Digitouch: crescita e sfide in un contesto di trasformazione
I ricavi totali consolidati del 2023 di Digitouch sono pari a 44,1 milioni di euro, in crescita del 4% rispetto al 2022, grazie ai nuovi clienti acquisiti e all’incremento dei ricavi da partecipazioni in gare di appalto pubbliche. Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) Adjusted, si è attestato a 7,3 milioni, in aumento del 4% rispetto al dato del 2022.
L’incidenza sui ricavi, come per l’esercizio precedente, si attesta al 16,5%. Il Risultato Operativo (Ebit) consolidato è pari a 3,8 milioni, in diminuzione rispetto al dato del 2022 (4,2 milioni) per effetto principalmente dei maggiori ammortamenti (+338 mila euro) su progetti di sviluppo entrati nel processo produttivo. L’incidenza sui ricavi si attesta al 8,6% rispetto al 9,9% del 2022. L’Utile netto del 2023 è pari a quasi 2 milioni.
Abbiamo commentato questi risultati insieme al Presidente Simone Ranucci Brandimarte.
Anche nel 2023 Digitouch ha visto un incremento dei ricavi totali, come valutate questo andamento?
Ci consideriamo relativamente soddisfatti. Parliamo di una crescita che, anche se apparentemente può non sembrare particolarmente significativa, è superiore a quella del mercato nell’ultimo periodo. In più dobbiamo tenere conto del fatto che la divisione Marketing Services, uno dei tre pilastri che costituiscono la nostra offerta, ha rallentato rispetto alle aspettative. Questo è conseguenza di uno scenario complesso. Il mondo del marketing sta vivendo un momento di transizione, sia da un punto di vista tecnologico sia sui fronti degli strumenti e della comunicazione. Nonostante questo, comunque siamo cresciuti anche in questo segmento. La divisione Tecnologica, per contro, continua a crescere più velocemente rispetto alle attese, mentre l’area E-Commerce è in linea con le nostre aspettative. La tecnologia sta facendo da traino e siamo certi che il 2024 sarà un anno importante che ci darà grandi soddisfazioni anche in una logica di profittabilità e di generazione di cassa.
Il vostro obiettivo di raggiungere i 100 milioni di fatturato resta tale?
Assolutamente, manteniamo il nostro obiettivo dei 100 milioni di fatturato. Guardando al mercato, ai risultati raggiunti fin qui e al perimetro della nostra offerta, pensiamo di raggiungerlo in un tempo relativamente breve, che stimiamo fra i tre e i cinque anni, attraverso un equilibrato mix di crescita organica e di acquisizioni. Siamo molto confidenti perché abbiamo un modello di business che ci consente di crescere velocemente ed è molto profittevole. Abbiamo raggiunto una Ebitda importante che è destinata ad avere un ulteriore incremento. Questo ci consente di investire sul mercato.
Per quanto riguarda le acquisizioni, in che direzione state orientando la vostra attenzione?
Abbiamo diversi dossier aperti sul tavolo in tutte e tre le aree in cui siamo operativi. Speriamo di poterne chiudere almeno uno nel breve periodo. In questo momento, chiaramente, le contingenze dello scenario fanno sì che ci sia molta più scelta nel comparto marketing. Non è una fase particolarmente propizia per il settore, per cui siamo in un periodo in cui tante realtà, piccole e medie, sono sul mercato. Si va nella direzione del consolidamento. I grandi player acquistano i player medi, i player medi comprano i player più piccoli… si va verso aggregazioni dimensionalmente più rilevanti. In un tale contesto siamo pronti a cogliere le opportunità che si dovessero presentare.
Cosa sta penalizzando il settore del Marketing e della Comunicazione?
Come accennavo prima, siamo in un momento di trasformazione. Dal 2022 il trend sta cambiando e questo passaggio non può che avere delle conseguenze sul business delle agenzie. I canali sono molto più frammentati, la Tv ha perso la sua centralità, è cresciuto il ruolo degli OTT, i social sono diventati il canale primario per certi tipi di brand. Per non parlare dell’impatto dell’AI che di base va a “sostituire” la parte creativa e che viene utilizzata anche nell’impostazione della strategia delle campagne. Tutto questo crea un disorientamento da parte dei clienti, che ritardano le decisioni strategiche sulla comunicazione.
Come si possono mitigare gli effetti di questa tendenza?
Bisogna fare un uso massiccio dell’intelligenza artificiale, sia nelle parti strategiche sia lato execution. L’AI deve essere di supporto alle operations e per i clienti. Chi non lo fa, diciamo, è in grosso affanno. Da tempo l’intelligenza artificiale è parte integrante della nostra proposta. La Gen AI è un supporto prezioso da un punto di vista creativo e del content marketing, oltre che nell’ottimizzazione dei processi. Invece, dal punto di vista dei canali di comunicazione, bisogna avere una proposta forte sui social. E poi avere un forte focus sulle performance. Il budget sulle performance non varia. Quindi riassumendo, la risposta a questa crisi per noi è triplice: AI, performance e social.
Dato l’attuale contesto macroeconomico e geopolitico volatile, quali sono le aspettative per il 2024 in termini di crescita delle diverse linee di business e come pensate di raggiungere questi obiettivi?
Ci aspettiamo di crescere lungo tutte e tre le direttrici e in modo particolarmente importante sul fronte della tecnologia. Per raggiungere questi risultati sarà fondamentale proseguire il processo di innovazione, puntare su una forte attività di intelligence, ma anche su partnership con player esteri per portare piattaforme tecnologiche internazionali sul mercato italiano. A questo si aggiunge chiaramente il supporto ai nostri grandi clienti e la prosecuzione di attività di formazione e di talent management rivolte al nostro interno. Perché, se il team cresce e funziona, anche l’azienda cresce e funziona.