L’ e-commerce B2C di prodotto nel 2024 raggiungerà i 38,6 miliardi di euro (+6%)
Ieri la giornata apertura della diciannovesima edizione del Netcomm Forum
«L’e-commerce non è solo e-commerce, ma un vettore di innovazione e competitività. L’Italia cresce e crescerà nei prossimi dieci anni, anche se paghiamo un ritardo sul fronte della frequenza di acquisto. L’invito è quello di vivere queste giornate cercando di lasciarsi ispirare, senza imitare, così da trovare una propria strada che ci distingua sia a livello di singole imprese sia di Sistema Paese»: questo il messaggio lanciato ieri da Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, nel corso dell’intervento di apertura della diciannovesima edizione del Netcomm Forum.
A fare da fil rouge della due giorni milanese il tema “The Intelligence Commerce: Composable & Fluid, la continua ri-configurazione del Retail e delle filiere. Retail: dai Metaversi allo Space Commerce”.
I numeri ci parlano di un comparto in salute: quest’anno e-commerce B2C di prodotto in Italia raggiungerà i 38,6 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del +6%. È quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano, che è stata presentata proprio ieri mattina in occasione della prima plenaria della giornata.
In particolare, i comparti Arredamento e home living, Auto e Ricambi e Food & Grocery registrano un incremento superiore alla media (con tassi compresi tra il +8% e il +12%), mentre Beauty, Informatica ed Elettronica di consumo e Abbigliamento presentano una crescita in linea con quella del settore (con tassi compresi tra il +7% e il +5%). Frena la progressione dell’Editoria, segmento stazionario. La penetrazione dell’online sul totale acquisti Retail (online+offline) nei prodotti è pari all’11%, stabile rispetto al 2023.
«Se il mercato dell’e-commerce B2C in Italia continua a registrare una crescita costante, così come il numero di acquirenti digitali nel nostro Paese, che oggi sono 33,7 milioni, in questa edizione di Netcomm Forum ci siamo chiesti anche a che punto sono le aziende italiane e quante sono le realtà che hanno un proprio sito e-commerce – ha dichiarato Roberto Liscia -. Ad oggi, sono 88.000, la maggior parte delle quali (18,6%) si trova in Lombardia, in Lazio (12,1%) e in Campania (12%). Abbiamo osservato, inoltre, che il 24,5% delle aziende che ha un proprio sito e-commerce registra un grado di internazionalizzazione alto e medio alto contro il 9,7% delle altre registrato a livello nazionale. È evidente, però, che l’internazionalizzazione sia una leva di sviluppo su cui occorre lavorare ancora molto: quasi il 63% delle aziende italiane che ha un proprio sito e-commerce ha ancora un grado di internazionalizzazione basso o medio-basso, e la percentuale sale a oltre l’82% per le aziende italiane».
Nel 2024, il mercato eCommerce B2C di prodotto come anticipato continuerà a crescere (+2,2 miliardi di euro rispetto al 2023) anche se con ritmi più contenuti: l’incremento lo scorso anno è stato del 9%. Il settore più performante nel 2024 sarà Arredamento e home living (+12%), supportato dalle innovazioni nell’esperienza utente, in particolare l’omnicanalità, l’utilizzo dell’Extended Reality e l’offerta di servizi logistici a valore aggiunto. Segue Auto e Ricambi (+10%). Da segnalare la ripresa del Food&Grocery (+8%) dopo il calo registrato nel 2023 (-2%).
«In Italia l’e-commerce e più in generale il Retail, dopo aver reagito alle numerose scosse e cambi di equilibrio degli ultimi anni, si trova ora nella fase dell’osare. L’online sta sperimentando l’utilizzo di tecnologie (anche di frontiera) in grado di migliorare le attività di relazione con il consumatore e di ottimizzare il back-end. Prove virtuali di capi di abbigliamento, soluzioni basate sull’AI, come la raccomandazione evoluta dei prodotti, la ricerca tramite immagini e il supporto di chatbot, incrementano e migliorano l’accesso all’acquisto per qualsiasi generazione, assicurando un ampliamento della base di clienti», ha sottolineato Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – Politecnico di Milano.
Una fotografia del settore
Secondo l’ultima edizione del Delivery Index, la ricerca annuale di Netcomm in collaborazione con Poste Italiane che monitora i volumi delle spedizioni e-commerce in Italia, sono 186 milioni i pacchi spediti come risultato di acquisti online nel primo trimestre del 2024, in aumento del 13,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. A trainare il dato sono gli acquisti in ambito Fashion & Sport (23,3%), seguiti da Informatica ed Elettronica di consumo (18,4%) e Health & Beauty (17,6%).
Dall’Osservatorio Netcomm in collaborazione con Cribis, invece, emerge che delle 88 mila aziende italiane che hanno un proprio sito e-commerce, analizzando in particolare le società di capitale – che generano il 95,7% del fatturato totale -, la maggior parte ha dai 6 ai 10 anni di vita (il 33%) e dagli 11 ai 25 anni (il 30%); mentre solo il 2,5% delle aziende più giovani, con meno di 2 anni, e il 3% di quelle con più storia alle spalle, con oltre 50 anni di vita, ha un proprio sito di e-commerce.
Più di 2 aziende su 3 hanno avuto una crescita dei ricavi negli ultimi due anni e circa la metà ha avuto una crescita dell’Ebitda e, rispetto alla media delle società di capitale italiane, le aziende E-Commerce mostrano una minore quota di aziende con rischiosità elevata (17,3% vs. 21,2%).
Netcomm ha inoltre analizzato, attraverso la ricerca Netcomm NetRetail, il percorso verso l’acquisto online di prodotti e servizi. I touchpoint che più influenzano l’acquisto online sono i motori di ricerca (per il 55,9% degli italiani); il sito o l’app del brand di un determinato prodotto (per il 50,4% degli italiani); le recensioni dei prodotti (per il 48,2%) e i siti o le app che vendono questo tipo di prodotto (per il 43,3%).
Un ruolo secondario, ma comunque di rilievo, è mantenuto dai social (per il 31,7% degli italiani); delle notifiche push (per il 30,5%) e dai punti vendita (per il 24,9%). La maggior parte degli acquisti online (62,9%) passa per gli eRetailer, ovvero i merchant nati online; seguono i siti dei produttori (18,6%); i retailer tradizionali (12,2%); i siti comparatori (5%) e a seguire quelli di vendite private e coupon che valgono rispettivamente l’1,1% e lo 0,2% degli acquisti online.
Oltre un terzo delle decisioni di acquisto offline (38,9%) sono influenzate da touchpoint digitali. Sono soprattutto gli acquirenti di prodotti come smartphone (95,5%), di elettronica (76,5%), elettrodomestici (76%), attrezzatura sportiva (69,6%), food delivery (60%), contenuti fisici (59,7%), arredamento e casalinghi (55%) e giocattoli (53,3%) ad avere consultato almeno un canale digitale prima di compiere l’acquisto in negozio.
L’influenza vale anche dall’offline verso l’online, seppur in percentuale minore: il negozio fisico, infatti, orienta un quarto degli acquisti online (25%) e, in particolare, la visita in un punto vendita del prodotto/servizio è particolarmente rilevante nell’influenzare gli acquisti online di elettrodomestici (53,6%); arredamento e casalinghi (44,4%); calzature (43,5%); food delivery (42,6%), attrezzatura sportiva (41,9%).