A ogni agenzia la “sua” Paprika: software e consulenza per dare ossigeno alla creatività
Intervista a Elisa Bernasconi, Country Manager Italy della società che fornisce soluzioni gestionali per il settore della comunicazione con funzioni di CRM, Project Management e Contabilità integrate
Per questa intervista ci ritroviamo a qualche giorno di distanza dalla cerimonia di premiazione dei Touchpoint Awards Strategy 2022 dello scorso 24 novembre. Con la prima domanda voglio giocare in casa: cosa vi ha spinto a legarvi alla nostra manifestazione in qualità di Supporting Partner?
In primis il fatto che i Touchpoint Awards rappresentano un appuntamento particolarmente significativo e sentito per il settore. Sono premi che hanno una loro storicità e un certo riverbero, gli riconosciamo prestigio, professionalità, capacità di fotografare in modo realistico il mercato. In più vanno al cuore del nostro business. Per questo c’è stato il desiderio di supportare questa manifestazione che offre linfa vitale al settore, valorizzandone la qualità. Ecco, questo stimolo alla qualità credo che molto ben ci rappresenti.
Nel corso della serata Lei è salita sul palco per premiare il progetto UnipolMove “The Race” realizzato da Serviceplan Italia per UnipolTech. Perché proprio questa campagna? Cosa le è piaciuto in particolare?
Quest’anno sono stata anche in Giuria e ho avuto modo di visionare in anteprima non solo i progetti vincitori, ma anche tutti i candidati. Bene, sono rimasta davvero ben impressionata dalla campagna firmata dal team guidato da Stefania Siani per UnipolMove. L’ho trovata veramente un’operazione di grandissima qualità per tutti gli elementi coinvolti. È bilanciata nel modo giusto, ben integrata, fa un uso coerente e non pretestuoso del testimonial, in più ha un concept molto forte che prende di petto la sfida di entrare in un segmento di mercato che fino ad oggi è stato di fatto un monopolio, quello dei sistemi di pagamento automatici dei pedaggi stradali. Mi ha fatto un piacere immenso poterla premiare. È un progetto davvero brillante ed efficace!
Quanto per una realtà come Paprika interfacciarsi in questo modo col mondo creativo può essere prezioso per affinare i propri servizi ed entrare in relazione con le agenzie?
Per noi, lo dico senza remore, è fondamentale. Paprika è di fatto il prodotto delle esigenze e dei sentimenti di questo settore. Sono ormai 35 anni che la nostra realtà si plasma sui bisogni delle agenzie. Conoscerle è la nostra forza, storica e propulsiva per il futuro. Per cui, essendo operatori di nicchia, estremamente verticali, per noi riuscire a capire, ascoltare, fonderci col mondo della comunicazione è un passo essenziale. Proprio questo approccio ci permette di garantire un servizio che sia veramente calzante. Se non conosci così bene da dentro il tuo settore, diventa davvero difficile offrire al comparto un servizio efficace. Anche perché il settore della comunicazione è stupendo – io lo amo perché è estremamente stimolante – ma è anche molto particolare. Per cui va conosciuto bene per potercisi avvicinare con successo. Occasioni come i Touchpoint Awards sono molto preziose.
Che anno è stato il 2022 per Paprika in Italia?
Il trend è stato decisamente positivo. Abbiamo già registrato un 30% di turn over in più rispetto al 2021, il che effettivamente è abbastanza significativo. Questo ha avuto come riflesso un incremento degli investimenti da parte nostra, sia a livello di software, ma anche di servizio. C’è stato un ampliamento importante dell’organico. Siamo in una fase di crescita importante. Questo è accaduto a livello internazionale, ma in modo particolare in Italia. Questo contesto pandemico, che è stato estremamente negativo per alcuni versi, ha dato una scossa al settore. Ha favorito una nuova metodologia di lavoro e un concetto di reale digitalizzazione. Nella criticità generale della situazione, questo slancio verso il cambiamento è stato un bene per la industry.
Quali sono le peculiarità del mercato italiano, visto da una realtà che ha un punto di vista globale come la vostra?
