Havas porta in scena l’arte e la cultura italiana con una nuova divisione creativa

Presentata ieri a Milano la nuova offerta di comunicazione integrata “Havas Arte e Cultura”

Vivere in Italia significa essere immersi quotidianamente in un contesto dove l’arte e la cultura regnano sovrane. D’altronde, oltre che per la tradizione culinaria, il nostro Paese è conosciuto all’estero per i suoi monumenti, musei e siti archeologici; basti pensare che l’Italia, a oggi, è il Paese con il più alto numero di patrimoni Unesco.

Tuttavia, il livello di disinformazione sulla cultura e le attività annesse è molto elevato. Per questo motivo, Havas Italia ha presentato ieri a Milano Havas Arte e Cultura, una nuova offerta di comunicazione integrata dedicata a questo specifico ambito e ai suoi molteplici attori. Nel corso dell’evento, arricchito da testimonianze di valore (Deloitte Italia, BPER Banca, OGR Torino, Fondazione Ermanno Casoli di Elica e Palazzo Ducale Genova), l’agenzia ha presentato una ricerca dedicata ai bisogni e alle aspettative degli italiani sulla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, dalla quale sono emersi dati significativi: il primo ci racconta che l’82% della popolazione si dichiara interessato al tema, dato che si scontra, però, con quello delle persone che dichiarano di incontrare barriere di accesso, pari al 57%.

Caterina Tonini

Nello specifico, è possibile scomporre il fattore dell’accessibilità in due aspetti differenti: da un lato, la mancanza di informazione su iniziative potenzialmente interessanti, dall’altro, il tema legato al territorio; la localizzazione può infatti giocare un ruolo fondamentale soprattutto per coloro che vivono lontano dai grandi centri urbani. 

La seconda domanda posta agli intervistati riguarda i finanziamenti in ambito culturale: il 56% degli italiani sostiene che essi spettino allo Stato o agli enti pubblici, mentre il 41% ritiene che debbano essere proprio le aziende a investire sul tema (di cui il 29% parla di partnership tra Stato e aziende). Considerando che l’85% della popolazione ritiene che l’impegno per l’arte e la cultura sia una priorità, Havas sostiene che investire e supportare la cultura significhi generare valore sulla comunità e sulle persone.

L’evento di presentazione è proseguito con l’intervento di Maurizio Luvizone, Senior Advisor di Havas Arte e Cultura, che ha dichiarato che quando la cultura passa dall’essere soggetto a all’essere oggetto di considerazioni e riflessioni, comincia a creare effettivamente valore. Al giorno d’oggi, in Italia sussiste un problema di disallineamento tra l’enorme valore patrimoniale esistente e il valore prodotto in termini di attività, di produzione; negli ultimi 10 anni gli investimenti culturali sono diminuiti del 30%, un fattore che indica che, in un Paese dove la cultura dovrebbe essere patrimonio di tutti, in realtà è conosciuta realmente da pochi. 

Da qui nasce la mission di Havas Arte e Cultura. Si tratta di un connubio tra il mondo del “sapere” (che comprende la conoscenza e la cultura) e il mondo del “saper fare” (che comprende le imprese): il “far sapere”. L’obiettivo è quello di “rendere conto”, ossia valorizzare un investimento in termini culturali e renderlo pubblico. 

L’offerta della nuova divisione di Havas consiste quindi nell’affiancare Istituzioni e Organizzazioni artistiche e culturali per migliorare, in qualità ed efficacia, la loro comunicazione. Partendo dai loro obiettivi ESG e CSR, Havas si propone di aiutare le imprese nell’ideazione e comunicazione dei progetti, sostenendo le aziende che investono in cultura nel lavoro di selezione e valutazione dei progetti di partenariato pubblico-privato e delle sponsorizzazioni culturali, contribuendo così a migliorare la relazione tra i due mondi (cultura e impresa). I pilastri dell’offerta di Havas Arte e Cultura sono cinque: 1) Audit & Marketing Intelligence; 2) Consulenza Strategica; 3) Progettazione & Realizzazione; 4) Amplificazione Media; 5) Valutazione Impatto.

Caterina Tonini, CEO di Havas Creative Network, commenta: «Come comunicatori, dobbiamo sempre più esercitare un ruolo strategico supportando le aziende nel realizzare iniziative virtuose e nell’agevolare le imprese a comprendere il beneficio dell’impegno in arte e cultura sulle persone. Gli italiani desiderano che siano le imprese a intervenire per la salvaguardia del nostro patrimonio dove le istituzioni non possono arrivare. Si tratta di un gesto di grande responsabilità in cui tutti dobbiamo contribuire per valorizzare al meglio le risorse che abbiamo a disposizione».

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