
Sanremo, il Festival va all’asta: il Comune sfida la Rai con un bando milionario
La gara è rivolta a operatori di servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro
Il Comune di Sanremo ha ufficialmente avviato una gara pubblica per l’organizzazione e la trasmissione delle edizioni del Festival della Canzone Italiana per gli anni 2026, 2027 e 2028, con la possibilità di proroga per ulteriori due anni. Questa decisione è stata presa in seguito alla sentenza del TAR Liguria, che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai, attualmente oggetto di ricorso al Consiglio di Stato, il cui pronunciamento è atteso per il 22 maggio.

Il vincitore del 75° Festival di Sanremo Olly | ©Ph. Ufficio Stampa Rai
Questa mossa potrebbe segnare l’inizio di una nuova era, ponendo fine a un monopolio che dura da oltre 70 anni e aprendo la strada a nuovi regolamenti. La delibera comunale prevede una procedura di selezione in due fasi: una prima fase selettiva, con la pubblicazione di un avviso pubblico per individuare un partner idoneo, seguita da una seconda fase negoziale per definire i termini della convenzione.
Il bando è rivolto a operatori economici fornitori di servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro, con un canale generalista nazionale e comprovata esperienza nell’organizzazione di eventi significativi. Il partner selezionato dovrà riconoscere al Comune un corrispettivo minimo di 6,5 milioni di euro, superiore ai 5 milioni attualmente previsti dalla convenzione con la Rai, oltre a una percentuale non inferiore all’1% su tutti gli introiti legati ai proventi pubblicitari e allo sfruttamento dei marchi concessi.
Inoltre, il partner sarà responsabile dei costi di realizzazione del Festival e degli eventi collaterali, inclusa la predisposizione di un palco esterno per le esibizioni in diretta. Uno degli aspetti più controversi della delibera riguarda proprio l’obbligo, per chi si aggiudicherà il bando, di trasmettere anche altre manifestazioni locali. Secondo le indiscrezioni raccolte da Ansa, questa clausola potrebbe rappresentare un vincolo eccessivo per la Rai, rischiando di limitare la sua libertà editoriale.
Di fronte a questa situazione, a Viale Mazzini si starebbe valutando di impugnare le delibere comunali davanti al Tar della Liguria e di chiedere al Consiglio di Stato la sospensione degli effetti della sentenza di primo grado. Inoltre, considerando anche gli obblighi nei confronti dell’EBU (European Broadcasting Union), la Rai potrebbe persino prendere in considerazione l’ipotesi di spostare il Festival in un’altra sede.
Il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, ha dichiarato: «Ho voluto seguire personalmente ogni passaggio di questa pratica, insieme all’assessore Alessandro Sindoni e ringrazio tutti gli uffici comunali coinvolti che fin dal pronunciamento del Tar hanno lavorato scrupolosamente per arrivare nei tempi prefissati a questo risultato, coadiuvati dai nostri consulenti legali. Ritengo che gli indirizzi espressi oggi in delibera rispecchino le nostre aspettative di sviluppo, in linea con la grande crescita del Festival di Sanremo registrata negli ultimi anni».
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