Comunicatori vs INPGI: aria di apertura. Ma la industry vuole contare
Ieri a Roma l’incontro con il Sottosegretario con delega all’Editoria Andrea Martella
L’unione fa la forza. Nella giornata di ieri a Roma si è presentato compatto il fronte dei comunicatori all’appuntamento con il Sottosegretario con delega all’Editoria Andrea Martella al fine di riaprire un dialogo con le istituzioni, portando le istanze di tutta la categoria. All’incontro, mediato dal Capo Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria Ferruccio Sepe, hanno preso parte ASCAI, CIDA, COM&TECH, CONFASSOCIAZIONI, FERPI, IAA e UNA. Tema caldissimo il paventato “spostamento” dei contributi previdenziali dei professionisti della comunicazione da INPS a INPGI.
«Con questo appuntamento si riapre un percorso avviato nella precedente legislatura con il Sottosegretario Vito Crimi e che si era interrotto con la nuova tornata elettorale», ha spiegato a Touchpoint Today Andrea Cornelli, Vicepresidente UNA con delega ai Rapporti Istituzionali.
«Voglio ringraziare l’Onorevole Martella per la disponibilità, ma anche FERPI, nella persona di Rita Palumbo, per il lavoro straordinario di raccordo fra le diverse associazioni», ha proseguito il manager. «Nel momento in cui si parla di una legge che prevede l’allargamento della base contributiva dell’INPGI entro il 2023 per dare sostenibilità all’ente e viste le pressioni che la stessa INPGI ha cominciato a rivolgere proprio alla categoria dei comunicatori, abbiamo sentito la necessità di far sentire la nostra voce – ha chiarito Cornelli -. Siamo usciti soddisfatti da questo incontro. Da parte dell’Onorevole Martella c’è stata assoluta comprensione di una quantità incredibile di criticità. Siamo stati percepiti come un attore necessario per arrivare a una conclusione di questo processo. Abbiamo trasferito al Sottosegretario una serie di elementi tecnici che non possono essere trascurati e che erano fino a oggi restati sullo sfuocati».
Il Vicepresidente UNA ha poi voluto ribadire la disponibilità dell’industria della comunicazione a partecipare a un percorso condiviso: «Oggi siamo di fronte a una situazione di caos che deve essere organizzato. In primis crediamo che vadano ben definiti i perimetri professionali che distinguono gli informatori dai comunicatori. Professioni contigue, ma differenti. In questo momento l’INPGI è sotto pressione: da un lato le imminenti elezioni, dall’altro l’urgenza di presentare un piano per rendere i conti sostenibili ed evitare il commissariamento. Da qui una vaga proposta di allargamento ai comunicatori, ma senza specificare cosa si intenda oggi per comunicatore. Abbiamo ricordato al Sottosegretario Martella che le sette associazioni presenti sono prima di tutto un patrimonio di posti di lavoro e di contributi. Numeri importanti che non possono essere ignorati. Parliamo di decine di migliaia di persone che versano i contributi all’INPS, con una percentuale di pubblicisti poco significativa al suo interno».
Il messaggio dell’industria della comunicazione è chiaro: nessuno vuole essere fagocitato.
«Al momento c’è grande confusione e la sostenibilità legale di questa operazione è tutta da discutere – ha affermato Cornelli -. Da parte nostra c’è solidarietà verso i giornalisti, siamo più che disponibili a discutere su come creare i presupposti per rendere l’INPGI sostenibile, ma prima vanno chiarite una serie di tecnicalità legate ai diversi percorsi professionali. Gli interrogativi sono tanti. Da parte dell’Onorevole Martella c’è stata data la garanzia di un nostro coinvolgimento. A breve giro si aprirà un tavolo tecnico con INPGI, dopo di che, superato questo step il dialogo si allargherà all’INPS. Se anche questo ostacolo verrà smarcato anche noi saremo chiamati a partecipare al tavolo operativo per definire le modalità di questo passaggio, portando il contributo fondamentale di tutta la categoria».