Elezioni UNA, Davide Arduini: “Le mie energie e azioni sempre nella direzione dell’unità”
L’unione fa la forza. Se dovessimo immaginare un claim per la candidatura di Davide Arduini, Chairman e Founder di Different, alla Presidenza di UNA – Aziende della Comunicazione Unite, potrebbe essere proprio questo. L’imprenditore, infatti, in questi anni non è stato solo protagonista della fusione Unicom-Assocom che ha portato alla nascita di UNA, di cui è attualmente Vice Presidente, ma nell’ultimo triennio si è impegnato attivamente al fianco del Presidente Emanuele Nenna per farla crescere. In vista dell’appuntamento elettorale, fissato alla fine di marzo, lo abbiamo intervistato per farci raccontare genesi e obiettivi della candidatura.
Come nasce l’idea di candidarsi alla Presidenza? In questa nuova sfida cosa si porta dietro dall’esperienza nel Consiglio uscente?
Credo che questa decisione vada a completare un percorso naturale che mi ha visto attivamente impegnato nel mondo associativo: prima in qualità di Consigliere di Unicom, poi nel percorso di fusione con AssoCom e successivamente in qualità di Vice Presidente di UNA. Il tutto sempre convogliando le mie energie e le mie azioni nella direzione dell’unità. Questi tre anni hanno rappresentato un’esperienza straordinaria, nel mezzo di un evento eccezionale come la pandemia, quello che qualcuno ha definito una “terribile occasione”. In questo scenario, UNA non si è mai fermata, anzi è stata molto vicina ai soci, portando risposte concrete che hanno contribuito ad attenuare il generale stato di disorientamento. Questo è il quadro in cui è maturata l’idea di una mia candidatura, in un costante confronto con gli altri soci che mi hanno manifestato il loro appoggio.
Da dove riparte UNA?
Il Consiglio uscente, di cui sono orgoglioso di fare parte, ha lavorato molto bene. Lo testimoniano i numeri: siamo passati da 170 a 220 associati e la nostra realtà ha attirato un interesse crescente sul mercato, affermandosi sempre più come punto di riferimento per tutta la industry. Voglio ricordare anche l’ingresso in associazione dei colleghi di Assorel. Quindi quello che posso dire è che si riparte da un’asticella molto alta e da alcuni punti fermi. In primis c’è la volontà di allargare la base associativa, valorizzando gli Hub tematici e il rapporto con i Territori. Poi andrà proseguito e intensificato il lavoro di coinvolgimento dei giovani, che sono fondamentali per il futuro dell’associazione. Tutto questo con l’obiettivo di valorizzare la sinergia fra i differenti DNA che compongono l’associazione, ricordandoci che non siamo più solo agenzie, ma aziende della comunicazione, come suggerisce il nostro nome. Questo significa anche non concepire UNA come uno spazio in cui si contrappongono da un lato le agenzie indipendenti e dall’altro i grandi gruppi internazionali, ma viverla come uno spazio di confronto, in cui gli uni possono trarre beneficio dagli altri. Come in effetti è stato in questi anni di intensa collaborazione.
Uno dei punti chiave del suo programma, come ha accennato prima, è la valorizzazione degli Hub e dei Territori. Che tipo di azione intende portare avanti?
Per quanto riguarda i Territori credo debbano avere, come gli Hub, un’autonomia decisionale e di budget per organizzare iniziative ad hoc. Gli Hub devono continuare a lavorare attivamente per creare sinergia fra tutti gli associati, incrementando le attività di networking e di relazione, anche verso chi vive l’associazione dalle retrovie. Gli Hub rappresentano un modello che ha funzionato così bene che ritengo possa essere applicato ad altri ambiti, a tematiche che permeano tutto quello che facciamo come la sostenibilità, la diversity e l’inclusion. Non sarebbero Hub verticali basati sulle competenze, ma Hub valoriali.
Lei crede molto a un ulteriore allargamento della base associativa. In quale direzione deve andare? Non c’è il rischio di creare una realtà che sia disomogenea?
Sono fermamente convinto che nello scenario attuale diversità e disomogeneità siano un valore. Già UNA è un’associazione che rappresenta tante realtà che fanno cose differenti e proprio questa diversità è la nostra forza. Credo che per il futuro dovremo guardare a mondi attigui, molto orientati all’innovazione, come quello delle aziende smart tech, ma penso anche ai tanti giovani che hanno sfidato il mercato con realtà nuove, in cui convergono comunicazione e tecnologia. Mettere a fattor comune le diverse competenze credo che produca un valore che va al di là della somma algebrica delle singole expertise.
Guardando alle elezioni, stando ai rumor, a marzo si rischia di non arrivare al voto con un unico candidato, una cosa che non capita da qualche tornata elettorale. Come si può evitare di trasformare queste elezioni in una “contrapposizione” fra indipendenti e grandi network internazionali?
Dentro di me, visto che ancora non c’è stata alcuna ufficializzazione, nutro la speranza che si possa andare al voto con un unico candidato Presidente. Detto questo, sono certo che in ogni caso non ci potrà essere uno scontro, lo dimostra il lavoro fatto negli ultimi tre anni che ci ha visti tutti uniti. Alla fine, saranno i Consiglieri eletti a votare a loro volta il Presidente e ritengo che sceglieranno la persona più idonea e chiunque sia sono più che sicuro che lavorerà per il bene dell’associazione.
Sta già lavorando sulla squadra del Consiglio?
Sto lavorando per prima cosa sul programma, non sui nomi. Nella mia testa ho in mente delle persone, ma mi sto davvero confrontando tanto e raccogliendo idee. L’intento è quello di dar vita a un Consiglio di professionisti esperti e rappresentativi di tutte le aree. Il mio auspicio è avere, perdoni il gioco di parole, un Consiglio proprio per essere consigliato!
In caso venisse eletto Presidente, la sua prima azione?
La prima cosa sarà formulare insieme al nuovo Consiglio una dichiarazione che vada proprio nella direzione dell’unità. Il secondo passo sarà quello di creare un’agenda con un piano per l’attuazione del programma e che preveda delle verifiche periodiche. Il tutto nella massima trasparenza.