UPA: stima di chiusura 2024 a +5%. “Cautela” sul 2025
Cooperazione tra le Audi per la lettura delle audience, misurazione degli investimenti pubblicitari, formazione e relazioni internazionali i 4 focus del suo mandato
«A dimostrazione della resilienza delle aziende italiane, UPA stima una chiusura 2024 in crescita attorno al +5% con una forchetta plausibile tra +4,8% e 5,2%. Rispetto ai primi nove mesi con il mercato a +5,7% (dati Nielsen), siamo leggermente più prudenti sugli ultimi 3 mesi, perché da parte degli investitori c’è stata una grande concentrazione nella prima parte dell’anno in virtù degli eventi sportivi. La TV si conferma il mezzo più forte con +9,8%, il Web registra +4%, la Radio +7,4%, l’OOH +9% e il Cinema +41,2%. A trainare i risultati sono i comparti Alimentare (che incuba il 12,9% del totale della spesa pubblicitaria, con +2,2%), l’Automotive (+26,7%, a fronte di un netto calo di immatricolazioni) e Grande Distribuzione (+11,4%). Gli associati UPA raggiungono oltre l’80% degli investimenti pubblicitari, ma resta la volontà di crescere sempre e per farlo dobbiamo far conoscere i nostri servizi e il loro valore aggiunto», ha dichiarato il Presidente Marco Travaglia in un incontro con la stampa organizzato a margine del convegno “Influencer Marketing 2024”.
Alla sua prima uscita ufficiale, il nuovo Presidente si è soffermato sui principali punti di sviluppo sui quali vuole imprimere il suo “marchio di fabbrica” al mandato triennale.
«Intendo lavorare in continuità con l’ex Presidente Lorenzo Sassoli, ma ho individuato quattro aree su cui vorrei dare un’accelerazione – ha sottolineato -. In primis punterò sulla cooperazione sempre più attiva e concreta tra le varie Audi per la lettura delle audience. Infatti, abbiamo costituito un gruppo su volontà di Sassoli che guida l’Audi più rappresentativa (Auditel, ndr) e che ha coinvolto Audicom, AudiRadio, AudiOutdoor e AudiMovie. Ci incontriamo ogni tre mesi per allineare le attività e creare sinergie, condivisioni di asset e di dati in ottica di efficienza e risparmio di risorse: un grande segnale concreto lo daremo il prossimo 5 marzo con il primo convegno inter Audi».
Audicom (di cui Travaglia è Presidente) nel CdA dello scorso 24 settembre ha “battezzato” la struttura della ricerca integrata che utilizzerà l’SDK in uso ad Auditel per la misurazione dei video, ma sarà nel prossimo CdA del 3 dicembre che ci sarà la finalizzazione dei contratti di servizio (quello con Comscore lo siglerà Auditel per poi “passarlo” ad Audicom, mentre Nielsen e Doxa si occuperanno dei dati di lettura digitali e stampa). Travaglia ha anticipato che dal secondo semestre 2025 saranno disponibili le nuove rilevazioni integrate, mentre nel primo persisteranno gli attuali sistemi Audiweb e Audipress.
«Il secondo punto ruota intorno alla misurazione degli investimenti pubblicitari in modo da fornire al mercato dei dati più accurati e simili a quelle che forniscono centri media e istituti di ricerca per non diffondere stime con divari eccessivi – ha proseguito -. Un terzo asset sarà l’implementazione della formazione. Da capo d’azienda ho constatato quanto il marketing stia cambiando: le marche continuano a rappresentare il motore dello sviluppo, dell’innovazione e della creazione di valore, però è oggettivamente molto più difficile oggi articolare un piano di marketing alla luce delle nuove modalità rese disponibili dall’evoluzione dei mezzi e della tecnologia. In questo UPA ha un ruolo fondamentale per le generazioni che approcciano adesso questo mercato: da un lato aiutarle a innamorarsi della funzione del marketing, del media, della comunicazione, della pubblicità e dall’altro formarli con un aggiornamento costante. Un quarto e ultimo punto è il tema delle relazioni internazionali, specie in Europa: siamo nel WFA ma la voce di UPA dovrà essere più presente ai tavoli con le istituzioni».
Tornando al mercato, «stiamo vivendo un clima economico a cui si deve continuare a prestare attenzione: il ribasso dell’inflazione proseguirà nel 2025 e anche i costi delle materie prime sono tornati a quelli pre crisi. È evidente, però, che i salari non hanno seguito l’andamento dell’inflazione e quindi c’è un po’ di incertezza sulla capacità di spesa dei consumatori. Infine, bisognerà capire anche i riflessi della situazione internazionale, dai conflitti in corso alle scelte della nuova amministrazione americana sul tema dei dazi. Quindi la parola d’ordine è “cautela”, ma non è detto che non si potrà avere dei tassi di crescita della spesa adv anche nel 2025».