Touchpoint Days Identity: lo stile non passa mai di moda

Si è aperta ieri, con un parterre di ospiti di altissimo livello, la nuova edizione dei Touchpoint Days Identity sul tema “Punti di forza: Moda vs Stile?”. Alla conduzione del pomeriggio di approfondimento, trasmesso dagli studi milanesi di Fabbrica di Lampadine, Laura Buraschi e Andrea Crocioni, rispettivamente redattrice e Direttore di Touchpoint, con Giampaolo Rossi, editore di Oltre La Media Group, che ha aperto le danze con una “pillola pop” dedicata proprio alla moda.

Andrea Crocioni, Laura Buraschi e Giampaolo Rossi

Ieri sono stati nostri ospiti: Gianpietro Vigorelli, fra i Fondatori della storica agenzia D’Adda Lorenzini Vigorelli, Pier Benzi, Founder di ArteficeGroup, Laura Morelli, Senior Art Director di ArteficeGroup, e Sara Dotta, Brand and Advertising Director – Global & Strategic Marketing di Costa Crociere, Babila Spagnolo, CEO di Layla Cosmetics, Flavio Ibba, Musicista e compositore, e la Street Artist Laika.

Fra le novità di quest’anno “Il Punto di…”, un momento di analisi che nella prima puntata è stato tenuto a battesimo da Francesco Taddeucci, Creative Director e Founder di SuperHumans. Insieme, abbiamo indagato sugli elementi e i processi che oggi rendono una marca iconica, in un contesto sempre più competitivo.

I Days Identity continuano domani, sempre a partire dalle ore 16.00, e si potranno seguire in streaming su OltreLaMedia.tv.

Oggi saranno con noi: Valeria Raffa, Founding Partner, General Manager e Chief Creative Officer di Cabiria BrandUniverse, Roberto Botto, Founder e CEO di Libera Brand Building Group, Valentina Miradoli, Client Partner – Head of Luxury di Kantar Insight Italy, Marco Marozzi, CEO e Strategic Planner di TheGoodOnes, Pietro Vanessi, Art Director, autore televisivo e cartoonist, Giacomo Bertagnolli, Campione Paralimpico di sci alpino

Riguarda la prima puntata.

 

Gianpietro Vigorelli, Creativo pubblicitario  

Gianpietro Vigorelli

La moda è un contenitore dove entrano i colori, i linguaggi, le sfumature. Un contenitore da cui tutti possono raccogliere. C’è chi raccoglie perché copia qualcun altro e chi riesce a mettere insieme queste cose e crea uno stile. Ma questo è frutto di un’esperienza di anni, lo stile si costruisce guardando quello che hanno fatto gli altri e alla fine trasgredendolo, cercando di fare qualcosa che gli altri non hanno fatto. Ci vuole la modestia del principiante e l’orgoglio di chi è riuscito a costruire qualcosa di nuovo. 

Voto: Stile 

 

Pier Benzi, Founder di ArteficeGroup 

Se parliamo di brand che hanno una finalità che trascende l’esperienza dei tempi è importante distinguere i due ambiti, stile e moda, perché lo stile appartiene al brand, è la capacità che il tone of voice del brand ha di proporre il posizionamento e la sua comunicazione; la parte di moda è invece più vicina all’interpretazione che si può avere, nel modo di comunicare, dei bisogni delle persone. In questi termini le due componenti devono essere entrambe presenti, dosate con una certa abilità perché è importante che la parte di stile sia molto proprietaria e sia in grado di intercettare le mode e le esigenze che ci pongono per relazionarci con i target. 

