Verso l’Assirm Market Research Forum 2024 con focus su tecnologia e giovani
Il comparto chiuderà il 2024 in positivo per il terzo anno consecutivo
“Costruire il successo: ricerche di mercato, insights e data intelligence per la crescita”: è questo il tema dell’Assirm Market Research Forum 2024 che si terrà a Milano mercoledì 27 novembre: «Un evento annuale importante per condividere conoscenza non solo con i nostri associati ma con stake holder, investitori, enti e associazioni per avere diversi punti di vista» ha spiegato il Presidente Enzo Frasio ieri nel corso di una conferenza stampa.
«In questo primo anno di mandato – ha proseguito Frasio – abbiamo lavorato molto su due priorità: le nuove tecnologie, inclusa l’AI, e i giovani. Questi temi saranno il fil rouge del Forum, durante il quale saranno anche presentati i dati della rilevazione “Giovani e tecnologia digitale: una relazione complessa tra opportunità e rischi” da noi condotta. Possiamo inoltre anticipare che il dato di chiusura per le aziende associate Assirm, che sarà annunciato in occasione del Forum, sarà positivo per il terzo anno consecutivo».
Il programma del Forum vedrà un dibattito inziale con Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione, Davide Arduini, Presidente di UNA e Raffaele Pastore, Direttore Generale di UPA.
A seguire, diverse sessioni e workshop con contenuti suddivisi in tre macro aree: nuove tecnologie e AI, consumi, consumatori. L’Assirm Market Research Forum è realizzato con il supporto di Ales Market Research, Bilendi & Respondi, BVA Doxa, CFI Group, Cint, Demetra, Dynata, Eumetra, Eureka!, FFIND, Fieldgood, G&G Associated, GfK – Nielsen IQ, Glaut, GMR, Human Highway, Ipsos, IQvia, Norstat, Purespectrum, QuestionPro, Scenari, Toluna & Metrixlab, TP Infinity. Si ringraziano anche i partner tecnici: Andzup ed e-work.
Giovani e tecnologia digitale: una relazione complessa tra opportunità e rischi
Il Vicepresidente di Assirm Tommaso Pronunzio, nel corso della conferenza stampa, ha anticipato che lo sguardo al futuro che emerge dall’indagine (condotta via web su un campione rappresentativo nazionale di oltre 2.000 persone) è positivo, in quanto c’è una visione comune tra le diverse generazioni per quanto riguarda l’utilizzo e gli effetti delle tecnologie «e questo può fare la differenza, perché lascia spazio alla possibilità di fare educazione», evidenzia Pronunzio. Inoltre, GenY, GenX e Boomer sono consapevoli dei bisogni della GenZ e dimostrano di conoscere profondamente il loro rapporto con la tecnologia.
Nel dettaglio, l’84% dei giovani usa i dispositivi per almeno quattro ore al giorno e ben il 30% passa un terzo della propria giornata sui dispositivi tecnologici. Un tempo prolungato che ha implicazioni dirette sulla qualità della vita perché la quasi totalità dei rispondenti (il 92%) riconosce che il digitale influisce su aspetti fondamentali del loro benessere. La tecnologia impatta su tutti gli ambiti quotidiani in modo non sempre positivo: viene percepita come uno strumento per superare le difficolta nel percorso formativo di apprendimento da oltre due persone su tre (71%) e come stimolo per la creatività (54%) ma rappresenta anche un potenziale pericolo per la privacy secondo l’87% degli intervistati mentre addirittura il 95% ritiene fondamentale limitare il tempo trascorso sui dispositivi per preservare il proprio benessere mentale. L’isolamento sociale è percepito come la conseguenza negativa più importante (75%) derivante dall’utilizzo delle tecnologie digitali, seguito da affaticamento visivo (68%), disturbi del sonno (56%) e problemi di postura (56%). Un altro alert scatta quando si tratta di sicurezza online: il 93% si dichiara preoccupato dalla diffusione di fake news e dalla manipolazione delle informazioni, sebbene solo il 31% dei giovani dichiara di prestare attenzione a non lasciare tracce online.
In ambito formativo e lavorativo, se da un lato i giovani vedono la tecnologia come un importante supporto (nonostante sia solo il 44% a giudicare adeguata la preparazione scolastica) grazie all’accesso a risorse illimitate (69%) e alla flessibilità di studiare in modo autonomo (63%), tuttavia il 65% teme che la tecnologia promuova un approccio superficiale alla conoscenza, mentre oltre la metà del campione osserva una riduzione delle capacità critiche e argomentative. Più equilibrati ancora i dati che riguardano il lavoro: per quanto riguarda l’impatto dell’automazione, il 57% teme che la tecnologia ridurrà le opportunità, mentre solo il 35% è ottimista e spera nella creazione di nuove possibilità.
Il sondaggio rivela comunque una spiccata fiducia nei giovani: il 72% li ritiene capaci di affrontare le sfide del domani e il 66% dichiara la disponibilità a lavorare duramente per migliorare la propria situazione e quella della collettività, dimostrando un importante senso di responsabilità.