Simone Ranucci Brandimarte: «Le dimensioni medie dei provider devono aumentare se vogliono essere competitivi»

Il Presidente del gruppo Digitouch ha commentato il recente ingresso in MobileSoft e i trend che caratterizzeranno il mercato da qui ai prossimi anni

La notizia dell’ingresso di Digitouch in MobileSoft è arrivata nella tarda serata dello scorso 14 novembre. In quella data, infatti, la società quotata sul mercato Euronext Growth Milan e specializzata in Cloud Marketing ha sottoscritto un accordo vincolante finalizzato all’acquisto di MobileSoft, azienda di progettazione e realizzazione di soluzioni informatiche leader in ambito Mobile & Fintech, attiva sul mercato italiano dal 2004.

Una realtà che vanta un importante portafoglio di clienti operanti in ambito Finance (Banking e Insurance), Automotive, Utilities e Pubblica Amministrazione. MobileSoft è caratterizzata da un’elevata specializzazione negli ambiti delle Sales Mobile apps e nelle Integrazioni dei Servizi di pagamento online.

La specializzazione e la profondità delle competenze sono i due cardini della strategia di differenziazione della società, che si propone di fornire ai clienti un’offerta specializzata di servizi e soluzioni “turn-key” a supporto della vendita digitale.

Di questa operazione abbiamo parlato con Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di Digitouch.

Simone Ranucci Brandimarte

 

Qual è la genesi dell’accordo per l’acquisizione di MobileSoft e come si inserisce all’interno delle strategie di Digitouch? 

Noi da tempo lavoriamo per allargare il portafoglio della nostra offerta. Questo con l’obiettivo di essere sempre più competitivi nel perimetro della nostra proposta di servizi, ma anche sul fronte della capacità di cross selling e upselling sui nostri clienti. In generale oggi si è vincenti se si riescono a fornire soluzioni e supporto su un fronte più ampio di problematiche ed esigenze. Una delle aree che avevamo evidenziato come ad alto potenziale e su cui tutte industry italiane stanno lavorando moltissimo è quella della loro mobile centricity. Le aziende stanno investendo sempre di più sui propri canali mobile. L’altra area è quella fintech che è legata alla capacità di un’impresa di gestire i pagamenti da parte dei propri clienti. Questo non vale soltanto per i financial services, ma riguarda ormai tutti i settori. Tutti stanno cercando di aumentare il valore della comunicazione con la propria clientela tramite mobile e lavorando per creare una billing relationship con i propri clienti. Quindi abbiamo individuato in MobileSoft il leader italiano, sia in termini di qualità di clienti sia a livello di competenze tecniche per sviluppare soluzioni mobile e fintech integrate. Dopo alcuni mesi di trattativa siamo arrivati alla conclusione. Ora il gruppo Digitouch può dire di essere leader sia sul lato mobile e sia su quello fintech sui servizi mobile. 

 

Come andrete a integrare MobileSoft all’interno della vostra proposta?

Questa è la decima acquisizione che facciamo dalla quotazione. Quindi sostanzialmente abbiamo una grande esperienza non solo nell’acquisizione, o nella fusione, ma anche nell’integrazione organizzativa. Digitouch ha questa grande capacità di integrare, sia la parte commerciale, nell’ottica di perimetro complessivo, sia la parte di risorse, nell’ottica di condivisione, sia tutta la parte di corporate services. Noi mettiamo in comune la parte finanziaria e la parte marketing. A dire il vero la nostra capacità non è tanto individuare le aziende e chiudere una transazione, la nostra vera competenza è integrarle con profitto. Da qui a breve tutti i nostri clienti potranno beneficiare dell’offerta di MobileSoft e tutti i clienti di MobileSoft potranno beneficiare dei servizi del gruppo Digitouch. 

 

Come chiuderà questo 2022 Digitouch?

Nonostante inflazione, crisi macroeconomica e conflitti geopolitici, per il gruppo è stato un buon anno. Ci avviciniamo ai 50 milioni di euro fatturato e avremo un pro-forma di almeno 7,5 milioni di euro di EBITDA. Un risultato pienamente in linea con i nostri obiettivi e con la dichiarazione di inizio anno. Puntiamo ai 60 milioni di euro di fatturato e a oltre 8 milioni di EBITDA nel 2023. 

 

Dopo questa ultima operazione, sul fronte delle acquisizioni avete qualcosa di nuovo all’orizzonte? Ci sono aree che volete rafforzare ulteriormente?

Assolutamente! Abbiamo in piano altre operazioni che speriamo di concretizzare quanto prima. Vorremmo ancora rafforzare la parte tecnologica, ma faremo anche investimenti sul fronte marketing. 

 

Prospettive per il 2023? Quali sono i trend che si imporranno da qui ai prossimi anni?

Nei prossimi anni ci sarà una crescita del settore molto forte per l’impatto del PNRR. Aumenteranno in modo significativo i volumi di business che provengono dal mercato. Questo è assolutamente certo. Dopo di che, bisognerà sempre essere più grandi e più solidi per essere competitivi, con la dimensione media di ogni singolo player che farà la differenza. Un terzo elemento da tenere in considerazione è l’incremento della tendenza dei grandi clienti a dare da gestire in outsourcing parti del proprio business. Il mercato si amplia, aumenta la tendenza a esternalizzare, devono aumentare anche le dimensioni medie dei provider se vogliono essere competitivi!

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