Togliti le scarpe, al resto pensa ShoesOff Club
Dal taglio di capelli a domicilio al montaggio di un mobile, dalla potatura di una pianta al servizio di pulizia, dall’intervento idraulico a quello elettrico: prendersi cura di sé e della propria casa non è mai stato così facile grazie a ShoesOff Club, start up nata a cavallo tra il 2019 e il 2020 dall’intuizione di tre giovani romani – Manfredi Luchetti, Giulio Graziani e Alessandro Berardi – che hanno lanciato un marketplace di servizi on demand. Il nome stesso, scelto da un’espressione inglese, in pratica suggerisce “togliti le scarpe, al resto pensiamo noi”.
«Dopo l’università ci siamo interfacciati con il mondo del lavoro: io in multinazionali, Giulio in ambito finanziario e Alessandro in quello della ricerca accademica – racconta Luchetti -. Volendo andare a vivere da soli ci siamo resi conto delle problematiche e dei costi che possono avere gli interventi per la riparazione e la manutenzione della casa, così ci siamo dedicati alla creazione di un servizio su questa idea. Dal momento che la casa è qualcosa di molto personale ed è legata alla sfera affettiva, siamo partiti dal mercato delle seconde case, più facile da raggiungere, e per circa tre mesi ci siamo occupati noi tre delle pulizie di bed and breakfast e di altre locazioni a breve termine. Quel periodo ci è servito per capire le dinamiche che si creavano all’interno degli appartamenti e per iniziare a selezionare le prime figure di idraulici, elettricisti e imbianchini».
L’attività, partita a inizio 2020 nella capitale, dopo due mesi si è vista piombare addosso il lockdown a causa del Covid-19. «La partenza è stata un po’ al rallentatore ma abbiamo chiesto da subito ai primi clienti di scrivere recensioni positive del servizio sui social, da Facebook a Nextdoor – prosegue Luchetti -. Si è quindi creato un passaparola interessante, ogni cliente ce ne portava altri 3 e il modello mano a mano si è ampliato. Poi è arrivato il Covid-19, ma gli interventi di manutenzione e riparazione erano comunque richiesti proprio perché si era costretti a rimanere chiusi in casa. In quel periodo abbiamo anche erogato interventi pro bono».
La riapertura, a giugno, ha decretato anche il decollo di ShoesOff, come spiega Luchetti: «A oggi registriamo che un utente torna a richiedere un servizio sulla piattaforma 3 o 4 volte e questo significa che stiamo creando valore per il cliente e che al tempo stesso riusciamo a offrire un servizio di qualità. La clientela è nella maggior parte formata da donne single tra i 37 e i 50 anni».
Un servizio semplice e sicuro
L’obiettivo è quello di rendere l’home service semplice e sicuro «come acquistare un prodotto su Amazon – prosegue il Co-Fondatore -: semplice perché cliente deve solo segnalare l’intervento di cui ha bisogno e noi internamente compariamo i preventivi dei professionisti che si candidano per il lavoro e gli forniamo l’opzione migliore; sicuro perché, a breve daremo la possibilità di pagare sulla piattaforma, in modo da bloccare l’importo e sbloccarlo solo se il servizio è stato svolto secondo lo standard richiesto, che in un mercato “selvaggio” è un valore aggiunto», spiega il Co-Founder. La start up punta in particolar modo sul rapporto di fiducia con i singoli tecnici, selezionati in modo accurato e ai quali sono garantiti circa 30 interventi al mese.
Altro punto differenziante di ShoesOff è il tempismo, cioè avere a disposizione più operatori per ogni singolo servizio, in modo da abbassare i tempi di attesa.
«Sul nostro sito abbiamo la possibilità sia di incaricare persone che si registrano sia personale scelto da noi. Per interventi più da tuttofare come trasporti, montaggi e smontaggi ci affidiamo a chi si registra, mentre per interventi più complessi effettuiamo noi la ricerca, dopo colloqui tramite i quali valutiamo non solo l’abilità professionale ma anche l’affidabilità della persona – precisa Luchetti -. A oggi si sono iscritte circa 600 persone ma ne utilizziamo circa 60. Nel 2020 abbiamo erogato circa 800 servizi diversi per un valore di mercato di circa 360 mila euro. Ci differenziamo da altre realtà sul mercato che hanno un modello basato sulla lead dove il professionista paga per sbloccare dei preventivi al di là che vadano in porto o meno, noi non chiediamo un investimento ma il riconoscimento di un margine che per i servizi più piccoli è di circa il 20%. Non collaboriamo solo con professionisti e ditte ma anche con il pensionato che si rimette in gioco o persone che hanno perso il lavoro a causa del Covid».
Aumento di capitale ed espansione
Nel futuro di ShoesOff ci sono raccolta di capitali, automatizzazione dei processi e penetrazione nel territorio nazionale.
«Non siamo ancora in altre città perché è molto difficile per ora rendere scalabile un modello come il nostro fortemente basato sulla fiducia e sulla qualità dei partner. Questo sarà possibile con il primo aumento di capitale e a seguito dell’implementazione tecnologica per gestire con facilità altre piazze fuori da Roma: nel mirino ci sono sicuramente Milano, già dal prossimo settembre, e Torino. Siamo in contatto con business angels e fondi di investimento interessati alla nostra attività: avremmo potuto chiedere del capitale prima di partire ma abbiamo deciso prima di tutto di concentrarci sul prodotto. Altro nostro obiettivo è quello di stabilire collaborazioni b2b2c con negozi che vendono articoli per la casa che non forniscono per esempio il servizio montaggio».
Per quanto riguarda la comunicazione, «il passaparola, che a oggi si genera automaticamente attraverso i servizi che forniamo, è fondamentale così come il tasso di ritorno del cliente. Pubblichiamo una newsletter mensile nella quale segnaliamo servizi in promozione o consigli e abbiamo elaborato calamite che si attaccano al frigorifero con un QR code che il cliente può inquadrare per accedere ai nostri servizi. Per l’acquisizione di nuovi clienti facciamo annunci su Google, soprattutto per interventi ad alto valore come ristrutturazioni, posa parquet, tinteggiatura ambienti. Per comunicare il resto puntiamo su blogger, influencer e articoli sui giornali», conclude Luchetti.