Il Ritorno del Pubblivoro – Valori in campo
Oggi commentiamo due spot che visivamente sono centrati su immagini di persone e dal punto di vista cognitivo, attraverso la voce fuori campo, richiamano aspetti valoriali. Il primo si focalizza sulla persona, il secondo sull’ambiente.
Zalando, con “Free to be”, si concentra sul tema dell’empowerment inteso proprio nella sua definizione, ovvero “La conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell’ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale”. Concetto articolato che nei trenta secondi dello spot viene rappresentato molto bene esaltando sia la consapevolezza di aver diritto al proprio spazio nel mondo che la possibilità di esprimere se stessi attraverso i gesti e, soprattutto, l’abbigliamento. La scelta di alternare alcuni momenti reali ad altri surreali è vincente perché trasforma il testo in iperbole, dimostrando che il linguaggio audiovisivo può rappresentare delle figure retoriche al di là del testo stesso. Infatti, le immagini, la musica e il ritmo del montaggio sono al servizio di un testo semplice e riescono a donargli una forza ed una incisività che accompagnano lo spettatore per tutto il tempo dello spot. Gli eccessi in alcuni gesti come il pollice che passa sulla lingua e il passo della gigante o dettagli come l’auto in fiamme, che potrebbero disturbare la fluidità della visione, hanno proprio la funzione di portare il testo verso l’iperbole. Scelta coraggiosa che paga, tanto che il brand, con il claim finale, esce forte come naturale conseguenza e conclusione dell’esperienza audiovisiva.
Se Zalando si focalizza sulla persona, NaturaSì, con “Gente che ci crede”, si focalizza sull’ambiente e sui comportamenti virtuosi che consentono di tutelarlo. Qui, le scene rappresentate sono semplici momenti quotidiani che diventano straordinari grazie alla cura delle immagini, ad alcuni dettagli e alla ricerca di un’estetica pulita data da ritmi formali e dalla ricerca di pattern grafici. Tutta l’esperienza visiva risulta moderna perché richiama i canoni estetici di Instagram, mentre la semplicità delle scene aiuta a dare verità al messaggio. La voce qui è al servizio dell’esperienza visiva e racconta molto bene e in maniera credibile la filosofia e i valori dell’azienda. Peccato che sul finale dica “qualcosa che non si trova nel primo supermercato che capita”. Una piccola caduta di stile per rinforzare il concetto di straordinarietà dei propri punti vendita che non era necessario perché questo concetto emergeva già grazie all’ottima costruzione narrativa.