Razzismo e integrazione sotto la lente di Initiative
Initiative, agenzia media globale del gruppo Mediabrands, guidata da Andrea Sinisi (nella foto), ha rilasciato i risultati del sesto report di “Stand Out in Culture”. L’osservatorio si pone l’obiettivo, attraverso survey quantitative su un ampio campione rappresentativo della popolazione italiana, di sondare e comprendere il punto di vista delle diverse generazioni relativamente alle grandi tensioni culturali che animano il dibattito sociale e di comunicazione. È il razzismo il tema indagato nel nuovo capitolo.
Nel nostro Paese si è dibattuto e si dibatte sull’accoglienza dei migranti e della loro integrazione. Che contesto trova, uno straniero o una straniera, quando approda nel nostro Paese? Che tipo di società vive, di riflesso, un italiano o un’italiana con origini diverse? Il report vuole rispondere a queste domande.
ITALIANI BRAVA GENTE, POPOLO RAZZISTA, O…POPOLO DIVISO?
Il sentiment si divide tra chi dà grande importanza al tema, chi è più neutro e chi non lo sente affatto.
Secondo l’indagine, però, il 23,5% degli italiani ritiene l’Italia un Paese razzista riconducendone le cause a un basso livello culturale, anche sostenuto da disinformazione.
Emerge in modo ricorrente il tema del lavoro: un ambito in cui spesso bisogna ancora lottare per i propri diritti ma che può trasformarsi anche in un’occasione di riscatto e integrazione.
La crisi sanitaria ha messo in luce con maggior evidenza le condizioni precarie in cui molti migranti spesso impegnati nella produzione dei servizi essenziali (filiera agroalimentare, settore sanitario e della cura, la logistica…) lavorano tutt’oggi. Di conseguenza il 64% degli italiani ritengono necessaria la solidarietà verso queste tematiche: l’Italia dev’essere una Repubblica democratica fondata sul lavoro per tutti ed è proprio attraverso il lavoro che gli italiani sentono davvero possibile l’integrazione.
GLI ITALIANI ALLA PROVA DEI FATTI…DI CRONACA
Come reagiamo a ciò che di razzista succede nel nostro Paese?
In generale il sentiment è negativo e indignato verso episodi di violenza e soprusi, ma c’è meno coinvolgimento verso eventi-simbolo che non incidono direttamente sulle persone ma sono però fortemente rilevanti dal punto di vista sociale e culturale: un esempio è il recente distacco della Nazionale Italiana verso il movimento Black Lives Matter (il 45% del campione esprime neutralità). Prevale infine un sentimento positivo quando cittadini non italiani, che risiedono o addirittura sono nate in Italia, ottengono successo nella loro vita o nel loro lavoro. Di seguito i dati di sentiment di esemplificazione di quanto esposto sopra:
Su questo tema possiamo inoltre osservare le polarità verso cui si muovono le diverse generazioni:
• La Gen Z (16-24 anni) mostra grande indignazione (i. 133) verso episodi come quello avvenuto durante gli Europei (La nazionale di calcio italiana che non si inginocchia a favore del movimento #blacklivesmatter) e rabbia (i.126) per fischi razzisti durante le competizioni razziste.
• La generazione Millennial (25-39) esprime impotenza (i.119) nei confronti di episodi di razzismo, come per esempio verso la generalizzazione che porta ad attribuire i comportamenti di pochi a un intero gruppo (“sono tutti spacciatori”), dimostrando una certa sfiducia nei confronti della società.
• La Gen X (40-54) mostra maggiore distacco, con prevalenza di sentiment neutro (i.111) verso episodi di razzismo.
OPPORTUNITÀ PER LE MARCHE
Il problema del razzismo solleva l’attenzione dei consumatori e in quest’ambito i brand hanno l’opportunità di avere un ruolo attivo, non solo a livello di comunicazione, ma anche con attività concrete che testimonino il reale interesse nei confronti di queste tematiche.
Da tenere infatti a mente quanto il lavoro ricopra un ruolo fondamentale per l’integrazione.
Le aziende che interverranno attivamente come agenti del cambiamento culturale avranno l’appoggio di molti consumatori: il loro apporto è valutato positivo ed importante dal 61% del campione, mentre il 48% si dichiara disposto a supportare i brand che prendono una posizione contro il razzismo.