parte, i prodotti rallentano, con la crescita in valore assoluto che ritorna ai livelli pre-Covid; dall’altra parte, i servizi si confermano in ripresa, anche se ancora lontani dai dati pre-pandemia», ha dettagliato Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano.
«Omnicanalità, engagement e personalizzazione, social commerce, ultimo miglio come fattore chiave di competitività, pagamento esperienziale devono andare di pari passo con la trasformazione green e in questo senso la GenZ ci sta già suggerendo la direzione. È una generazione connessa, social, smart, trasparente, informata, resiliente, pragmatica e responsabile, favorevole a inclusion & diversity, che ricerca autenticità, sostenibilità ed esperienze personalizzate, preferiscono gli acquisti online ma vogliono vedere gli articoli in negozio. Una generazione video first che è già pronta per il Metaverso come arricchimento del fisico: su questi valori dobbiamo indirizzare le nostre imprese, perché “esperienza contenuti e design” li ricerca tutta la società», ha sostenuto Liscia.
Per le imprese si aprono quindi nuove sfide ma anche tante opportunità, nonostante restino dei punti nevralgici, a partire dal fatto che «l’Italia è al 25° posto tra le nazioni come skill digitali e tecnologiche – ha sottolineato il Presidente di Netcomm -. Però, indagando sulla direzione in cui va il budget marketing, abbiamo rilevato che al 93,55% è allocato nella ricerca di competenze: questo è un indice di maturità delle imprese. Per quanto riguarda le aree di utilizzo dei big data, l’81% è indirizzato sulla personalizzazione dei messaggi. Con Studio Ambrosetti, invece, abbiamo messo a punto una ricerca sull’impatto dell’ecosistema digitale allargato, cioè che comprende tutti gli attori di mercato oltre ai retailer, sul PIL italiano: registra circa 60 miliardi di euro di fatturato, è al primo posto per crescita di fatturato, occupa 380 mila addetti ed è al secondo posto per crescita occupazionale. Alla politica vogliamo dire che è un settore industriale rilevante da pianificare perché crea occupazione, fatturato, PIL, export e competitività del sistema Paese: il PNRR lo si deve sfruttare in chiave di creazione di valore sistemico e competitivo, cosa che fino a oggi ancora non si è verificata».
Liscia ha infine concluso: «In un quadro crosschannel e frictionless bisogna umanizzare la relazione digitale, affrontare la logistica e la supply chain come fattori di trasformazione e personalizzazione, andare verso la sostenibilità, la circular economy e l’eccellenza del data analisys: abbiamo vissuto il CRM e il DPM, il futuro, anche alla luce dell’eliminazione dei cookies di terza parte, sarà la CDP (Customer Data Platform) ovvero integrare l’evoluzione tecnologica per prendere tutti i fili di conoscenza del cliente attuale e prospettico unificandoli e gestendoli in chiave emozionale e personalizzata per avere una vista unica del proprio consumatore».