Il 70% dei congressi e degli eventi cancellati per l’emergenza Covid-19
Una ricerca dell’Università Cattolica e Federcongressi&eventi
È una crisi senza precedenti quella che il settore dei congressi e degli eventi si trova ad affrontare a causa della pandemia da Covid-19. Una vera battuta d’arresto per un’industria che negli ultimi 5 anni aveva conosciuto un positivo e costante percorso di crescita, con un tasso di incremento medio del numero di eventi del 4,1% annuo.
Le sedi per congressi ed eventi hanno subito la cancellazione della maggior parte delle manifestazioni già previste in calendario: il 69,7% degli eventi e dei congressi (circa 215 mila appuntamenti) è stato cancellato, il 16,9% rinviato al 2021 e solo il 13,4% posticipato a un’altra data nell’anno in corso.
I dati emergono dalla ricerca “L’impatto del Covid-19 sulla meeting industry italiana: la prospettiva delle sedi per eventi e congressi” realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Aseri) in collaborazione con l’associazione della meeting industry italiana Federcongressi&eventi. La survey, condotta nell’ambito dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (OICE) che monitora annualmente l’andamento del comparto, ha coinvolto un campione delle principali strutture per eventi di medie e grandi dimensioni presenti sul mercato (alberghi, centri congressi e centri fieristico-congressuali) con l’obiettivo di comprendere l’entità delle conseguenze causate dalla diffusione del virus.
Negli alberghi congressuali in media il 71,2% degli eventi è stato definitivamente cancellato, l’11,2% posticipato e il 17,6% rinviato al 2021; nei centri congressi il 63,4% di tali eventi risulta cancellato, il 22,9% posticipato e il restante 13,7% rinviato all’anno successivo; nelle sedi congressuali fieristiche il 43,5% degli eventi risulta rinviato al 2021, il 38,8% è stato definitivamente cancellato e il 17,7% posticipato a una data successiva sempre del 2020.
L’impatto sul fatturato
«Questa situazione si è tradotta in una riduzione del fatturato per eventi e congressi previsto per il 2020 mediamente del 76% rispetto a quello del 2019», spiega Roberto Nelli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi e docente in Cattolica di Comunicazione e Marketing degli eventi. In particolare, dalla ricerca emerge che il 21,3% degli alberghi congressuali stima una riduzione tra il 51% e il 75% del fatturato e ben il 68,5% valuta un decremento superiore al 75%; il 28,6% delle sedi congressuali fieristiche stima una riduzione tra il 51% e il 75% e ben il 57,1% la ritiene superiore al 75%; il 42,1% dei centri congressi calcola un calo tra il 51% e il 75% del fatturato mentre solo il 36,8% ritiene che la flessione possa essere maggiore del 75%.
L’imprevedibile cancellazione della maggior parte degli eventi che avrebbe dovuto ospitare ha tuttavia messo in luce la capacità di reazione del settore e la sua tempestività nel rispondere ai cambiamenti imposti dalla situazione in atto. A fronte, infatti, di una media di circa un 60% di sedi che è stato costretto a rinunciare agli investimenti che avevano previsto di realizzare nel 2020, molte sedi hanno non solo confermato (talvolta solo parzialmente) gli investimenti programmati, ma anche effettuato investimenti non previsti, soprattutto in infrastrutture/servizi (da parte del 34,8% delle sedi che non avevano in programma investimenti) e tecnologie (17,9%).
Per far fronte all’emergenza Covid-19 la quasi totalità delle sedi (90,4%) ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per tutelare il proprio personale; tra le altre risorse messe a disposizione dal Governo, il 45,8% delle sedi si è avvalso delle misure introdotte dal Decreto Liquidità (accesso al credito agevolato, fondi di garanzia ecc.) e solo il 36,1% ha richiesto gli indennizzi diretti sulla perdita di fatturato.
«Il risultato della survey evidenzia in modo drammatico quella che è forse la più grande crisi alla quale il nostro settore è chiamato a fare fronte a livello globale – commenta Alessandra Albarelli, Presidente di Federcongressi&eventi -. Uno stato di emergenza che mette però in luce quanto il comparto, sebbene ancora poco considerato dalle istituzioni, abbia nel proprio Dna la capacità di trovare sempre soluzioni che non solo permettano di affrontare gli ostacoli ma di uscirne migliori. La meeting industry non si arrende ma ha l’urgente necessità che il Governo faccia ripartire l’attività formativa di Educazione Continua in Medicina-ECM in presenza e che tutte le Regioni, in deroga all’ultimo Dpcm, permettano la ripresa di eventi e congressi. Le nostre imprese chiedono il supporto delle istituzioni ma, ancora di più, chiedono di poter tornare subito a lavorare».
Ulteriori approfondimenti sulla ricerca saranno presentati il 16 settembre nel corso dell’evento online di Federcongressi&eventi durante il quale, dopo aver illustrato i dati dell’edizione 2019 dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi, si svolgerà un confronto internazionale sugli scenari del settore.