Esports Legal Forum: nasce il primo Manifesto per regolamentare gli e-sports in Italia
L’Esports Legal Forum ha rappresentato il primo passo per portare il movimento esportivo italiano verso quella maturità che è già realtà in altri Paesi. L’evento, tenutosi giovedì 15 ottobre e organizzato dall’Osservatorio Italiano Esports, ha posto le basi per un’architettura chiara e moderna della regolamentazione di questo settore in Italia. Due sono state le parole chiave: competenza e collaborazione.
L’evento, fruito in modalità virtuale e moderato da Paolo Carito, Direttore sviluppo strategico, commerciale e marketing Lega Pro, ha visto una massiccia partecipazione di pubblico, tanto che i posti disponibili sulla piattaforma zoom sono stati esauriti in poche ore.
Con l’Esports Legal Forum, l’OIES si conferma motore dell’evoluzione del movimento esportivo italiano, e artefice di un approccio collaborativo e costruttivo tra tutti gli stakeholder che ne fanno parte. Il Manifesto scaturito dall’evento costituirà una base programmatica di proposte concrete, di cui l’OIES si farà promotore verso gli organi competenti.
«L’Esports Legal Forum ha rappresentato una novità assoluta nel panorama esportivo italiano – commentano Luigi Caputo ed Enrico Gelfi, Fondatori dell’Osservatorio -. Per la prima volta sono state messe a sistema le competenze di studi legali che hanno collaborato per offrire soluzioni, non solo segnalare i problemi. È questo il tratto distintivo dell’OIES: offrire una piattaforma a tutti gli stakeholder che con animo propositivo lavorano e collaborano per migliorare il settore degli Esports in Italia. Il grande successo di questa prima edizione ci ha confermato che il tema della regolamentazione è molto sentito, quindi nei prossimi mesi ci saranno nuove edizioni del Forum».
I sette studi legali associati al network dell’OIES hanno discusso delle attuali criticità dell’assetto normativo che si applica agli Esports in Italia, e per la prima volta hanno collaborato per proporre un piano di idee concrete per risolverle.
AIAS (Associazione italiana avvocati sportivi), con Domenico Filosa, Coordinatore nazionale della commissione Esports ha discusso il tema: “La disciplina delle sponsorizzazioni negli Esports e le problematiche contrattuali”, mentre DLA Piper, con Giulio Coraggio, Partner – Head of Technology and Gaming Sectors “Le criticità della crescita degli Esports a livello nazionale e internazionale”.
Giacobbe, Tariciotti e Associati, con Luca Giacobbe, Partner, ha presentato “Il betting negli Esports e il vuoto normativo nel match fixing”, mentre Lexant, con Manuela Magistro, Consuel dipartimento di diritto sportivo “L’incertezza normativa che frena gli investitori negli Esports”.
Ontier Italia, con Luca Pardo, Founding Partner ha presentato la relazione “La proprietà intellettuale ed industriale nel mondo Esports”, mentre lo Studio legale Rombolà & Associati, con Carlo Rombolà, Socio fondatore “I contratti dei pro player: prospettive e criticità”.
Focus sull’adv
Gattai, Minoli, Agostinelli, Partners, con Marco Galli, Senior Associate e Coordinatore Practice Esports ha analizzato il tema “Esports e pubblicità, dall’in-game advertising all’ambush marketing”.
«Il canale pubblicitario e quello connesso alle sponsorizzazioni rimane il canale di finanziamento privilegiato per player e team. Il contesto virtuale e digitale nel quale gli Esports nascono e si sviluppano richiede molta attenzione per quanto riguarda le campagne pubblicitarie. Il mancato rispetto dei requisiti espone i brand al rischio di sanzioni. Nel contesto Esports, rilevano in particolare i fenomeni di in game advertising e advergaming. Il primo prevede l’introduzione all’interno dei videogiochi di elementi pubblicitari. Ad esempio, all’interno del famoso gioco Fifa, troviamo pubblicità sulla cartellonistica del campo da gioco. In Fortnite, Riot Games mette a disposizione dei banner pubblicitari visibili solamente agli spettatori e non ai pro player in game. Il messaggio pubblicitario però deve avere tre caratteristiche fondamentali: Veridicità (il prodotto/servizio deve essere presentato per quel che è), Correttezza (non deve ledere i concorrenti), Palese (il messaggio pubblicitario deve essere identificabile come tale). Questi molto spesso non sono chiaramente identificabili all’interno dei meccanismi Esports. Può anche succedere che un brand si associ senza accordi/autorizzazioni a un evento per beneficiare della risonanza mediatica: in questo caso parliamo di ambush marketing. È stata da poco approvata per la prima volta una normativa specifica sull’ambush marketing, ma la sua applicabilità anche ai maggiori eventi Esports è attualmente dubbia. L’assenza di una regolamentazione nazionale negli Esports fa sì che gli investitori tradizionali siano al momento restii a effettuare forti investimenti nel settore, rispetto agli altri sport tradizionali. Questo è sicuramente il primo fattore da risolvere per un’evoluzione sana del movimento italiano».