L’Italia deve sempre avere delle peculiarità e io dico per fortuna! Ci distinguiamo sempre. Mi riaggancio allo slancio di cui parlavo prima. Un’evoluzione che è figlia di “luci” e “ombre” che sono peculiari del nostro Paese. Lato ombre: l’Italia aveva bisogno di digitalizzarsi. Partivamo da uno scenario un po’ più stantio da questo punto di vista. Le agenzie, così come tante aziende, praticamente da un giorno all’altro, si sono trovate in una situazione di “quasi emergenza”. Hanno preso consapevolezza della necessità di spingere sulla trasformazione digitale. È stata una scelta un po’ obbligata. Partire più indietro di altri Paesi probabilmente ha spinto tutti a correre di più. Ma voglio citare anche l’elemento luce: l’italiano nelle difficoltà si arrangia, l’imprevisto non lo paralizza, ma lo spinge a reagire. Ho apprezzato moltissimo questa reattività. Invece di cadere in contesti stagnanti, economicamente depressivi, c’è stata la volontà di raccogliere la sfida. Lo ritengo un plus. Ci sono arrivate tante richieste di supporto. Non è un caso!
Sul fronte della vostra proposta di servizi che tipo di evoluzione c’è stata? In che direzione state andando?
Noi siamo sempre stati un full service. Paprika non si è mai limitata a essere un fornitore di software. Per noi la tecnologia è sempre andata a braccetto con la consulenza. Questo posizionamento “ibrido” credo sia anche dettato dalla verticalità del settore che ci consente di avere una visibilità che unita alle competenze ci permette di fornire ai nostri clienti delle linee guida importanti. Il software rappresenta un elemento chiave di quanto offriamo a chi si avvicina a noi, ma ultimamente ritengo che il baricentro si sia spostato per dare ulteriore spazio al fronte consulenziale. Sono due facce della stessa medaglia. Però la tendenza è quella di centrare l’investimento sul fronte del servizio. Un approccio che serve a rispondere al meglio a quanto ci richiede il mercato. Ci sono tante agenzie che, magari per loro storia, sono frutto di un’idea creativa, sono realtà competitive da quel lato, ma mancano di competenze lato gestionale. Ecco, lì arriviamo noi con il nostro software e il nostro team di supporto. Le agenzie trovano in Paprika una soluzione operativo/funzionale e anche di business intelligence, ma anche un importante supporto consulenziale utile per ottimizzare la gestione aziendale e per le performance sul mercato. Noi siamo a tutti gli effetti un partner di crescita.
Il vostro portafoglio clienti come è costituito?
È un po’ lo specchio del mondo creativo italiano. Abbiamo soluzioni per piccole, medie e grandi agenzie. Siamo davvero rappresentativi del tessuto economico del settore. Ci tengo a dirlo: Paprika è un servizio per tutti. Abbiamo tre diversi pacchetti che includono prodotto e servizio, ognuno pensato per rispondere alle diverse esigenze. Paprika Enterprise è per le agenzie di grandi dimensioni ed è estremamente performante. La matrice di Paprika nasce proprio qui, tarata sui “big” del comparto. Dopo di che, c’è Paprika Slim per le agenzie di medie dimensioni, con staff dalle 20 alle 50 persone. Infine, abbiamo Paprika Go, per le agenzie che noi chiamiamo “small & smart”, che sono quelle piccole strutture dove c’è bisogno di tanta consulenza. Queste realtà possono davvero avvantaggiarsi del nostro supporto. Siamo ritenuti una “scelta” economicamente vincente.
Insomma, c’è una Paprika per tutti, con diversi gradi di “piccantezza”… Guardando al futuro: in questo clima di incertezza quali sono le vostre aspettative dal mercato per il 2023?
In un periodo di scarsa visibilità credo che si tenda a voler indossare gli occhiali. Chiaramente non c’è più quella sensazione di eccessiva certezza e forse è un bene. Ci muoviamo su ghiaccio relativamente sottile, quindi è utile mapparne la superficie per muoversi correttamente ed evitare imprevisti. Avere un supporto che possa consentire di avere decisamente più visibilità è un’esigenza molto sentita. In questa ottica, vedo sicuramente delle prospettive di opportunità per Paprika, ma che diventano l’opportunità per il settore di fare ulteriori passi avanti. Immagino, ci possa essere all’inizio dell’anno un attimo di “congelamento” da timore, una reazione piuttosto naturale e umana. Una reazione emotiva che però è destinata a lasciare spazio alla razionalità e che spingerà gli operatori a equipaggiarsi degli strumenti necessari per far fronte allo scenario che stiamo affrontando nel modo più adeguato.