United For Respect: l’Impact Index Plus di Valore D per aumentare la consapevolezza
UNA, ADCI, OBE e IAB a confronto sull’avanzamento del tavolo comune
La prima giornata di IAB Forum 2023 è stata anche l’occasione per fare il punto su United For Respect, il tavolo interassociativo presentato in occasione di IF! (vedi news).
Moderati dall’Avvocata Cathy La Torre, si sono confrontati Stefania Siani, Presidente di ADCI, Davide Arduini, Presidente di UNA, Laura Corbetta, Presidente di OBE e Barbara Bontempi, Vicepresidente di IAB, che hanno annunciato una nuova iniziativa: «L’istituzione di una pagina che si chiamerà u4r.it, in cui racconteremo perché ci siamo messi insieme e cominceremo a fornire dati e contenuti – ha spiegato Siani -. Ma soprattutto daremo la possibilità di accedere all’Index che con Valore D stiamo mettendo a fattor comune per continuare il lavoro di mappatura iniziato».
U4r.it è ufficialmente online da oggi.
«Dalla survey presentata a IF! è emerso che le persone vogliono capire come si devono comportare: fornire le best practice è il tema centrale della nostra attività ed è lo strumento per rigenerare il nostro settore», ha aggiunto Arduini.
Corbetta ha dettagliato le modalità di utilizzo della novità annunciata: «Abbiamo fatto tesoro dell’Impact Index Plus di Valore D e proporremo a tutta la industry, non solo agli associati, di utilizzare questo strumento gratuito per fare un assestment dello stato della propria azienda. Questo permetterà a ogni singola agenzia di avere una sorta di mappa dei prossimi passi da fare. Stiamo anche organizzando un webinar con Valore D per spiegare come utilizzare al meglio questo strumento e speriamo entro gennaio di avere una partecipazione elevata, per fare un ulteriore passo avanti in termini di consapevolezza».
«Anche all’interno di IAB stiamo portando avanti iniziative di formazione per avviare un percorso di consapevolezza – ha confermato Bontempi -. A volte sembrano soluzioni un po’ ovvie ma sono portatrici di diversità all’interno delle aziende e servono per creare coscienza».
«Nella maggior parte dei casi chi commette una molestia non agisce con dolo – ha concluso La Torre – ma per ignoranza, perché non conosce gli orientamenti della magistratura in termini di molestia e goliardia. Proprio su questo dobbiamo lavorare».