Radiocompass “c’è e si fa in tre” a supporto del mercato
Dopo gennaio a -34% e febbraio a -31%, Fausto Amorese (FCP-Assoradio) e Roberto Binaghi (Minshare) sono confidenti sul rimbalzo dell’adv e sulle potenzialità di ripresa del mezzo
Con l’obiettivo di essere di supporto al mercato, rispettando la periodicità di un evento ogni 18 mesi, anche nel 2021 ci sarà Radiocompass, presentata ieri alla stampa dagli organizzatori.
Con il titolo “La Radio c’è”, la quinta edizione conferma la partnership tra FCP-Assoradio (composta da 24ORE System, A. Manzoni & C., Mediamond, Openspace, PRS, Rai Pubblicità, RDS Advertising e Team Raadio) e Mindshare, agenzia media di GroupM, e si “fa in tre” proponendo tre appuntamenti in streaming, ognuno dei quali dedicato all’approfondimento di diversi aspetti strategici del mezzo, previsti tra aprile e fine maggio.
«Esserci quest’anno è particolarmente importante – ha introdotto Roberto Binaghi, CEO e Chairman di Mindshare -, così abbiamo pensato a tre differenti incontri per accompagnare il mercato in un programma di divulgazione e di approfondimento sul mezzo. Ci siamo concentrati su tre temi per fornire tutte le informazioni necessarie ad apprezzare le potenzialità di un mezzo che ha ancora molto da offrire alle strategie di comunicazione delle aziende».
Il primo incontro, giovedì 15 aprile dalle 10:00 alle 11:00, è figlio della grande campagna degli ultimi due anni “La Radio rende” per ritrovare e approfondire gli argomenti che dimostrano che la radio è un mezzo efficace: dopo la presentazione dei “fondamentali della radio” e dello stato di salute del mezzo, anche attraverso case history di successo, ci sarà una tavola rotonda con 5 clienti dei comparti fast moving, auto, assicurazioni, energia e retail per capire perché la radio fa parte delle loro strategie in maniera continuativa.
Giovedì 6 maggio, sempre dalle 10:00 alle 11:00, verrà posto l’accento sul ruolo della radio non solo come strumento tattico da ultimo miglio ma anche strategico, fondamentale all’interno di un media mix per la costruzione di brand awareness e dell’equity di marca (“La Radio costruisce”).
A seguire ci sarà una tavola rotonda con i direttori creativi delle principali agenzie (su indicazione di UNA e ADCI), che daranno testimonianza del loro approccio alla comunicazione radiofonica. La chiusura dei lavori sarà giovedì 27 maggio con una sessione preserale tra le 17:30 e le 19:00 in cui si parlerà del futuro della radio (“La Radio innova”) e verranno premiate le migliori campagne e le iniziative più interessanti degli ultimi 18 mesi (“La Radio premia”).
Sarà presente Erica Farber, Presidente e CEO del Radio Advertising Bureau USA che darà la sua visione sulle prospettive del mezzo mentre la premiazione sarà vivacizzata dall’intervento di alcuni amati speaker radiofonici.
«Innovazione significa ascolto on demand in generale che anche l’Italia inizia a registrare numeri importanti – ha commentato Fausto Amorese, Presidente di FCP-Assoradio -. Innovazione è contenuta in quello che stanno facendo gli editori che guardano all’innovazione tecnologica come strumento per soddisfare le nuove abitudini di ascolto, accelerate anche dal Covid: per esempio, circa l’80-85% dei podcast viene fruito attraverso lo smartphone. Il contenuto, sia di flusso sia di informazione, viene distribuito su molteplici piattaforme oltre all’apparecchio tradizionale: cellulare, smart speaker, web, Tv. Ascoltare la radio da ogni device e in qualsiasi momento della giornata è il grande cambio di passo e, come dimostrano alcune ricerche, i giovani si stanno riavvicinando al mezzo che diffonde cultura musicale consentendo loro di fare delle playlist».
Nonostante la sua capacità di resilienza e di adattamento ai nuovi scenari, il mezzo ha subito gravi perdite di investimenti nell’annus horribilis, dove spesso per i brand ha avuto la meglio l’equazione “radio-autoradio-macchina-mobilità limitata-nessun ascolto”.
«Il 2020 si è chiuso con -25% che comunque è un dato eccellente perché va analizzato sul percepito progressivo nella mente degli investitori – ha proseguito Amorese -. I dati hanno controvertito questa convinzione: è cambiato il comportamento di ascolto, la radio è resiliente e anche in questo caso ha saputo dimostrare che i fattori compagnia, informazione e autorevolezza sono ancora graditi. Ma anche il primo bimestre 2021 è partito con il freno a mano tirato. Da una parte in questo momento il mercato è distratto e l’incertezza la fa ancora da padrone, dall’altra il periodo si confronta con un inizio 2020 che era andato sopra le attese: quindi nel 2021 gennaio a -34% (+12% nel 2020) e febbraio a -31% (+15,6% nel 2020)».
«Credo che il mood del mercato sul 2021 sia ancora tutto da fare e non solo per la radio: noi continuiamo ad avere proiezioni di investimento positive e di sostanziale rimbalzo rispetto al 2020 e questo vale anche per la radio, sul quale ci aspettavamo sì un inizio d’anno “freddo”, ma forse lo è stato oggettivamente oltre misura. Siamo comunque confidenti: ci sono indicatori e pianificazioni materialmente programmati che, parzialmente a partire da marzo ma soprattutto da aprile, con l’estate e con l’esecuzione del piano vaccinale, danno buoni segnali che si possa tornare a una normalità progressiva anche per quanto riguarda il mercato della pubblicità», ha concluso Binaghi.