Meetab: missione salute con gli integratori metabolomici personalizzati

Intervista al Co-Founder Loris Zoppelletto

Meetab è un’azienda italiana che produce integratori personalizzati che si basano sulla scienza metabolomica. Un’intuizione che dall’anno della sua nascita, il 2012, differenzia la società sul mercato. Il Co-Founder Loris Zoppelletto spiega le origini, il presente e il futuro dell’azienda che si sta espandendo per triplicare il giro d’affari in un anno, fino a 10 milioni, anche con l’offerta complementare di YangoFood.

Loris Zoppelletto

Come è nata Meetab?

A seguito di un episodio personale. Mio figlio, che allora aveva 4 anni, si è ammalato di una forte intolleranza alimentare che gli impediva di mangiare qualsiasi cosa. La fortuna è stata quella di trovare dei medici che utilizzavano le loro conoscenze sul metabolismo per trovare le esatte vitamine di cui aveva bisogno. Mio figlio è guarito e non ha più avuto problemi negli anni a venire, perché con un esatto metabolismo il corpo si ripara da solo. 

 

Lei è un ingegnere elettronico: come è stato il passaggio alla sua attuale attività?

Ero già un imprenditore e come tale mi sono detto: posso diffondere il caso di mio figlio a 150 persone o a 150 mila, ho parlato con i miei soci proponendo loro di mettere a punto le nostre esperienze di imprenditoria e fare qualcosa per servire le persone. Ovviamente, c’erano già parecchie aziende di integratori. L’idea che ci ha portati a proporre qualcosa di diverso è stata la personalizzazione, cioè il capire cosa manca veramente a un individuo, secondo la sua genetica e le sue abitudini di vita. Così abbiamo coinvolto l’Einum (Istituto Europeo di Medicina Nutrizionale) ed è stata una collaborazione a due sensi: noi abbiamo aiutato loro a fare diffusione della competenza costruendo corsi per i medici, loro hanno aiutato noi sulla parte scientifica delle formulazioni. Mi sono talmente appassionato alla materia e credo così tanto in questa missione che sto prendendo la seconda laurea in biologia.

 

Qual è stata la risposta del pubblico e che cosa gli garantite?

Avevamo già clienti potenziali che necessitavano di integratori specifici di alta qualità e nel giro di 6 mesi abbiamo fatto partire le prime spedizioni di prodotti acquistati online. Per molte persone una pastiglia di vitamina vale l’altra: quella che trovi in farmacia a 10 euro è uguale a quella dell’erboristeria a 50 euro. In realtà ci sono differenze enormi: se una persona assume integratori sarebbe meglio che all’interno non ci fossero sostanze “leggermente” tossiche, anche se definite “accettabili”. I nostri sono stati sin dall’inizio integratori senza compromessi. Per esempio, il biossido di titanio è ammesso dalla legge ma noi non lo abbiamo mai inserito nei nostri prodotti perché è qualcosa che non esiste in natura. E, infatti, 8 anni dopo è uscita la polemica su questo componente che in Francia è già stato proibito e a breve tutta la Comunità Europea ne vieterà l’utilizzo.

 

In 8 anni come si è evoluta Meetab?

Siamo diventati sempre più bravi a fornire degli strumenti per trovare la personalizzazione. In collaborazione con scienziati e ricercatori, abbiamo sviluppato e affinato negli anni un software per stimare qual è la carenza di una persona, in termini di vitamine e sali minerali, attraverso un questionario gratuito: ovviamente parliamo a chi non ha patologie che richiedono interventi medico-specialistici. Abbiamo puntato tutto sul customer care: questo è stato il mantra per 8 anni. Il corpo umano non funziona come una macchina a cui puoi cambiare la ruota sgonfia o mettere carburante: la vitamina C non viene assorbita se non c’è il ferro, che non funziona se non c’è il magnesio. Meetab studia i propri prodotti includendo i principi attivi e anche i co-fattori necessari per l’assorbimento. È fondamentale la sinergia dei componenti utilizzati: questo permette di aumentare esponenzialmente l’efficacia delle singole sostanze. Lato business non è stato e non è facile, perché basterebbe andare dietro alle mode del momento, ma non abbiamo mai scelto questa strada. Abbiamo una dozzina di prodotti che sono complicati: quello più “povero” contiene 45 elementi, ma si arriva fino a 145. 

Come vi promuovete?

Il modello di business è basato sull’online anche se distribuiamo i prodotti nel canale farmacia. Utilizziamo molto i social, soprattutto Facebook, dove abbiamo creato la community My Lab Experiment che ha raggiunto 230 mila follower. Siamo presenti su YouTube e stiamo sviluppando delle app per veicolare i contenuti. A livello di adv compriamo spazi su Facebook, ma la cosa più importante è aver capito che le persone non si riferiscono a un’azienda ma a un portavoce: è l’imprenditore che deve creare un legame diretto con le persone. Sono stato spinto a comunicare in prima persona sui social network per divulgare in modo semplice concetti medico-scientifici, perché ho capito che la gente ha un disperato bisogno di essere guidata nel mondo del food, a causa di una confusione incredibile su cosa sia giusto fare: cosa mangiare e cosa no, fare la “dieta” o non farla. Oppure distinguere il cibo sano dal cibo veleno. Essere vegani può andare bene per alcune persone, ma per altre non funziona. Anche l’attività sportiva non giova a tutti indifferentemente.

 

Quale impatto sociale ha il wellness?

Il punto è che si vive sempre di più e questo è un aspetto positivo. Inoltre, in Italia siamo piuttosto longevi ma l’età in cui si smette di essere sani si sta anticipando. Sempre più persone intorno ai 60 anni precipitano in uno stato di salute scarso e alla fine devono prendere una pastiglia per il colesterolo, una per la pressione alta, una per la tiroide: questa non si può definire salute anche se si vive fino a 90 anni. Il wellness, cioè il benessere psicofisico, è una risposta a questo problema, non solo alla longevità ma alla quantità del periodo di vita che si trascorre in modo sano.

 

Dopo Meetab lei ha creato un’altra società: YangoFood.

I prodotti che si trovano al supermercato o nei negozi mediamente sono scarsi di qualità, contengono zuccheri in eccesso e grassi poco salutari, mentre le referenze dietetiche non sanno di niente. La missione di YangoFood, azienda complementare a Meetab, è quella di aiutare le persone a stare meglio con un cibo sano senza rinunciare al gusto e al piacere: sono biscotti, pasta, cioccolate, spalmabili e muesli senza zuccheri, con ingredienti naturali e a basso indice glicemico, che si acquistano online.

 

Quali saranno i prossimi step?

Il nostro pensiero è sempre concentrato sul futuro, tanto che nel 2020, andando controtendenza e rischiando, durante il lockdown ho raddoppiato l’organico cresciuto a 35 persone tra dipendenti e collaboratori. Non senza sforzi ci stiamo espandendo per triplicare il giro di affari nell’arco di un anno. L’obiettivo è di portare il fatturato di gruppo da 3,5 milioni a 10 milioni di euro a fine 2021.

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