Digital Audio Unlocked – Massimizzare la visibilità dei podcast: strategie di iperdistribuzione e amplificazione
Quinto appuntamento con la rubrica dedicata al digital audio nata dalla collaborazione fra Audion e Touchpoint
Nell’era digitale odierna, il podcasting è diventato una forma mediatica di primaria importanza. Con oltre due milioni di podcast attivi nel 2024, la produzione è ampia e la competizione per l’attenzione degli ascoltatori è feroce. Proprio come Facebook ha svolto un ruolo cruciale nella campagna di Barack Obama, i podcast hanno influenzato significativamente le recenti elezioni presidenziali statunitensi, sottolineando il loro impatto come importante piattaforma di comunicazione.
L’imperativo dell’iperdistribuzione
La spina dorsale della distribuzione dei podcast è il feed RSS (Real Simple Syndication), un protocollo tecnico universale che democratizza la pubblicazione dei contenuti. Attraverso i feed RSS, i podcast possono essere facilmente distribuiti su molteplici piattaforme di ascolto senza ulteriori sforzi da parte dei creator. Inoltre, da un punto di vista commerciale, ogni ascolto può essere monetizzato con la pubblicità, garantendo ai creator di guadagnare dai loro contenuti indipendentemente dalla piattaforma.
Per poter davvero penetrare il mercato dei podcast, i creator devono necessariamente abbracciare la frammentazione dello spazio audio rendendo i loro contenuti il più accessibili possibile.
Ciò significa includere piattaforme audio tradizionali come Spotify e Apple Podcasts, ma anche piattaforme meno convenzionali come YouTube. È interessante notare che quasi un quarto dei consumi su YouTube sono audio-only, a dimostrazione del fatto che le piattaforme video rappresentano un bacino inesplorato per i podcaster. Rendendo i podcast disponibili sia in formato audio che video, i creators possono massimizzare la loro audience e attirare un pubblico più ampio.
Date le diverse abitudini di consumo dei media users di oggi, produrre contenuti podcast in formato video può servire a molteplici scopi. Non solo soddisfa le preferenze di una vasta base di utenti, ma genera anche preziosi asset per i social media. Non tutti i podcast possono diventare video, come abbiamo ampiamente discusso nell’articolo precedente, ed è fondamentale capire quando ha senso utilizzare il video nel podcast e quando no, tenendo a mente la differenza di costo e soprattutto le peculiarità dell’audio in termini di attenzione, di fruibilità (audio is on when screens are off,se è video non è audio,…), di linguaggio (nei contenuti descrittivi, ad esempio, lo script del video e dell’audio sono profondamente diversi).
Capire i modelli di consumo
L’approccio strategico nel momento in cui si decide di produrre un podcast inizia con la scelta di una solida piattaforma di hosting, preferibilmente certificata dall’Interactive Advertising Bureau (IAB). Questa certificazione garantisce ai podcaster che i dati di ascolto sono precisi e verificabili, il che è cruciale per la monetizzazione e le decisioni strategiche successive. Un host certificato IAB può fornire metriche accurate che riflettono il vero coinvolgimento degli ascoltatori e i loro modelli di comportamento.
Il consumo di podcast, ad esempio, varia notevolmente tra diversi gruppi demografici, tra piattaforme e tra dispositivi: capire queste variazioni e differenze è fondamentale per adattare i contenuti alle specifiche esigenze e preferenze del pubblico. Alcuni ascoltatori potrebbero preferire podcast brevi e informativi durante il loro tragitto mattutino, mentre altri potrebbero godere di episodi più lunghi e narrativi nei fine settimana: riconoscere e adattarsi a questi modelli può migliorare significativamente l’appeal e i tassi di retention di un podcast.
Nel contesto del podcasting, i dati sono fondamentali: analizzare i dati degli ascoltatori aiuta infatti i podcaster a identificare cosa funziona e cosa no, ad affinare i contenuti e le strategie di amplificazione, ad adattare le modalità di erogazione dei contenuti e le tattiche promozionali alle preferenze del suo pubblico, massimizzando così l’engagement e la crescita del podcast stesso.
Alcune tecniche/modalità per avere un’amplificazione efficace riguardano:
• Il coinvolgimento degli ascoltatori “core” che significa consolidare la base in primis per amplificare poi la portata di un podcast. I podcaster dovrebbero incoraggiare i loro ascoltatori a valutare e commentare gli episodi su tutte le piattaforme poiché queste interazioni migliorano significativamente la visibilità e la SEO (Search Engine Optimization) di un podcast, rendendolo più facilmente individuabile da nuovi ascoltatori.
• La cross-promotion, ovvero lo “sfruttamento” del sistema creator per pubblicizzare il proprio contenuto all’interno appunto di altri contenuti di podcaster con argomenti o pubblico simili, può essere incredibilmente efficace. Questa strategia non solo espone i podcast ad ascoltatori “compatibili”, ma favorisce anche la creazione di una comunità di creators che si supportano reciprocamente la per crescita e il successo dei loro contenuti.
• Le strategie media a pagamento per amplificare la presenza di un podcast: con la maturazione del settore dei podcast, aumentano anche le opportunità di promozione a pagamento. Dallo sponsorizzare episodi di programmi popolari alla pianificazione di annunci audio mirati e al coinvolgimento in campagne sui social media. Sebbene il costo di acquisizione di nuovi ascoltatori sia direttamente proporzionale alla grandezza dell’audience del podcast, una strategia di media a pagamento ben strutturare può convertire efficacemente gli ascoltatori occasionali in follower fedeli.
Nel frenetico mondo del podcasting, emergere richiede più che contenuti di qualità: emergere richiede un approccio strategico alla distribuzione e all’amplificazione.
Abbracciando l’iperdistribuzione, comprendendo il comportamento degli ascoltatori e impiegando tattiche di amplificazione mirate, i podcaster possono migliorare significativamente la loro visibilità e la loro audience.
Per i creatori di podcast è essenziale rivalutare costantemente le proprie strategie di distribuzione e amplificazione.
Al prossimo mese con i modelli di business!
Arthur Larrey
Nato a Bordeaux, poliglotta (parla inglese, cinese, spagnolo, francese e ceco) appassionato di gastronomia, vanta una lunga esperienza nel mondo delle agenzie media. Con un Master in Web Marketing conseguito all’Inseec, ha iniziato la sua carriera nel settore vinicolo come assistente al web marketing presso Wineandco, per poi unirsi all’agenzia media Zenith (Publicis Groupe) come account manager, posizione che ha successivamente ricoperto nelle agenzie Performics e Joule. Specializzato in new media, è entrato in Mobext, per la quale si è occupato della strategia di comunicazione mobile e nuovi media per tutti i clienti del gruppo Havas Media France. Con Kamel El Hadef, un altro ex alunno dell’Inseec e account manager di Skyrock, ha co-fondato Audion, oggi leader nella monetizzazione dell’audio digitale e dei podcast in Francia.