Tra influencer e guru vince la competenza (e l’autenticità)

Influencer versus Guru: è questa la dicotomia scelta per i Touchpoint Days Engagement 2024 che con la pillola di Giampaolo Rossi si sono aperti ieri pomeriggio.

Tutte le persone sono degli influencer, “paradossalmente” anche quelle che non hanno i social perché vengono “documentate” da altri e hanno la capacità, e il potere, di influenzare gli altri. Secondo Rossi, «il segreto dell’influencer, oggi, è quello dell’autenticità».

Andrea Crocioni e Valeria Zonca

Giunta alla quinta edizione, la prima puntata della tre giorni di approfondimento promossa da Oltre La Media Group, è stata condotta dal Direttore della testata Andrea Crocioni e dalla giornalista Valeria Zonca che hanno avuto modo di confrontarsi sul tema con alcuni protagonisti del mondo delle aziende e della comunicazione, della cultura e dello spettacolo, nel dettaglio con Paolo Micolucci, Consigliere Delegato di Brico io, Georgia Giannattasio, CEO di Audion, Gianluca Maruzzella, CEO e Co-Founder di indigo.ai, Matteo Pogliani, CEO di 40Degrees e Founder di ONIM, con Davide Avolio, Creator, e Davide Borri, Rapper e produttore discografico. A portare il suo contributo con “Il PUNTO DI” è stato Marco La Rosa, Scrittore e divulgatore scientifico.

Oggi alle 16 i Days proseguono con la seconda giornata nella quale le giornaliste di Touchpoint Laura Buraschi e Valeria Zonca intervisteranno: Anna Re, Corporate Communication Manager di Perfetti Van Melle Italia, con Simone Guzzardi, Partner e CEO di L45 reputation & employer branding, Sarah Fallani, Chief Business Officer di Shibumi Group & CEO di The Fairplay, Martina Fiore, Marketing Director di Primeur, Giuseppe Bellucci, Account Director di arteficegroup, con Matteo Gianellini, Marketing Manager di Citterio, e Laura Dalla Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta. “Il PUNTO DI” sarà affidato a Matteo Miluzio di Chi ha paura del buio?  

I Touchpoint Days Engagement sono su OltreLaMedia.tv. Domani, al termine dell’ultimo pomeriggio di approfondimento, dalle 18.30 presso Fabbrica di Lampadine, prenderà il via la cerimonia di premiazione dei Touchpoint Awards Engagement, condotta da Mario Moroni.

L’evento è realizzato con la collaborazione di Fabbrica di Lampadine e ONIM – Osservatorio Nazionale Influencer Marketing. Le attività di ufficio stampa e media relation sono a cura di Ital Communications.

Il programma di mercoledì 3 luglio

Ore 16.00 – Apertura dei Touchpoint Days Engagement

Ore 16.05 – Simone Guzzardi, Partner e CEO di L45 reputation & employer branding, e Anna Re, Corporate Communication Manager di Perfetti Van Melle Italia

Ore 16.25 – Sarah Fallani, Chief Business Officer di Shibumi Group & CEO di The Fairplay

Ore 16.45 – IL PUNTO DI… Matteo Miluzio, Astrofisico e divulgatore di Chi ha paura del buio?

Ore 16.50 – Martina Fiore, Marketing Director di Primeur

Ore 17.10 – Giuseppe Bellucci, Account Director di arteficegroup, e Matteo Gianellini, Marketing Manager di Citterio

Ore 17.30 – Laura Dalla Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta

Ore 17.50 – Conclusioni

 

Rivedi la prima giornata dei Days Engagement

 

IL PUNTO DI… Marco La Rosa, Scrittore e divulgatore scientifico

Marco La Rosa

Le neuroscienze cognitive possono offrire spunti interessanti per capire il rapporto tra influencer e il suo pubblico. Un influencer non è un pubblicitario: il suo utilizzo coinvolge un lato etico importante che andrebbe più considerato. Essere consapevoli dei meccanismi, in genere non consapevoli e inconsci, che operano in questo tipo di dinamiche ci può rendere in grado di difenderci dalle possibili manipolazioni di influencer e di guru: le neuroscienze ci aiutano ad affinare e a sviluppare il nostro senso critico che resta, probabilmente, l’unica vera difesa che abbiamo.

 

Paolo Micolucci, Consigliere Delegato di Brico Io

GURU

Paolo Micolucci

C’è al nostro interno un problema di cambio generazionale e c’è bisogno di innovazione di pensiero che arrivi dai giovani. Da un anno e mezzo abbiamo attivato la nostra presenza su tutti i canali social e il tema dell’IM è arrivato anche sui nostri tavoli: siamo indecisi se cavalcarlo o meno. Il dubbio è se utilizzare una figura nota ma poco affine al nostro settore e ci chiediamo quanto possa essere credibile abbinarlo al nostro prodotto. Un’altra mia preoccupazione è quella di mettere il nome dell’azienda in mano a una persona che non sia coerente con la nostra offerta e i nostri valori. Io propendo per il guru, cioè per l’utilizzatore che possa essere un modello consulenziale o, ancora meglio, una garanzia affidabile: nel momento in cui vuoi influenzare delle persone la tua immagine deve essere credibile e abbinata al prodotto che stai vendendo. Per promuovere un trapano, un rasaerba o un pennello per verniciare ci vuole qualcuno che lo sappia utilizzare un attrezzo del genere. Non so quanto possa avere lo stesso effetto l’influencer più noto che non lo ha mai utilizzato.

