Days Engagement: quando responsabilità e valori diventano una guida
Se sia i guru sia gli influencer sono persone – più o meno famose – che possono incidere sui comportamenti delle persone e diffondere contenuti valoriali, con l’amplificazione esponenziale che ne deriva tramite i social, per essere delle guide autorevoli dovrebbero prima di tutto circoscrivere le loro attività in un terreno di coerenza e di integrità.
Le giornaliste di Touchpoint Laura Buraschi e Valeria Zonca si sono confrontate con Anna Re, Corporate Communication Manager di Perfetti Van Melle Italia, insieme a Simone Guzzardi, Partner e CEO di L45 reputation & employer branding, Sarah Fallani, Chief Business Officer di Shibumi Group & CEO di The Fairplay, Martina Fiore, Marketing Director di Primeur, Giuseppe Bellucci, Account Director di arteficegroup, con Matteo Gianellini, Marketing Manager di Citterio e Laura Dalla Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta. IL PUNTO DI… è stato sviluppato da Matteo Miluzio, Astrofisico e divulgatore di Chi ha paura del buio?
Gli ospiti della terza giornata, condotta dal Direttore di Touchpoint Andrea Crocioni e da Laura Buraschi a partire dalle ore 16 sono: Valeria Chiappini, Deputy Head of Brand Strategy di Kantar, Attilio Di Cunto, CEO di EuroMilano, Konrad Il Brianzolo, Videomaker e comunicatore, Davide Lenarduzzi, Amministratore Delegato di Promoberg e Leonardo Decarli, Content Creator e attore. IL PUNTO DI… sarà affidato a Massimo Giordani, Presidente Giuria dei Touchpoint Awards Engagement.
I Touchpoint Days Engagement sono online su OltreLaMedia.tv.
Al termine dell’ultimo pomeriggio di approfondimento, dalle 18.30 presso Fabbrica di Lampadine, prenderà il via la cerimonia di premiazione dei Touchpoint Awards Engagement, condotta da Mario Moroni.
L’evento è realizzato con la collaborazione di Fabbrica di Lampadine e ONIM – Osservatorio Nazionale Influencer Marketing. Le attività di ufficio stampa e media relation sono a cura di Ital Communications.
Il programma di giovedì 4 luglio
Ore 16.00 – Apertura dei Touchpoint Days Engagement
Ore 16.05 – Valeria Chiappini, Deputy Head of Brand Strategy di Kantar
Ore 16.25 – Attilio Di Cunto, CEO di EuroMilano
Ore 16.45 – IL PUNTO DI… Massimo Giordani, Presidente Giuria Touchpoint Awards Engagement
Ore 16.50 – Konrad Il Brianzolo, Videomaker e comunicatore
Ore 17.10 – Davide Lenarduzzi, Amministratore Delegato di Promoberg
Ore 17.30 – Leonardo Decarli, Content Creator e attore
Ore 17.50 – Conclusioni
Ore 18.30 – Cerimonia di Premiazione dei Touchpoint Awards Engagement
Rivedi la seconda giornata dei Days Engagement
Il punto di… Matteo Miluzio, Astrofisico e divulgatore di Chi ha paura del buio?
Per fare buona divulgazione bisogna rispettare alcuni punti: il primo è la correttezza dei contenuti. Gli errori possono capitare a tutti ma produrre contenuti corretti è fondamentali. La seconda è supportare sempre quello che si dice con fonti scientifiche per fornire al pubblico gli strumenti per controllare e approfondire. A margine di queste considerazioni, bisogna ricordare che la divulgazione non è un mezzo rapido per diventare famosi, cosa che sta prendendo piede con i social. La divulgazione è una cosa seria, è una questione di responsabilità sociale verso il pubblico, non bisogna trasformarla in mero mercato di follower o per accrescere la propria popolarità.
Anna Re, Corporate Communication Manager di Perfetti Van Melle Italia
GURU
Ogni impresa ha una identità precisa e unica che caratterizza la cultura aziendale: l’employer brand lavora all’esterno e all’interno come forma di engagement, perché ormai non sono più le aziende a scegliere le persone da inserire nell’organico ma è il contrario. Costruire una campagna reputazionale attorno ai propri valori e punti di forza è necessario per potersi distinguere nel mercato del lavoro, con l’obiettivo di attirare e trattenere i talenti. Noi siamo partiti con LinkedIn, con il tempo siamo sbarcati su tutti i social, in ultimo TikTok, e utilizziamo anche gli incontri fisici nelle università. Ci siamo mossi su tematiche valoriali come la sostenibilità e la D&I che riescono a coinvolgere. Il leader influencer può esser utile da utilizzare come tattica, ad esempio per il lancio di un progetto e per creare un engagement momentaneo, però in azienda il leader guru è quello che porta la crescita nel lungo termine e la competenza che crea valore.