Voto: Stile

Laura Buraschi con Pier Benzi, Laura Morelli e, in collegamento, Sara Dotta

Laura Morelli, Senior Art Director di ArteficeGroup

Costa è riconoscibile da sempre per la C blu che si vede da lontano sulla nave sul fumaiolo giallo. Questa C è un elemento storico, un’icona che da sempre contraddistingue l’identità di Costa, un elemento che è sempre stato presente nei loghi di Costa ma non era mai stato proposto da solo, ma con elementi grafici che andavano ad arricchirlo. Il nostro lavoro è stato quello di recuperare questa icona storica, proporla in estrema sintesi cercando di arricchirla dei valori del brand che il posizionamento voleva dare. Da qui sono arrivati un’icona e un logo che rappresentano l’unione dei due mondi, la terra e il mare. Dopo una pausa di 20 anni il logo ha di nuovo una corrispondenza con quello che si vede realmente sulla nave. 

Voto: Stile

 

Sara Dotta, Brand and Advertising Director – Global & Strategic Marketing di Costa Crociere 

Dal nostro punto di vista non andiamo a inseguire una “moda”, ma quello che facciamo con questo progetto di rebranding andare a capire se gli elementi su cui lavoriamo sono gli elementi nel raggio di azione dei nostri customer e dei touchpoint dove i customer sono: quindi essere in qualche modo attenti agli insight e ai linguaggi dei media dove si va a comunicare è importante. Abbiamo certamente seguito un nostro stile ma avevamo un logo molto complesso che non era perfettamente in linea con i tempi attuali quindi, sempre seguendo un nostro stile e in coerenza con il nostro vissuto e la nostra storia, ci siamo adeguati con un percorso per arrivare al 2022 e oltre con il segno che ci contraddistingue. 

Voto: Stile

 

Babila Spagnolo, CEO di Layla Cosmetics

Babila Spagnolo

Io ho cambiato il modo di lavorare, prima progettavamo il prodotto e in seguito il marketing: ho stravolto questa linea perché adesso prima pensiamo cosa vogliamo comunicare e poi pensiamo nella nostra gamma quale prodotto abbinare. È così che è nata la prima collaborazione disruptive con Rocco Siffredi. Bisogna puntare su noi stessi, siate liberi di fare quello che volete e restate in tre regole: educazione, rispetto e forma. Prima di lanciare ogni cosa o di comunicare penso se sono in queste tre parole. È importante ascoltare gli altri ma poi decido io cosa fare mio e cosa no. Essere sé stessi è la moda più piena di stile che ci sia al mondo.

Voto: Stile

 

Flavio Ibba, Musicista e compositore 

Flavio Ibba

È bene avere un proprio stile ben definito, ma che non esclude gli altri stili. Bisogna essere eclettici e di larghe vedute. Io ho ascoltato un po’ di tutto nella mia vita, dalla musica classica a quella etnica, dal jazz al rock. Poi si deve essere consapevoli del fatto che non si può fare tutto, per questo è nata Red Rose Productions (specializzata in produzione di musica per immagini e pubblicità), perché mi consente di fare un po’ da regista, di collaborare con altri musicisti e di coinvolgerli anche in base al loro stile fortemente definito, alla loro personalità. Nel mio lavoro la richiesta è sempre quella che muove tutto. Per questo la collaborazione è il team sono fondamentali: da soli si va vicino e io ho sempre desiderato andare lontano. 

Voto: Pareggio

 

Laika, Street Artist

Laika

L’anonimato è fondamentale per la mia esistenza e sopravvivenza da un punto di vista artistico. La maschera mi dà la possibilità di esprimermi senza filtri. Spesso, affronto tematiche forti e potrei avere paura di farlo usando il mio volto e preferisco salvaguardare la mia vita privata. Questo mi rende più diretta nell’affrontare certi temi.  Ho scelto la strada perché è la galleria d’arte più democratica che c’è al mondo. La strada ti dà la possibilità di creare un inciampo visivo. Ciò che mi piace è che la gente si soffermi approvando o disprezzando anche i miei messaggi. Questa è la cosa per me più importante. La strada poi ha le sue regole, i poster sono molto effimeri. Il mondo digital è fondamentale in seconda battuta perché i social rendono questo inciampo visivo molto più diffuso. 

Voto: Moda

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