Digital Audio Unlocked – Al via il nostro viaggio nell’ecosistema del digital audio
Primo appuntamento con la rubrica dedicata al digital audio nata dalla collaborazione fra Audion e Touchpoint
Che cos’è il “digital audio”? Di cosa si compone e come funziona il suo mercato? Per rispondere a queste domande e per venire incontro a chi intende investire in questo settore, in collaborazione con Touchpoint abbiamo programmato una serie di sette articoli esplicativi.
Io sono Georgia Giannattasio, start-upper da sempre, con una passione innata per i mercati agli albori, ed oggi CEO di Audion Italy, azienda leader nell’audio digitale e, a oggi, la prima realtà europea ad offrire una soluzione end-to-end che, attraverso una tecnologia proprietaria d’avanguardia, consente di operare e gestire tutto il processo del digital audio: dalla produzione alla distribuzione, promozione e monetizzazione dei contenuti fornendo performance misurabili.
La nostra mission è quella di far crescere e rendere sostenibile il settore del digital audio, offrendo ai brand l’opportunità di connettersi con la propria audience massimizzando l’efficienza e l’efficacia delle campagne, e agli ascoltatori di accedere a una varietà di contenuti di qualità in maniera gratuita.
Tutto questo, mentre gli editori e i creatori di contenuti premium ottengono la possibilità di massimizzare la monetizzazione delle loro produzioni audio in modo personalizzato e mirato, indipendentemente dalla piattaforma di ascolto.
Se partiamo dalla sua definizione di base, l’audio digitale è la trasposizione di suoni (o di registrazioni di suoni in formato analogico, di output elettrici di strumentazione audio elettronica analogica) in una forma digitale che può essere convertita, quasi in tempo reale o in differita, in suoni percepibili dall’uomo anche come identici a quelli originali.
Le prime apparecchiature per la registrazione digitale sono giapponesi e risalgono al 1972, mentre dieci anni più tardi si ha l’ingresso sul mercato dei CD e del MIDI (Musical Instrument Digital Interface) che, semplificando, permette ancora oggi la comunicazione fra computer e strumenti musicali elettronici di ogni tipo; bisognerà poi attendere fino al 1998 per ascoltare musica digitale in mp3. L’evoluzione tecnologica influenza la cultura, incentiva e crea delle nuove e diverse modalità di fruizione da parte degli ascoltatori, soprattutto della musica: nel 2001 nasce iTunes (che utilizza il formato mp3) e in contemporanea viene messo in vendita l’iPod, il lettore con cui Apple definisce una volta per tutte la modalità leggera e portatile di ascolto dei contenuti audio digitali.
Con il walkman prima e l’iPod dopo, la portabilità per l’audio in digitale diventa l’elemento centrale per gli ascoltatori, inizialmente soprattutto per la musica, ma poi anche per le trasmissioni radiofoniche, i podcast e gli audiolibri.
È proprio la portabilità, insieme alla possibilità di fruire del contenuto audio in qualsiasi momento rispetto a qualsiasi altro canale visivo, uno degli elementi caratterizzanti del digital audio, che oggi si declina in vari modi, dalle piattaforme di streaming musicale alle webradio, ai podcast, agli audiolibri, fino ai text to speech e la cui fruizione avviene su diversi dispositivi: computer, smart speakers, mobile phones, connected cars, smartTv.
Dal punto di vista del consumatore, i punti di accesso a tutti questi contenuti digitali sono costituiti dalle note piattaforme streaming come, per citarne alcune, Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, o Audible, e sono regolati dalle stesse modalità degli OTT (Over The Top) video, ovvero in abbonamento o con pubblicità.
Secondo Edison Research, nel 2024 negli Stati Uniti (il Paese in cui il digital audio è al momento più diffuso) il 70% delle persone con più di 12 anni ascolta contenuti online almeno una volta alla settimana, spende il 61% del tempo in più con il digital audio rispetto all’audio tradizionale (soprattutto ascoltando la musica in streaming, al 71%) e lo fa principalmente in casa (il 56%), in macchina (27%) e al lavoro (12%) ed è un ascolto per lo più trasversale rispetto ai gruppi campione di audience basati sull’età e sul sesso. (Fonte: www.siriusxmmedia.com).
E per quanto riguarda l’Italia? Secondo We are Social il 61,5% ascolta contenuti musicali audio e il 55,7% i podcast (su 52,56 milioni di utenti internet)
Guardando gli ultimissimi dati della ricerca dell’OBE (Osservatorio Branded Entertainment), nel 2024 sono 15,2 milioni gli ascoltatori di podcast in Italia, con un incremento del 2% rispetto al 2023. Di questi, sono 8,8 milioni gli italiani che ascoltano podcast almeno 1 volta alla settimana (+10% vs 2023) e 6 milioni i cosiddetti “h”, ovvero i navigatori fidelizzati che cercano i podcast quotidianamente, o almeno due o tre volte alla settimana.
L’informazione rilevante che emerge oltre ai dati è la progressione: se è del 2% la crescita del numero di ascoltatori, la percentuale dei fruitori abituali è del 10%, e dell’11% quella dei veri appassionati – gli “hunters” appunto -, e dunque non è in crescita solo il numero degli ascoltatori ma anche la frequenza di ascolto.
Il digital audio è un canale che gode di ottima salute, con numeri assolutamente positivi e con un incremento costante dal punto di vista dei consumatori, grazie alle forti spinte date al comparto da player come Spotify, Amazon o YouTube Music. Purtroppo, però questa crescita degli ascoltatori di ogni età e provenienza non si riflette, soprattutto in Europa e in Italia, in un mercato florido in termini di investimenti pubblicitari.
Molti produttori di podcast non riescono a ottenere un ROI adeguato a rendere il comparto sostenibile, nonostante i vari approcci all’offerta di contenuto utilizzabili (gratuita o in abbonamento).
L’elevata frammentazione del settore, la tecnologia a supporto non ancora propriamente sviluppata, alcune pratiche e processi presi in prestito da altri canali e non propriamente adatti al digital audio, non hanno a oggi consentito all’Industry di svilupparsi come è successo, ad esempio, oltreoceano.
Il prossimo mese approfondiremo il mercato dal punto di vista pubblicitario del digital audio: investimenti, players principali, elementi caratterizzanti e distintivi del comparto, con uno sguardo anche all’approccio dei brand nei confronti di questo canale. Con questa rubrica mensile, cercheremo insomma di fare chiarezza sulla situazione attuale del digital audio e sulla sua possibile evoluzione.
A presto!
Georgia Giannattasio
Laureata in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano, ha iniziato la sua carriera nel media offline presso Initiative Media. Successivamente, ha fondato e sviluppato Havas Digital (Media Contacts, ndr), avviando la sua carriera nel digitale. Ha fondato una società di consulenza e aperto le sedi locali di Eyewonder e Goviral, entrambe acquisite da grandi aziende (Sizmek e AOL rispettivamente). Nel 2014, Georgia si è trasferita a Londra per gestire il gruppo Sales dell’Headquarter di AOL e il team sales APAC, mantenendo anche il ruolo di MD in Italia e Spagna. Tornata in Italia, ha lanciato Maker Studios, successivamente acquisita da The Walt Disney Company, dove ha gestito la parte digitale commerciale di Disney Italia. Nel 2020, ha co-fondato Mentre – Reliving Stories, una società di produzione di podcast, successivamente acquisita da Audion. Attualmente è l’Amministratore Delegato di Audion Italy e membro del CDA.