Simone Guzzardi, Partner e CEO di L45 Reputation & Employer Branding
INFLUENCER
Per una agenzia l’employer branding è l’ambito dove mettere in campo tutte le competenze da quelle più creative a quelle più strategiche e a quelle operative. Sempre di più sta assumendo le stesse logiche del marketing di prodotto, quindi necessita di obiettivi di Kpi. Perfetti van Melle, che è stata pioniera nell’attivare questa leva, è molto avanti. Le agenzie sono, comunque, delle aziende anche se molto diverse: credo che si debba essere guru verso il mercato, con clienti e prospect, e influencer con i propri collaboratori e colleghi (non è un caso che non usi il termine dipendenti). Anche se i negli ultimi mesi la parola influencer ha un sapore un po’ negativo, io lo vedo come chi riesce a influenzare gli altri in maniera positiva, è il leader che traina e che scende dal gradino del guru che sta sulla pianta o sulla roccia. La mia scelta propende per l’influencer nell’accezione positiva: “abbraccio gli altri e sono uno di loro e nello stesso tempo gli do una direzione”.
Sarah Fallani, Chief Business Officer di Shibumi Group & CEO di The Fairplay
GURU
A un brand serve coraggio, nel senso che a volte si scelgono dei profili che danno sicurezza per tanti motivi, come il numero di follower, oppure il fatto che tanti brand si affidino a un determinato influencer fa sentire in una zona di confort. A volte invece può essere una buona strada esplorare altre possibilità più innovative, anche rischiose perché non c’è un algoritmo che dice che questo influencer porterà determinati risultati, ma in questo modo si dà più spazio alla personalità non solo dell’influencer ma anche del brand. In questo periodo storico di guru ne conosciamo molto pochi, quindi non andrei a dare questa responsabilità a delle persone che fanno il loro mestiere e lo fanno bene ma che viaggiano su un altro tipo di sistema valoriale.
Martina Fiore, Marketing Director di Primeur
GURU
L’approccio all’engagement nel B2B è diverso. Le azioni da attivare hanno un numero di passaggi operativi lungo considerando che il sales cycle per chiudere un deal viaggia tra i 6 e gli 8 mesi: in questo periodo il concetto che guida ogni attività ha a che fare con la componente relazionale e di human touch, con la capacità di ascoltare i problemi che ci vengono segnalati e che Primeur cerca di risolvere. Le logiche sono complesse nel buying clock bisogna attirare l’attenzione delle persone prima di quella delle aziende con contenuti tecnici ma non troppo per dare un valore aggiunto in modo semplice, attraverso una content strategy che deve innescare l’engagement anche da un punto di vista grafico. Utilizziamo LinkedIn e gli eventi, ma la nuova frontiera da sperimentare è quella del podcast. Viviamo in una società che usufruisce costantemente di contenuti e anche l’influencer è una persona, o un gruppo di persone, che ha un potenziale rappresentato dai contenuti: nel momento in cui alla capacità di creare abbina quella di trasferirne un valore che va oltre la vendita di qualcosa, “scatta la magia”.
Giuseppe Bellucci, Account Director di arteficegroup
INFLUENCER
Il pericolo oggi è quello di imbatterci nei “Quelo”: di guru ce ne sono talmente tanti sia nella finanza, nella cucina, nelle applicazioni tecnologiche, è l’ambizione della maggior parte degli influencer diventare il massimo esperto di quella disciplina. Per evitare di incappare in profili di dubbia validità, la risposta è avere consapevolezza di sé, stare attenti nella selezione, avere una visione molto focalizzata rispetto all’obiettivo che si vuole raggiungere e osservare e monitorare in maniera attiva sia prima, ma soprattutto durante, quando il brand delega la produzione del contenuto all’influencer: questo perché è un dialogo e nei dialoghi le due parti devono essere disposte a mettere in discussione la strada che si è presa.
Matteo Gianellini, Marketing Manager di Citterio
INFLUENCER
Citterio è pro influencer, no guru: il messaggio è al centro, deve essere concreto, veritiero e reale, cerchiamo influencer che ci seguano in questo percorso e seguiamo tutto il funnel, dal brief alla messa a terra del contenuto che viene vagliato dall’azienda prima di essere messo in rete. Ci tuteliamo dai guru perché vogliamo tutelare l’azienda, la brand safety è il primo punto che dobbiamo portarci a casa. Ulteriore elemento, e in questo siamo d’accordo con arteficegroup, nella selezione preferiamo micro e midi influencer, perché oltre a essere al sicuro da protagonisti eccessivi sono anche più vicini alla loro fanbase e questo genera dei KPI positivi.
Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta
INFLUENCER
Sono tante le relazioni tra adolescenza, social media e disturbi alimentari. In Italia si contano 3 milioni di ammalati, si è abbassata l’età di esordio delle patologie che ormai colpiscono bambini e under 14 (circa un 30%) e si è allargato il range anche agli uomini (20%). Dal momento che sono la seconda causa di morte degli adolescenti dopo gli incidenti stradali, 3.600 nel 2023, si deve parlare di una vera e propria emergenza sanitaria. I social non sono la causa dei disturbi alimentari ma un canale di diffusione “pericoloso” perché contengono come argomenti principali il food e l’immagine corporea, spesso irreale, a cui si ispirano. I social non vanno criminalizzati ma è necessario dare ai ragazzi strumenti critici per capire meglio l’impatto che hanno sulle loro emozioni con una sorta di alfabetizzazione digitale. Esiste il “lato buono” della tecnologia, pagine su Instagram di grande utilità perché transitano contenuti positivi, come Peso Positivo o Animenta, che spiegano come non entrare nel disturbo alimentare portando alla luce del sole i trabocchetti sulle diete facili. L’influencer può avere quindi un ruolo positivo ma solo se responsabile, trasparente e competente.