Board International: un terzo delle imprese non è preparato alla prossima crisi globale
I nuovi dati elaborati dalla tecnologia software di Board International, fornitore leader a livello mondiale di soluzioni di Intelligent Planning che aiutano le aziende a pianificare in modo più efficace ottenendo informazioni strategiche e risultati migliori, rivelano che, nonostante quasi tutte le organizzazioni a livello globale (Italia: 99%; Globale: 97%) abbiano realizzato una qualche forma di trasformazione della pianificazione a partire dal 2020, il 90% di esse (Italia: 81%) riferisce di avere fallito almeno in parte nel proprio tentativo.
A tre anni dall’emergere della pandemia di Covid-19, che ha causato un’ampia perturbazione economica e sociale, la nuova indagine comparativa di Board sulla trasformazione della pianificazione ha coinvolto 2.450 decision-maker tra Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Giappone, Australia e Singapore, chiedendo loro come vadano le cose alla luce di una serie di eventi economici “senza precedenti”. Solo il 13% degli intervistati (Italia: 16%) ha dichiarato di non aver risentito di eventi come la pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina e la crisi dovuta all’aumento del costo della vita.
Di conseguenza, l’85% dei partecipanti (Italia: 87%) afferma che la pianificazione viene ora affrontata più seriamente all’interno dell’azienda, il 76% (Italia: 71%) ha visto aumentare i budget destinati alla trasformazione della pianificazione e ai team di pianificazione, e il 94% degli intervistati (Italia: 95%) riferisce che i consigli di amministrazione e/o gli investitori chiedono un approccio più strategico al tema.
Il report evidenzia che il 90% (Italia: 81%) dei progetti di trasformazione è fallito per qualche motivo. La mancanza di risorse tecniche all’interno dell’azienda viene citata come la causa principale da oltre un quarto (26%) dei decision-maker (Italia: 21%). La mancanza di investimenti nelle competenze (23%) (Italia: 18%) e la scarsità di risorse del team (22%) (Italia: 12%) sono rispettivamente la seconda e la terza causa più citata.
Pratiche antiquate che frenano le aziende
Oltre al gap di competenze, i dati rivelano che un altro ostacolo per il progresso è rappresentato dall’ampio uso di pratiche di pianificazione inefficienti. Alla domanda su quali strumenti utilizzino per i processi di planning, la quasi totalità (Italia: 98%; Globale: 98%) dei decision-maker ha dichiarato di effettuare parte della pianificazione su fogli di calcolo come Excel, uno strumento sviluppato nel 1985. I responsabili del planning impiegano in media 27 ore alla settimana per modellare diversi scenari per la loro azienda.
La necessità di un nuovo approccio diventa evidente quando si chiede ai decision-maker quanto si sentano pronti a gestire il prossimo evento “globalmente significativo” che si profila all’orizzonte. Alla domanda se si sentissero pronti a far fronte a continue perturbazioni della supply chain (Italia: 27%; Globale: 29%), all’aumento dei tassi di interesse (Italia: 24%; Globale: 22%), a un’altra pandemia (Italia: 38%; Globale: 32%) o a una recessione (Italia: 35%; Globale: 34%), circa un terzo degli intervistati ha dichiarato di non esserlo.
Marco Limena, CEO di Board, ha dichiarato: «Con il clima di incertezza che si respira nel mondo, i dirigenti d’azienda devono riconoscere una nuova realtà: è iniziata l’era delle perturbazioni continue. Questa frase vuole rappresentare un campanello d’allarme per le aziende che devono adattarsi continuamente e trovare nuove risorse e strumenti efficienti per affrontare le difficoltà poste dal contesto odierno. La pianificazione continua è ormai un imperativo, ma la buona notizia è che le aziende in grado di sviluppare le proprie capacità digitali possono orientare la propria attività alla velocità del cambiamento e ottenere così un vantaggio competitivo».
Informazioni sul report:
Tra il 26 gennaio e il 2 febbraio 2023 sono stati intervistati online 2.450 decision-maker provenienti da Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Giappone, Australia e Singapore nel settore della pianificazione finanziaria, della pianificazione della supply chain e del merchandise planning in aziende con più di 500 dipendenti.