 

Georgia Giannattasio, CEO di Audion Italy

PAREGGIO

Georgia Giannattasio

Non so quanti influencer che conosciamo oggi riescano effettivamente a influenzare dei comportamenti e anche dei comportamenti d’acquisto. Se si ribalta la domanda su microcommunity probabilmente sì, se invece si pensa a influencer in generale o ai creator sono veramente pochi i casi. Per quanto riguarda l’audio, i podcaster hanno questa capacità di creare in automatico delle community. Ci si trova all’interno di un contenuto che è molto intimo e diretto. Per cui è più facile questi influenzino i loro follower. Abbiamo bisogno di più contenuti originali prodotti dai brand e di più community intorno ai brand. L’influencer deve essere un mezzo iniziale con cui si arriva. Dopo di che nel momento in cui io creo i miei contenuti e la mia communuty intorno ai contenuti sono arrivato almeno nel cuore di quelle persone. Il brand potrebbe diventare influencer, ovviamente non tutti. Potrebbe essere un “dream” e nel frattempo utilizzare bene l’influencer. Un brand ha bisogno di parlare di sé e chi lo fa meglio del brand stesso? 

 

Gianluca Maruzzella, CEO e Co-Founder di indigo.ai

GURU

Gianluca Maruzzella

La tecnologia ci sta permettendo di vedere, grazie anche all’AI, che può essere sempre più pervasiva e avere un impatto sempre più importante sulle nostre vite. I brand l’hanno sempre sfruttata per creare un canale di comunicazione con gli utenti. Però questo tipo di comunicazioni sono sempre state costruite in una modalità one to many, con un impatto rispetto a come ci comportiamo in relazione alla marca. Adesso nel mondo dell’intelligenza artificiale è possibile elevare questo tipo di rapporto a un livello ulteriore. L’AI ci permette una relazione che è totalmente personale, di elevare dei brand a una sorta di “oracoli”, dove sono dei veri e propri guru, perché la loro missione non si traduce solo in un messaggio da comunicare sui social, ma può diventare una relazione viva che parte da un rapporto one to one.

 

Davide Borri, Rapper e produttore discografico  

GURU

Davide Borri

Penso che oggi il rap sia uno dei pochi mezzi che riescono ad arrivare in maniera fluida al cuore e alla testa delle persone. Oggi ancora di più le idee sono importanti. Chi riesce a dire una cosa diversa emerge. Fra tante lattine dello stesso colore, quando ce n’è una di un colore diverso mi colpisce. Sembra che gli influencer riescano ad “acchiappare” platee ampie e penso che un influencer possa essere anche guru. Sui grandi numeri, sulla comunicazione più spicciola e semplice, l’influencer penso sia più forte. Se andiamo sullo specifico, sulle nicchie o sulla comunicazione di qualcosa di particolare, io tendo a fidarmi di qualcuno che ha un discorso che porta avanti e che io stimo, qualcuno che riconosco come un professionista in un campo. Un microfono da uno che non sa niente di microfoni io non lo compro. Sono più portato a dare retta al guru. 

 

Matteo Pogliani, CEO di 40Degrees e Founder di ONIM

GURU

Matteo Pogliani

Le attività di influencer e creator sono sempre più centrali, infatti ogni anno i budget delle aziende crescono. Questa centralità non poteva non attirare l’attenzione sull’aspetto normativo: nell’ultimo anno il legislatore si è mosso e nei prossimi mesi vedremo novità che porteranno a lavorare sul concetto di trasparenza e a dare ai creator maggiore considerazione con doveri e opportunità riconoscendo loro uno status di lavoro che a oggi non c’è. Tutto ciò renderà più complessa la creazione di progetti di IM, ma questi saranno migliori e trasparenti. Influencer e guru sono due termini che ultimamente hanno assunto un significato negativo. A me piace il termine guru che dovrebbe portare con sé competenza e autorevolezza, due elementi che sono sempre stati rilevanti: bisogna tornare al concetto di “guida positiva” attraverso il quale la competenza deve ricadere sui contenuti perché sono questi che devono essere l’elemento che riesce a contaminare positivamente le persone che li seguono.

 

Davide Avolio, Creator

INFLUENCER

Davide Avolio

Ho iniziato a divulgare passi di poesie su una pagina Instagram dove non comparivo, poi ho iniziato a recitarle in video: la definizione “poetastro” è sarcastica, perché esiste una corrente avversa che non riconosce la credibilità di base nella divulgazione sui social, ma l’equazione tra contenuti demenziali e social è un pregiudizio. Il social è uno strumento potentissimo, dopo che la poesia è sparita dalla televisione, e può generare lavoro, flussi di denaro, muovere l’economia. Non sposo la parola guru che per me ha una connotazione negativa dovuta al fenomeno sui social di persone che vendono di tutto senza avere competenza. Io amo la definizione content creator che non ha l’accezione negativa di influencer e per una persona esperta suggerirei di utilizzare il termine divulgatore che se esprime la sua attività sui social diventa un divulgatore social.

 

 

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