Auditel, il ruolo centrale della Tv tra balzo digitale e squilibro tra mercato globale e locale
Il Presidente Andrea Imperiali ha presentato ieri al Senato la Relazione Annuale 2021
Una grande corsa mondiale al “nuovo oro televisivo”, con processi di concentrazione e alleanze trasversali senza precedenti. Uno squilibrio tra globale e locale scatenato dall’irrompere sul mercato degli OTT. Nuove tecnologie di accesso e crescita esponenziale degli schermi, un grande cambiamento sul fronte dei consumi Tv: nuovi fruitori (Millennials e Generazione Z), nuovi comportamenti di fruizione, nuove abitudini di visione. Con una forte crescita della cosiddetta “Tv fuori dal televisore”, ovvero della visione di contenuti televisivi, live e on demand, su smartphone, tablet e personal computer. È questa la sintesi della Relazione al Parlamento 2021 che il Presidente di Auditel, Andrea Imperiali, ha tenuto ieri mattina al Senato illustrando l’andamento del mercato televisivo seguendo tre direttrici: tecnologia e sociale, nuovo contesto competitivo e ruolo delle istituzioni.
«Il 2020 sarà ricordato come l’anno in cui la popolazione italiana, segregata dal Covid-19, ha giocoforza compiuto un gigantesco balzo sul fronte della digitalizzazione. Si è dotata, infatti, di nuovi collegamenti internet e di nuovi device; ha imparato velocemente a governarli; ha avviato una fruizione più consapevole dei contenuti multimediali», ha dichiarato Imperiali, ponendo però l’attenzione anche una su zona d’ombra, perché «3,5 milioni di famiglie italiane ancora non dispongono di una connessione alla rete; famiglie che rischiano, nel nuovo contesto, di essere totalmente emarginate dalle dinamiche sociali in atto».
Un altro punto su cui si è soffermato il Presidente è la crescente concentrazione del mercato Tv dovuta «all’irrompere di soggetti con dimensioni di scala globali, basti pensare ai recenti accordi tra Discovery e WarnerMedia o Amazon e MGM. Questi fattori stanno ridisegnando il contesto nel quale si alimentano concorrenze asimmetriche e sempre meno eque e uniformi, accresciute da uno squilibrio crescente tra la dimensione globale e quella locale degli operatori europei. Uno squilibrio destinato ad accelerare ulteriormente lo spostamento degli spettatori online. Un fenomeno scatenato dal successo planetario di Netflix con oltre 200 milioni di abbonati che vede competere sul terreno dello streaming player globali come Amazon, Apple, Discovery, Disney e Viacom. Soggetti che singolarmente dispongono di una potenza finanziaria maggiore di tutti gli operatori tradizionali messi insieme e che oggi propongono modelli di business non basati solo sul subscription ma anche sulla raccolta pubblicitaria. Ulteriore insidia per gli operatori tradizionali già messi sotto pressione della raccolta dall’espansione incontrollata degli OTT. Questo squilibrio si estende anche al cuore della Tv, ovvero alle trasmissioni lineari dei grandi eventi live come lo sport, con Amazon Prime che ha acquisito i diritti della Champion’s League, DAZN quelli della Serie A o Netflix in Francia quelli della Ligue 1. In un contesto così difficile tutti i grandi network pubblici e privati hanno dimostrato di avere volontà e capacità per adeguarsi al mutato quadro competitivo: oltre a potenziare l’offerta lineare hanno implementato quella in streaming con proposte innovative sia di contenuto sia di strategie distributive per intercettare nuovi target in ottica mobilità secondo la formula “anywhere, anytime e any device” , favorendo anche l’educazione al digitale del pubblico tradizionalmente più anziano».
La Tv “fuori dalla televisione”
La Tv, quindi, ha oggi più che mai un ruolo centrale nella vita del Paese – grazie al racconto della quotidianità e al coinvolgimento emotivo e sociale del pubblico – e ha davanti a sé la prospettiva di una crescita sempre più marcata “fuori dalla televisione”. «Nel 2020 le visualizzazioni di contenuti Tv su device digitali sono aumentate del +63%, il tempo speso del +136% e anche la pubblicità, in controtendenza con i risultati del perimetro tradizionale, è cresciuta del +53% – ha affermato Imperiali -. Il mercato dello streaming entro il 2025 quadruplicherà, portando il traffico dati per smartphone da 7,2 a 24 gigabyte mensili, mentre il consumo di video crescerà del 30% su base annua per i prossimi 4 anni arrivando a costituire, a regime, oltre il 76% dell’intero traffico da mobile. È in questo contesto che si colloca la rilevazione di Auditel che da giugno 2019 offre sia ai broadcaster sia agli investitori pubblicitari strumenti più idonei per comprendere e affrontare i cambiamenti per elaborare la total audience complessiva nel minuto medio». Il Presidente ha infine ribadito il ruolo di Auditel come organismo indipendente che contribuisce all’affermazione di corrette dinamiche concorrenziali all’insegna della trasparenza. «Se non interverranno correttivi quanto mai urgenti, la cosiddetta democrazia digitale rischia di essere inghiottita da una oligarchia dispotica. Le Istituzioni e le Autorità di regolazione hanno un ruolo più che mai fondamentale in questo rivoluzionato contesto. Soprattutto alla luce della stagione costituente che, negli ultimi mesi, sta caratterizzando le decisioni europee finalizzate a ricondurre le nuove tecnologie – e i fenomeni che ne derivano – all’interno di un sistema normativo condiviso. Non intervenire significa mettere a repentaglio un pezzo fondamentale della nostra vita democratica».
Ieri in Senato, oltre al messaggio istituzionale inviato dal Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, sono intervenuti Anna Ascani, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Giuseppe Moles, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Alberto Barachini, Presidente della Commissione di Vigilanza Rai e Giacomo Lasorella, Presidente AGCOM. (V.Z.)
Il commento del Presidente di UPA Lorenzo Sassoli de Bianchi
«Durante la pandemia gli italiani hanno capito l’importanza di essere collegati alla rete. La pacifica rivoluzione intergenerazionale in cui anche le fasce d’età più avanzate hanno accesso alle piattaforme rappresenta una grande opportunità per lo sviluppo digitale delle famiglie. Non solo intrattenimento ma anche didattica, telemedicina, commercio elettronico. Il televisore sarà sempre più il cruscotto operativo della famiglia.
Come dice bene il Presidente di Auditel, mancano ancora all’appello della connessione 3,5 milioni di famiglie, troppe per un Paese che voglia guardare con fiducia al futuro».