I Badaboom, la comicità dal teatro ai social
Giuliana Di Stefano e Alessandro Aiello sono una coppia nella vita e in scena: diplomati all’Accademia d’Arte del Dramma Antico della fondazione I.N.D.A., dal 2017 si dedicano al cabaret in teatro, Tv e online. Con il nome d’arte I Badaboom, sui social sono seguiti da oltre mezzo milione di persone
Quando avete dato vita a “I Badaboom” e come è nata l’idea?
Siamo da molti anni nel mondo dello spettacolo ma l’idea dei Badaboom nasce un po’ per caso. Nel 2016 abbiamo preso parte a un programma televisivo (Sicilia Cabaret) che ci ha aperto le porte della comicità e del cabaret. Da quel momento abbiamo cercato di raccontare nel web, all’inizio solo per gioco, quelli che erano i nostri problemi di coppia più comuni, con una punta di esasperazione. Avendo avuto un buon riscontro fin dall’inizio, ci siamo resi conto della forza che aveva il web e da li non ci siamo più fermati
Di cosa vi occupavate prima? E portate avanti ancora quello che facevate prima o vi dedicate interamente all’attività online?
Prima di essere i Badaboom, Ale faceva il gigolò, e Giuli era la sua segretaria… No, scherzi a parte, prima facevamo la classica vita dell’attore di giro (provini, “le faremo sapere”, viaggi continui, tournée). Nel 2012 ci siamo diplomati all’Accademia d’Arte del Dramma Antico della fondazione I.N.D.A. (è là che ci siamo conosciuti… purtroppo!). Il 2017 per noi è stato l’anno della scelta. Non era possibile portare avanti con la stessa costanza entrambe le strade. Da quel momento fu “solo” cabaret, tra live in teatro, Tv (Sicilia Cabaret e Made in Sud) e web. E oggi, per causa di forza maggiore (non potendoci esibire dal vivo ormai da più di un anno), siamo esclusivamente sul web, in attesa di tornare presto anche dal vivo, perché il teatro comunque rimane un punto fermo per noi.
Su quali social siete e con quanti follower?
Noi siamo su Facebook, su YouTube, su Instagram e su Tik Tok, per un totale di 550.000 persone circa che ci seguono. Sì, perché dietro questi numeri si nascondono “persone” (non ci piace chiamarle follower) con alcune delle quali in questi anni abbiamo stretto dei legami di vero affetto. Ci confidano segreti, ci raccontano storie ma spesso hanno solo l’esigenza di essere ascoltati da qualcuno.
Che tipo di pubblico vi segue?
Il pubblico è vario, sia per età che per genere, ma sicuramente chi ci segue è un po’ pazzo come noi, ama ridere e scherzare, al di la dell’età e del sesso. Abbiamo notato che ci seguono anche tante coppie e spesso ci chiedono consigli su come sopportarsi a vicenda. Io (Ale) rispondo sempre: Ma ci hai visti? Che consigli potremmo mai darti?
Pubblicate anche post sponsorizzati?
Non abbiamo ancora iniziato a collaborazioni con brand e aziende, quindi non sappiamo rispondere. Ma se possiamo, ne approfittiamo per lanciare un appello: cari brand, “brendeteci” a lavorare con voi…
Quali sono i vostri obiettivi di sviluppo futuri?
Al momento fare dei piani è pressoché impossibile, abbiamo dei dubbi pure su cosa mangeremo stasera. A proposito: Ale che mi hai cucinato?
Secondo voi nel 2020 cos’è cambiato nel modo di fare video? C’è un diverso registro comico o temi tabù?
Per noi è cambiato tantissimo il modo di fare video. Prima lavoravamo esclusivamente con l’aiuto di un videomaker, ma dal lockdown in poi abbiamo dovuto imparare a fare tutto da soli (riprese e montaggio video compresi). Negli ultimi mesi, quando le disposizioni lo hanno consentito (tra una zona rossa e un’altra), abbiamo lavorato a volte anche con il supporto di un operatore, ma la chiusura della scorsa primavera ci ha insegnato che questi sono tempi in cui bisogna arrangiarsi da soli. Non sono tempi facili per la comicità. I temi tabù sono aumentati. E ci stanno stretti. I tabù li viviamo un po’ come fossero un tacito accordo della società ad autocensurarsi. Noi non amiamo molto questo atteggiamento, perché pensiamo sia solo un modo per nascondere la polvere sotto il tappeto. Il problema c’è ma non si vede. Il tabù è un ghetto per i benpensanti.