Parole D’Amore – Il premio è la dolcezza
È il periodo degli award. Forse lo è sempre. In pubblicità, ma anche negli altri campi, vengono organizzati “prize” e riconoscimenti durante tutto l’anno. Premio alla creatività. Premio campagna integrata. Premio cartotecnica. Premio packaging. A volte, addirittura, le categorie sono talmente specifiche che risulta impossibile non vincere.
[“Siamo i numeri uno, abbiamo ottenuto il riconoscimento per la migliore campagna del 2024 YTD” “Ma, scusi… oggi è il 2 gennaio!].
Eppure, non bastano. Abbiamo considerato che ne manca uno, forse il più importante. Il 25 ottobre sono tornato alla Fabbrica delle Lampadine (che poi è anche la redazione di questa testata) per assistere agli speech di “E-Next: E-commerce vs Retail”. In una classica mattina milanese, con la pioggerellina impercettibile e, comunque, le scarpe fradicie, è stato bello assistere agli speech sull’interazione tra retail e canali di vendita online. Gli ospiti, preparatissimi. Il palco, con una light engineering che sembrava di guardare la tv. I contenuti, innovativi. E poi, con il direttore, non ci si vedeva da mesi.
A un certo punto, dopo i “ciao come stai?” mi ha detto: “Dovremmo tornare ad accendere quella rubrica, Parole d’amore”. “Mi piacerebbe molto!” ho risposto. “Sì, perché in questo settore, così professionale, ci vuole anche un po’ di sentimento”. E io: “Perché non fare un award dedicato alle campagne realizzate con dolcezza?” E lui: “Eheh”. E io, già in quarta: “Dunque potrebbe chiamarsi…”. Così, eccomi qui, per tornare sulla carta stampata (forse più sui .pdf in attachment alle mail) e, contemporaneamente, svolgere una sorta di brainstorming dedicato al nuovo award. Come lo chiamiamo? Come saranno delineate le categorie? E i punti di valore che determinano il progetto vincitore? Non vogliamo premiare il risultato, ma il sentimento nell’immaginare la campagna e la delicatezza nello scegliere i media da utilizzare. Mi immagino account che fissano, con gli occhi lucidi, enormi ledwall metropolitani. E planner che accarezzano le pagine dei magazine sui quali posizioneranno i formati. Copywriter che ascoltano le canzoni pop anni ’90 mentre scrivono le idee a penna. SMM con gli occhi a cuore come emoji, di fisso. E media buyer che guarniscono i documenti di relazione con fiori e cuoricini, mentre, uscendo di casa, dicono alla persona con cui stanno: “Mi piaci come un ROI del 6,94% annuo. Anzi no, di più. Del 7,95!!!”. Sì, dovrebbe essere un award fatto così.
Allora, anche il titolo dovrebbe essere sfacciatamente cuoricioni, penso a un naming che contenga tipo marshmallow, toffolette, sweet o tvumdb. Ovviamente, il direttore, non appena ipotizzata la possibilità di un nuovo evento, invece di farsi il viaggio sul key visual del premio e sulle scene tipo film lacrimoni, da persona pragmatica qual è, ha subito commentato: “Ma, in caso, chi chiamiamo a fare la sponsorizzazione? Ci vorrebbe un brand che fosse…”. In pochi attimi ci siamo trovati in zona operazioni, ci siamo scoperti in zona brief. Ma questo award, con le sue guideline così calorose e il suo sentimento spontaneo, mi sono detto, in effetti forse esiste già. E le candidature sono aperte tutti i giorni.
Per fare la entry, basterà mettere un pochino di cuore nelle cose di sempre. Scrivere un body delicato. Scontornare come se fosse la prima volta. Aprire una chart come facevamo con le scatole di pennarelli. E poi regalare un cioccolatino. Un caffè. Forse una t-shirt con il logo della rivista. Magari, un bel sorriso. Senza dimenticare, ovviamente, i marshmallow.
P.S: Se invece quel premio esiste davvero davvero, fatecelo sapere! Sarebbe uno splendido argomento per la prossima puntata.
Michele D’Amore
Per Touchpoint News, ho scritto vari reportage e, soprattutto, una rubrica ospitata, periodicamente,
sul Today. In questo numero, esco con un nuovo pezzo. Spero vi piaccia!