Touchpoint Days Identity, tra evoluzione e rivoluzione

Il delicato equilibrio tra identità e cambiamento è al centro della quarta edizione dei Touchpoint Days Identity, che hanno preso il via ieri in streaming su OltreLaMedia.tv.

Andrea Crocioni, Laura Buraschi e Giampaolo Rossi

Nella prima puntata, aperta dalla pillola dell’editore Giampaolo Rossi dedicata all’evoluzione, i giornalisti di Touchpoint Laura Buraschi e Andrea Crocioni hanno intervistato un variegato panel di ospiti sul tema dell’identity, partendo da Sylvia Vitale Rotta, President of EPDA and Founder & President of Team Créatif per poi proseguire con Max Papeschi, Artista, Andrea Giollo, Partner & Client director di Locanda Design, Michele Bondani, CEO Founder di Packaging in Italy. Gli interventi sono stati intervallati da “Il punto di…”, momento di analisi a cura di Matteo Tonoli, Formatore manageriale.

Infine, ha concluso la prima giornata l’intervista di Giampaolo Rossi a Damiano Cavadi, Autore e inviato televisivo. Oggi alle 16 l’appuntamento prosegue con la seconda giornata, che vedrà alla conduzione Laura Buraschi e Valeria Zonca, e avrà per protagonisti Drew Smith, CEO di Smith Lumen, Vanessa Saverino, Corporate Communication & PR Manager di Just Eat Italia, Homar Leuci, Recordman di apnea e Diego Armando Maradona Junior, ex Calciatore, con “Il punto di…” Luca De Nardo, Editore di COM.PACK.

Partner dell’iniziativa: Fabbrica di Lampadine, Ital Communications, in qualità di Press office and media relations, ed EPDA.

Il programma di mercoledì 19 aprile 

Ore 16.00 – Apertura della seconda giornata dei Touchpoint Days Identity

Ore 16.05 – Drew Smith, CEO di Smith Lumen

Ore 16.25 – Il punto di… Luca De Nardo, Editore di COM.PACK

Ore 16.30 – Vanessa Saverino, Corporate Communication & PR Manager di Just Eat Italia

Ore 16.50 – Homar Leuci, Recordman di apnea

Ore 17.10 – Diego Armando Maradona Junior, ex Calciatore

Ore 17.30 – Conclusioni

 

Il punto di… Matteo Tonoli, Formatore Manageriale

Evoluzione e rivoluzione sono due moti, due spostamenti in funzione del tempo. Se combiniamo una evoluzione, quindi una traslazione nel tempo, e una rivoluzione quindi un moto rotatorio intorno a un fuoco, se le guardiamo da sopra non otteniamo niente. Ma se spostiamo il nostro punto di osservazione otteniamo un’elica, qualcosa che a ogni giro non ripassa sul punto precedente ma cresce. Attorno a cosa si sviluppa? Intorno a un asse stabile, ed è l’asse della coerenza identitaria. E qualcosa che si sviluppa nel tempo e cresce intorno a un asse identitario forte è il progresso.

 

Sylvia Vitale Rotta, President of EPDA and Founder and President of Team Créatif

EVOLUZIONE

Il miglior modo in cui il pubblico può accettare il cambiamento di una marca è l’evoluzione. Come dice il proverbio: “Change is good, transformation is better”. Quando si fa una rivoluzione ci sono tante persone che non potranno seguirla per motivi diversi come età, cultura, soldi: bisogna fare molta attenzione con la rivoluzione. L’evoluzione consente invece di portare più persone possibili avanti nel progresso. Questo si vede in maniera importante nei Paesi come il Brasile o in Africa, ma anche da noi: se fai troppo in fretta la rivoluzione le persone non capiscono, non sono pronte a cambiare tutto. L’evoluzione nel nostro settore è decisamente migliore.

 

Max Papeschi, Artista

EVOLUZIONE

Io che con l’arte tu riesca a rivoluzionare la società non ci credo. Penso che quello che si può fare è fissare il momento. Quello che facciamo sono delle polaroid del punto in cui siamo. Anche quando parliamo di futuro, è il futuro visto dal presente. Ballard diceva che il modo migliore per capire il presente di quella società è leggerne la fantascienza di quel momento. Questo è il periodo delle distopie, che stanno andando tantissimo di moda, dei film degli zombie che sono una metafora di un’umanità non sveglia completamente, che rincorre le cose senza capire bene perché. Gli artisti più bravi potranno servire per leggere il passato nel futuro. Noi possiamo cambiare un pochino il modo di vedere il presente. 

 

Andrea Giollo, Partner & Client Director di Locanda Design

EVOLUZIONE

Lungo il percorso di vita della marca occorre essere pronti a intraprendere la curva su quegli aspetti formali, di interazione su cui è richiesto il cambiamento. La scelta della curva dipenderà dal percorso che il brand ha alle sue spalle, se è stato attento a cogliere il cambiamento esterno e i nuovi bisogni dei consumatori questa sarà una curva millimetrica, di correzione rispetto alla sua traiettoria. Nel caso di brand invece silenti, statici, che si sono fermati a un’epoca senza aver fatto evoluzione progressiva, la curva dovrà evitare un ostacolo che repentinamente si presenta davanti. Come agenzia il lavoro più impegnativo è quello di seguire il cliente nella sua evoluzione, perché bisogna tenere conto della capacità del consumatore di cogliere i piccoli cambiamenti, mai disorientarlo con le forti sterzate. Nell’evoluzione si riesce ad allineare progressivamente l’oggi, il domani e il dopodomani alle mutevoli condizioni.

 

Michele Bondani, CEO Founder di Packaging in Italy, Unico Referente Italia di Trout & Partners – Global Leaders in Strategy Positioning

EVOLUZIONE

Il nostro approccio è assolutamente scientifico. Non è mai dalla parte della singola creatività. Oggi c’è molta bagarre sullo scaffale. Il fatto di poter trovare una differenziazione nel singolo campo di gioco del nostro cliente in funzione degli altri player di mercato e dare una motivazione d’acquisto/vendita di quel singolo prodotto è esattamente l’approccio che un’azienda deve avere sul mercato. Noi ci siamo posizionati in maniera molto forte come agenzia di brand positioning sviluppato sulla confezione. Il metodo del Packaging Positioning per noi è un credo: il vero obiettivo è non approcciare nessun tipo di sviluppo packaging a livello creativo senza avere il posizionamento dietro. 

 

Damiano Cavadi, Autore e inviato televisivo

RIVOLUZIONE

Tutto quanto è partito nel 2014 con Le Iene, dove io ero una giovane iena emergente che voleva farsi notare all’interno del programma. Mi dissero che per andare in onda dovevo fare qualcosa di sensazionale, di veramente forte. E allora mi sono detto: ma chi è più forte di Papa Francesco? Quindi ho deciso di chiedergli in regalo la sua papalina da mettere poi all’asta in tutto il mondo per donare tutti i soldi in beneficienza. Ovviamente non è stato facile, ci ho messo quasi due mesi, ma alla fine il Santo Padre mi ha fatto la grazia e ci sono riuscito. Queste follie piacciono, alla gente piaccio io che mi riprendo da solo, racconto le mie difficoltà. Le persone tifano per me. Essere rivoluzionari vuol dire essere sinceri e fedeli a se stessi sempre. E poi uscire dagli schemi. Fare queste follie, come le chiamo io. Perché quando mi dicono che un’impresa è impossibile, rispondo che non c’è niente di impossibile. L’impossibile si può fare, basta volerlo. 

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